Anzelinu pastore metropolitano
Anzelinu pastore metropolitano Carta Anzelinu pastore metropolitano IL racconto del pastore sardo, figlio di numerosa famiglia, che riscatta con pena servaggi pecchi e nuovi e si conquista, come avrebbe detto Virgilio Brocchi, .un posto nel mondo-, non i nuova. L'ha già raccontata Gavino Ledda in Padre padrone. Afa non per questo suona ripetitiva la storia affine di Angelo Carta in Anzeltnu. Al di là infatti di alcune analogie scontate, il racconto di Carta, scritto in un italiano che molto deve al sardo e che spesso lo traduce, si muove in uno spazio autonomo di esperienze e di scrittura, è pervaso da un ottimismo sofferente ma intatto e la storia a lieto fine (Anzelinu si laurea in matematica pura e torna in Sardegna a fare il professore) getta una specie di sordina sugli incubi e sui lunghi dolori. Anzelinu racconta l'esperienza della campagna e della città. La campagna è quella nuoresedi Dorgàli: la città, dopo la tappa ro- mona, è soprattutto Torino. Tra queste due realtà, tradizionalmente incomunicabili, non c'è qui però il pronunciato gioco degli opposti La città ha il suo paesaggio, la sua natura e Anzelinu artica a dire che •anche quel paesaggio è bello. La Sardegna della memoria riaffiora tuttavia a grosse ondate e intride la realtà di nostalgie esatte. Le pagine sarde di Carta, vissute a intermittenze, quasi mirano a una documentazione minuziosa, di riti e di gerarchie, di giochi e di costumi, di tipi. La na¬ tura aspra e severa si anima di piante denominate con precisione botanica, di animali selvatici, sorprendenti. La città, al confronto e nonostante la volontà in contrario, risulta meno letterariamente viva, ma non resta inerte. La voglia di raccontare, che Carta esercita anche sulle minime cose — non sempre sfuggendo alla sovrabbondanza — riscatta un grigiore risaputo Giovanni Tesio Angelo Carta. Anzelinu. Einaudi. 243 pagine. 6500 lire
Persone citate: Angelo Carta, Einaudi, Gavino Ledda, Giovanni Tesio Angelo, Virgilio Brocchi
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