Il primato di Ciminà In 10 anni 35 uccisi

Il primato di Ciminà In 10 anni 35 uccisi Il primato di Ciminà In 10 anni 35 uccisi £' 1/ ormato che ritorna t mi la brutale uccisione di Rocco Zucco. eliminato sabato a Torino, alla maniera della Chicago Anni Venti? Il piccolo •boss- dell'edilizia, saltato in aria davanti a casa nell'esplosione del suo furgoncino dove qualcuno arerà sistemato una potente carica di dinamite, è vittima di una faida che da anni ormai insanguina la sua terra di origine? E' una delle ipotesi su cui stanno lavorando carabinieri e polizia. Per ora. non ci sono conferme e probabilmente sarà difficile trovarne, visto il muro di silenzio che sempre si richiude attorno a queste vicende di vendette e di sangue. Unico addentellato, al momento, è l'origine della vittima, che è calabrese, e calabrese di Ciminà. Cimino è un piccolo comune dell'entroterra tonico: duemila abitanti, in massima parte contadini, un 'economia modesta., che gravita attorno alla terra e — in questi ultimi anni — anche attorno all'attività edilizia. Un paese di poche anime che ha visto scatenarsi, negli ultimi dieci anni, un'assurda faida che vede coinvolte numerose famiglie (e il numero si è andato via via allargando con il tempo! in una lotta senza esclusione di colpi, che ha già mietuto 35 vittime, ed altrettanti feriti. La .faida- s'è iniziata nel 74. Era il primo marzo, un giorno qualunque. Davanti al bar di Cirella di Piati un gruppo di giovani scherza e ride. Si discute di un capretto che è stato servito al pranzo di alcuni -picciotti-. Ma alltmprovviso i volti si rabbuiano e lo scherzo non e piti tale. Non si chiariranno mai bene le ragioni dell'alterco. Certo i che ad un certo punto saltarono fuori le rivoltelle. Poche colpi e un plorane rimase a terra, ferito a morte. Il ragazzo ucciso aveva sedici anni appena e. per la zona, un nome di tutto rispetto. Si chiamava Vincenzo Barillaro. apparteneva a una delle famiglie più in rista di Ciminà. Dell'assassinio furono accusati due inorarti Antonio Franco. 24 anni, e Bruno Bernardino Morabito. ventiduenne. Fuggirono entrambi, subito dopo la sparatoria, prima che qualcuno dei Barillaro avesse modo di vendicare l'onta subita con un nuovo delitto. Di Antonio Franco, da quel momento, si penserò le tracce: a casa non ha mai più fatto ritorno. I familiari — si dice — lo piangono per morto. Anche per i carabinieri il giovane è sparito nel nulla. Diivrsa la sorte del Morabito: qualche giorno dopo la sparatoria, sentendosi braccato — forse consapevole della fine del compagno di fuga — forno sui suoi petti. Si consegnò nelle mani della giustizia, si disse pronto a scontare il suo reato. Fu processa to e condannato. E cominciò una lunga peregrinazione nelle carceri del Paese. Più volte lamentò -persecuzioni- di cui veniva fatto segno in cella, più volte fu trasferito. Dopo sette anni di detenzione ebbe l'ingenuità di credere che la sua l'ita potesse tornare alla normalità. Usci dal carcere e tornò in paese, dove lo aspettava la famiglia. Ma 10 aspettavano anche i killer: un solo colpo al cuore e 11 con to era saldato. I morti, tuttavia, non si contavano su un solo fronte. Due anni dopo l'assassinio di Vincenzo Barillaro. il padre. Francesco, capobastone del paese, fu ucciso a colpi di lupara. Era il 6 giugno del 76, ni killer né mandanti furono mai individuati. E tuttavia, il giorno di trigesima della sua morte, don Antonio Esposito, prete di Ciminà. fu ammazzato La seconda fase della faida vide fronteggiarsi le famiglie dei Polifroni-Franco e quelle dei Barillaro-Romano. cui si aggiunse più tardi anche quella degli Zucco. alla quale appartiene l'assassinato di ieri a Torino. La lotta, che ormai da sette anni squarcia la tranquilla vita del centro calabrese, approfondendo odi e lacerazioni, si e ormai allargata a macchia d'olio, assumendo contorni oggi difficilmente controllabili. Alla originaria vendetta per il delitto Barillaro sembrano essersi aggiunte motivazioni diverse, non ultime anche vicende di carattere edilizio. Gli ultimi regolamenti paiono trarre origine da storie di appalti e subappalti di importanti opere pubbliche. In qualche caso sembra che ci siano anche agganci con sequestri di persona. Come si inserisce la vicenda di Rocco Zucco in questo già di per sé intricato tessuto?

Luoghi citati: Ciminà, Torino