L'Alfa chiede lo «state di crisi» e assicura: nessun licenziamento di Marzio Fabbri

L'Alfa chiede lo «state di crisi» e assicura: nessun licenziamento Nell'82 sospesi a rotazione 14 mila; altri 5-6 mila a «zero ore» L'Alfa chiede lo «state di crisi» e assicura: nessun licenziamento MILANO — A metà della prossima settimana il consiglio di amministrazione dell'Alfa Romeo chiederà la dichiarazione dello stato di crisi aziendale per rendere possibile l'intervento della cassa integrazione speciale. Per quanti e per quanto tempo è oggetto di contrattazione fra direzione della società e sindacato, ma che sia necessaria, e anche in misura massiccia, non lo nega nessuno. In questo quadro non certo roseo, una sola luce. •// presidente Massacesi — spiega Silvano Veronese, segretario generale della Firn — ha garantito che non ci saranno licenziamenti-. Ma quali sono i mali che affliggono la grande fabbrica automobilistica milanese? Come si pensa di risolverli? La situazione è veramente tanto tragica? A quest'ultimo i.-.iv.i! o la rispetta la dà direttamente il presidente Massacesi. In un momento cosi delicato non accetta di parlare, ma fanno sapere che lunedi ha scritto di suo pugno un editoriale per il quindicinale aziendale. • Non è vero — afferma Ettore Massacesi — che l'Alfa sia alla deriva, non è vero che sia entrata in una crisi drammatica. E' vero però che l'Alfa ha già abbordato una .•.volta oltre la qunle potrebbe esserci una crisi se i provvedimenti necessari non fossero assunti tempestivamente ad ogni livello-. Il presidente dell'Alfa si richiama alla crisi mondiale dell'auto, all'eccesso di capacità produttiva degli impianti, che lia dato luogo a una concorrenza spietata, che si manifesta in una continua accelerazione del rinnovo dei modelli e con politiche di prezzo altamente competitive. Chi vuole rimanere sul terreno di gioco, aggiunge, deve superare rapidamente inefficienze produttive e commerciali: e il caso dell'industria europea rispetto a quella giapponese, dell'industria italiana nei confronti di quella europea, -è il caso — dopo che la Fiat ha ristabilito nei propri stabilimenti condizioni di maggiore produttività — dell'Alfa Romeo in rapporto alla Fiat-. .Non c'è tempo da perdere prosegue muovere senza indugio tutte le inefficienze gestionali, produttive e commerciali che ancora residuassero-. E' quello, sottolinea, che si accinge a fare l'Alfa Romeo e. ricordando i tentativi per risolvere 11 problema delle inefficienze produttive, cita l'accordo del 4 marzo scorso, che istituì i gruppi di produzione. - Questo obiettivo — si afferma — non è stato ancora consolidato, ma non si può tardare ulteriormente-. Problema produttività? Silvano Veronese concorda con l'applicazione integrale dell'accordo sui gruppi. -A prescindere dal numero delle auto che si vuole produrre — spiega — deve crescere la produttwità per unità di prodotto man quella per unità di lavoro! se tre giorni fa Massacesi ha ammesso che dei 42.000 dipendenti dell'Alfa, a Nord e a Sud. solo 3000 hanno una resa insufficiente- In direzione, ad Arese, osservano che l'accordo è messo in difficoltà dalla pretesa di 450 assunzioni sostitutive di gente licenziatasi nei mesi scorsi. - Problema superato — dice Veronese — perchè nei gruppi saranno spostati lavoratori attualmente indiretti. Ma l'azienda deve capire che per far partire t gruppi abbiamo bisogno di un volano. Tanto in sette-otto mesi, con il blocco del turn-over, se ne andranno in 5-600. avvicinando l'organico al massimo dell'efficienza-. E per superare la congiuntura? -Abbiamo bisogno — dicono in azienda — di perdere la produzione di 14.000 uomini-anno-. Di qui la necessità della cassa . Vogliono mettere in cassa a zero ore per un anno 6500 persone — spiega Veronese — e gli altri a rotazione Ma su questo ci opponiamo. La rotazione deve riguardare il maggior numero possibile di addetti, a turni di una settimana a casa e due al lavoro, cosi gli interessati sarebbero quasi 25 000-. Dicono in direzione all'Alfa: -l'i questo modo nell' 83 saremo di nuovo in piedi. Avremo rinnovato di due terzi la nostra produzione nella fascia media i Alta sud seconda serie e Alfa-Nissan) e potremo pensare all'accordo con la Fiat per scattare nel 1985 con la nuova fascia medio-alta. L'ipotesi di un fallimento Alfa-Nissan avanzata da qualcuno, parte da presupposti assurdi ed è fuori dalla realtà. Con la cassa per 12 mesi — precisano — risparmieremo Occorre ri- \ 2daiFiqpd—ozqdp \ 230 miliardi che. tenuto conto dei mancati ricavi in vendite auto, saranno quasi 180 effettivi; quanti ne occorrono da investire nel progetto con la Fiat sempre che non venga poi il piano auto del governo. Comunque riconfermiamo, a queste condizioni, il nostro piano strategico-. • Siamo sicuri? — è il dubbio di Veronese — // piano infatti — spiega — si proponeva di mantenere gli attuali livelli di occupazione, ma per la produzione di 270.000 pezzi. E se questi pezzi non si potranno vendere? E se l'accordo Fiat farà sparire lavorazioni ora doppie nelle due aziende? Non possiamo salvare posti a Milano e perderli a Torino. Marzio Fabbri

Persone citate: Ettore Massacesi, Massacesi, Silvano Veronese, Veronese

Luoghi citati: Arese, Milano, Torino