San Carlone salva l'Ambrosiana di Renata Pisu

San Carlone salva l'Ambrosiana A TU PER TU COL CAPOLAVORO, RIVISITANDO I MUSEI DI MILANO San Carlone salva l'Ambrosiana La Pinacoteca ha avuto Tanno scorso 27 mila visitatori - Ora i Leonardo, Botticelli, Tiziano, Caravaggio sono bene esposti e valorizzati - Orario continuato -1 debiti li ha pagati Calvi; buoni proventi da un complesso turistico MILANO — -La scienza può anche essere scarna e nuda., scriveva nel 1613 il cardinal Federico Borromeo -ma sta meglio ornata, come la bellezza delle donne non è affatto oscurata ma resa più luminosa da gemme e oro.. Alla scienza questo prelato, cugino del grande Carlo, arcivescovo di Milano, si era interessato raccogliendo libri e manoscritti, latini, greci, arabi e (ondando la Biblioteca ambrosiana, che è ancora oggi la più ricca d'Italia e una delle più famose al mondo. Ma subito dopo aveva pensato di corredare tanta scienza con altrettanta bellezza, acquistando quadri e disegni di pregio: cosi oggi quando si dice Ambrosiana bisogna distinguere tra biblioteca e pinacoteca. Monsignor Galbiati ci accompagna nella visita. E' allo, la barba bianca, l'umorismo un po' svagalo di chi prende più sul seno il passalo del presente: ma anche con il passalo ha tanta dimestichezza che non mostra nessun reven-nziale rispetto per quei tesori, nemmeno per i manoscritti vinciani. che sono ben dodici, nemmeno per il Codice a ((a ittico che vorrebbe mostrarci, ma si (ruga e rifruga in tasca, sotlo la tonaca, non riesc* a trovare le chiavi della cassaforte e brontola: .Chissà dove saranno finite Oli interessa più la biblioteca, cioè la fetenza, della bellezza, cioè la pinacoteca: è evidente dal modo amoroso in cui toglie dagli scaffali splendidi -.odici miniati, sbuffando per '.a polvere, lamentandosi per il disc i dine Oiunti alla torre libraria a otto plani, lui la acciaio, ha un moto di ri getto: •Consultare questi libri con il carrello elevatore... sarà pratico ma a me non piace, sembra un supermarket.. Gli chiediamo .a pinacoteca e monsignor Galbiati ci racconta che è vero, che i visitatori sono aumentali. 27 mila l'anno scorso per la sola pinacoteca, dove ci sono quadri bellissimi, tutti risistemati adesso e per fortuna. Visto che prima erano esposti senza un criterio. In una sala ce ne erano 35 su una sola parete, altri 8 sul fianco di un armadio, sette posati a terra. Ora invece è tutto ^ posto, t dipinti di maggior pregio esposti e valorizzati, quelli più dubbi relegati non in cantine umide, ma in stanzoni dell'ultimo piano, freddi e bui. ma non accatastali. Tutti sospesi su telai, cosi si conservano bene. -Se non fosse stato per la signora Giulia Devoto Falck che ha voluto rimettere ordine e per altri mecenati, la pinacoteca sarebbe ancora nel caos., dice monsignor Galbiati. Ci spiega che l'Ambrosiana ha tanti problemi economici, fino a qualche anno fa aveva anche il problema giuridico perchè non si sapeva bene cosa fosse: un ente di fatto sotto la tutela della Santa Sede, d'accordo Ma il Vaticano soldi non ne dava, così l'Ambrosiana era entrata in crisi: -Abbiamo pensato di guadagnare qual cosa restaurando una casa di nostra proprietà, qui dietro Ci viene l'idea di ristrutturarla a albergo, cosi di affitto avremmo preso di più. Un di sastro, spese due volte supe n'ori al mutuo. Poi magari, su come sono gli alberghi, ci hanno pure criticato. Sarà equivoco, non lo sarà? Insomma eravamo pieni di debiti. Dal Vaticano è arrivato un ispettore e ha capito tutto. Ha detto a Roma: o pagate i debiti dell'Ambrosiana o la date allo Stato e all'arcivescovado di Milano. Ora apparteniamo alle opere di religione della curia milanese, e va bene. Per metterci a posto finanziariamente ci hanno consigliato un esperto, un banchiere.. Monsignor Galbiati fa una pausa: .Scusi, mi viene da ridere, ma ora è un po' in cattila acque, anche lui. E' Calvi, quello del Banco Ambrosiano. Io non so. ma con noi è stato bravissimo. Cosa vuole che fossero per lui i nostri 500 milioni di debito. Ha messo tutto a posto, era membro del nostro collegio dei conservatori. L'ho visto, sì. è venute qui tante volte. Lei capisce, le banche sono i mecenati moderni. Come tireremmo avanti altrimenti? Il cardinal Federico nel 1609 ci aveva lasciato anche delle terre, poco fuori Milano, fino a 30 anni fa qualcosa rendeiHino. oggi zero Ma 10 dico: andiamo piano a vendere, visto come ci è andata con l'albergo? Sa invece cosa ci tiene su? Il San Carlone di Arona. la grande statua, è tutto nostro: parcheggio, albergo, ristorante, il gestore fa i suoi affari ma anche noi non possiamo lamentarci.. Ci avviamo verso la pinacoteca passando davanti a una enorme statua di Gian Domenico Romagnosi. Che .ci fa qui? domandiamo. E monsignor Galbiati: .Ce l'avevano affidata all'epoca degli austriaci perché quello era un tipo che a loro non piaceva. Sono anni ormai che l'abbiamo regalata al Comune di Milano, magari se la venissero a prendere.. In una sala due esperte sono inlente a restaurare uno splendido dipinto di Baldassarre d'Este. •£' una donazione Croft — dice monsignor Galbiati —. Ci regalano tante cose. Questo e un quadro stu pendo e ce lo teniamo, ma altre cose cerchiamo sempre dì regalarle via a nostra volta Non sipuòmica tenere tutto.. Sulle scale che portano alla pinacoteca monsignor Galbiati prende commiato: deve tornare in biblioteca, è quello 11 suo regno. Tra i dipinti ci aggiriamo solitari, è l'ora di pranzo (udite. l'Ambrosiana fa orario continuato. Sembra di essere in un altro Paese, non in Italia dove alle 12.30 il museo chiude e non ci sono santi). Nessun quadro è diventato protagonista come e successo a Brera per la pala di Piero della Francesca, ma è d'obbligo soffermarsi davanti alla Madonna del baldacchino di Botticelli. al vaso di fiori con gioiello, monete e conchiglie che Jean Bruegel dei Velluti, (iglio del piti (amoso Pie- ter dipinse su indicazione del cardinal Federico. Giunti al ritratto di musico di Leonardo si può anche dire che si. da solo questo dipinto varrebbe una visita all'Ambrosiana. Ma poi c'è la cane stra di (rutta del Caravaggio, e ancora il cartone che Raffaello abbozzò per la Scuola di Atene, da eseguirsi per la Stanza della Segnatura in Vaticano, estremamente godibile perchè esposto in un ambiente a sè. un'opera di grande e((etto. Ultimi (o (orse primi) due acquisti dello stesso cardinale Federico, l'uomo che secondo il Manzoni impiegò .un ingegno egregio, tutti i mezzi di una grande opulenza e i vantaggi duna condizione privilegiata nella ricerca e nell'esercizio del meglio.. Si tratta dell'adorazione dei magi di Tiziano e della Sacra Famiglia con Sant'Anna del Luini. Nonostante il suo signorile riserbo su questioni di denaro, il cardinale Federico annotava a proposito di quest'opera: -Noi la comprammo per gran somma, ha il valore delle gemme e la pagammneome tale.. Con meno riserbo ma sempre con signorilissimo tratto, oggi all'Ambrosiana, uno dei quattro templi dell'arte milanese, si parla di (inanze. Come se la cava l'istituzione ecclesiastica rispetto a quella statale, cioè Brera? Se lo Stato piange la Chiesa non è che rida, per carità. Si rassegna, ha più (iducia nella divina provvidenza che può assumere vari volti, vari aspetti. Se non è un banchiere è un altro. Date e vi sarà reso. In paradiso. Renata Pisu