La Sonata di Strawinsky (incredibilmente brutta) con Bacchelli assai bravo

La Sonata di Strawinsky (incredibilmente brutta) con Bacchelli assai bravo La Sonata di Strawinsky (incredibilmente brutta) con Bacchelli assai bravo TORINO — Per i concerti dell'Associazione musicale Ritti Haertelt in collaborazione con la scuola pianistica torinese di Maria Golia ha suonato questa settimana il pianista Antonio Bacchelli. che da qualche anno seguiamo con interesse e stima, poiché è certamente uno degli elementi più notevoli che si siano messi in luce negli ultimi tempi. L'abbiamo sentito altre volte più in forma e preciso di quanto sia apparso l'altra sera in un programma più ricco di quello annunciato, e dot con la Sonata in ri bemolle minore di Chopin inserita tra le Bagattelle op. 126 di Beethoven iche sono soltanto sei. e non dodici come diceva il programma) e la postuma Sonata in fa di is minore di Strawinsky, scritta nel 1903-4. Bruttissima, anzi, più che brutta, incredibile. Lui credeva Che fosse ■ to' lunatamente perduta., e non è stato un bel servigio pubblicargliela due anni dopo ch'era morto. Ma Bacchetti (che ha registrato tutta l'opera pianistica di Strawinsky) la suona molto bene. Gli applausi non sono mancati, e hanno ottenuto l'esecuzione d'un numero fuori programma. in. m. * * A Per rinsaldare il gemellaggio tra Lille e Tonno, l'assessorato per la Cultura della nostra citta ha invitato all'Auditorium della Rai l'Orchestra tilannonica di Lille diretta da Jean-Claude Casadesus. E' un complesso di cut la città francese può essere soddisfatta, c'è un bell'equilibno fra tutti i reparti, gli archi, oggi punto delicato ovunque, hanno suono omogeneo e persuasivo, sopra tutto suonano con passione e l'età media assai giovane la occhio e croce i ventenni sono presenti a ogni leggio» avrà anche la sua parte nel tono sereno che distinguete loro esecuzioni. Jean-Claude Casadesus. discendente di quell'illustre famiglia musicale, li ha guidati con grande energia e conoscenza di causa: dapprima nella mobilissima ouverture dal Benvenuto Celimi di Berlioz. poi nella seconda suite da Daphnis et Chloe di Ravel Idove è emersa la bravura del pntu,, flauto! e infine nella Se'.um.i Sinfonia di Beethoven Una Settima senza troppa gravità germanica, con una vistone di limpida eleganza: una calma sonora che si sposerebbe alla perfezione con pagine come la Sonfonia in do di Bizet. ma che anche nella somma partitura bzethovemiana ha dato buoni frutti. Sala piena e applausi entusiastici per direttore e orchestra R- P-

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