14 punti del piano Reagan «Trattiamo su tutte le armi »

14 punti del piano Reagan «Trattiamo su tutte le armi » STRATEGIE E DIPLOMAZIE MONDIALI DOPO LA MOSSA DEL PRESIDENTE USA 14 punti del piano Reagan «Trattiamo su tutte le armi » Il piano, anticipato in una lettera a Breznev, sarà discusso a Ginevra - Opzione zero per gli euromissili, trattative «aperte» su quelli intercontinentali - Riduzione delle forze convenzionali e nuova Conferenza sul disarmo Ascoltando l'Europa Tra meno di due settimane s'iniziai a Ginevra il negoziato Est-Ovest sulle armi nucleari a medio raggio; tra meno di una settimana l.eonid Breznev sarà in Germania per incontrare il cancelliere Schmid!. E finalmente Reagan ha parlato. Gli acidi scontri tra i suoi consiglieri, le incertezze sulle intenzioni presidenziali, le polemiche e le inquietudini degli Europei, tutta una serie di sviluppi politici poco tranquillizzanti e che inducevano autorevoli osservatori a chiedersi se non Tosse imminente la fine della Nato, sono culminati in un discorso chiaro, forte ed ahile. con il quale la politica estera americana trova, dopo quasi un anno di Reagan. un suo equilibrio e un preciso punto di riferimento. Abbiamo una nuova e chiara «dottrina Reagan* sul rapporto Est-Ovest c sul problema angoscioso degli armamenti, ed e una dottrina che sintetizza la posizione comune, meditata e responsabile, di tutta l'Alleanza: le ragioni dell'Europa sono state ascoltale. Il quadro della «dottrina Reagan* é più ampio di quanto ci avesse fatto pensare l'abile dosaggio di indiscrezioni della vigilia, l.a proposta americana abbraccia l'intero arco dei problemi militari: equilibrio e riduzione delle forze convenzionali; equilibrio e riduzione fino ali «opzione zero* dei missili a medio raggio: riduzione negoziata delle armi nucleari strategiche; nuove misure contro i rischi di un attacco a sorpresa. La sfida di Reagan è larga ed impegnativa, risponde all'ansietà dei popoli e alle esigenze della sicurezza fondala sull'equilibrio. Come punto di partenza di una nuova fase del negozialo Esi-Ovest essa tiene conio delle sollecitazioni ed esigenze degli alleali europei, con i quali i punii essenziali della nuova proposta atlantica erano stali concordati in anticipo. Tutto sommalo, la dialettica interna della nuova amministrazione si è sciolta a vantaggio delle tesi moderate sostenute dal segretario di Sialo Haig. l'erede di Kissingcr. nel segno cioè della continuili. Questa proposta di una nuova distensione viene dopo una pausa non breve, ma non inutile, del dialogo tra le supernoicnze: esso si era interrotto due anni fa. dopo l'accordo «Sall-2» sulle armi strategiche, siglalo dai governi ma mai ratificato dal Congresso. Intanto era siala eletta una nuova amministrazione americana, non contraria ad accordi di controllo degli armamenti e di disarmo ma convinta, come e più della precedente (ma anche gli Europei ne erano e sono convinti), che si stesse creando un pericoloso squilibrio militare a favore dell'Urss: occorreva pertanto mettere in cantiere nuovi progetti di riarmo e portare avanti quelli già adottati per creare le premesse di un negoziato serio, che avesse probabilità di successo. Nel corso di quest'anno allrc cose sono accadute. Vi è stalo in Europa un emergente «movimcnlo pacifista*, che ha forse dato più forza alle pressioni europee sull'America perche si desse l'avvio al nuovo negoziato senza altri indugi, e mirando all'«opzione zero* in fallo di euromissili. Ma i governi europei hanno saggiamente resistito alle pressioni per una sorta di disarmo unilaterale, che metterebbe i sovieliei nella felice condizione di non dovere concedere nulla: con ciò svani' rebbe ogni speranza di disirug gere le nuovi armi Più importanti del «movimento* europeo sono stali altri falli, a cominciare dall'elezione in Francia di un presidente socialista e contrario ai blocchi, che non si stanca però di predi' care, conosciuti i 'atti, la neces sili di misure di riarmo oca dentali, per ristabilire un equi librio oggi compromesso a favore delT'Urss. e per potere trattare. Altro fatto importante: l'accordo Salt-2. benché non ratificato, e stato rispettato dalle superpotenze, ed anche i nuovi piani di riarmo di Reagan sono contenuti entro i suoi limiti. Asoinvgcstadanglind«anvdstsl'sdstgmdcudpdd Anzi, decidendo di costruire soltanto 100. e non 200 missili intercontinentali MX (come voleva Carter). Reagan ha saggiamente chiarito che l'America non mira affatto ad acquistare una pericolosa «capacità di primo colpo», ma soltanto ad impedire che l'acquisii l'Unione Sovietica. Ciò faciliicrà un nuovo negoziato, che mirerà non più a limitare, ma a ridurre le armi nucleari strategiche (in sigla, diventerà «Stari» anziché «Sali». con la parola reduclions al posto di limitaiions). Questa nuova trattativa dovrebbe avviarsi a primavera. Il principio della riduzione, e cioè del disarmo, è il tema dominante di tulio il piano Reagan. compresi gli euromissili, per i quali l'America si è anzi allineata sull'«opzione zero» proposta dalla Germania e dalrltalia. e sul principio della simultaneità tra le misure di riarmo e il negoziato. Mancano ancora almeno due anni all'installazione dei nuovi missili della Nato, c'è dunque lutto il tempo per un accordo che consenta di ridurre o di eliminare questo progetto- ma i Russi saranno disposti a un serio negozialo? Mosca aveva comincialo, due anni fa. dicendo che non avrebbe mai trattato se la Nato non avesse prima rinunciato ai suoi piani: ma era un bluff e Breznev fece presto marcia indietro, proponendo prima un'assurda «moratoria», che avrebbe soltanto cristallizzalo lo squilibrio, ed ora dicendo (intervista allo Spiegel) che potrebbe smantellare una parte dei suoi SS-20. se la Nato non installerà i suoi nuovi missili. Con questo Breznev smentisce se slesso quando sostiene, contemporaneamente, che già oggi le due parli sono in equilibrio perché li.inno mille testate per parte. Questo é purtroppo falso, il rapporto reale è di tre a uno a vantaggio dei sovietici. Del resto, quel generale russo che ci scrisse tempo addietro sostenendo che ria parila era stata radunila una decina di anni fai. si dava anch'egli la zappa sui piedi: se c'era parità allora, quando i Russi non avevano gli SS-20. la parità evidentemente ora non c'é più. Ma proprio queste contraddizioni di Mosca possono essere considerate indicazioni di una disposizione a trattare: l'impero russo ha lami problemi, interni ed esterni, che sarebbe assurdo se fosse altrimenti. Tuttavia, il negozialo sarà molto difficile, mollo intricalo e non breve. Avrà possibilità di successo soltanto se l'Alleanza Atlantica rimarrà compatta. Arriso Levi