Dietro i fantasmi del Bangla Desh

Dietro i fantasmi del Bangla Desh OSSERVATORIO Dietro i fantasmi del Bangla Desh Le elezioni presidenziali nel Bangla Desh. svoltesi domenica, hanno pienamente confermato le previsioni: il presidente interinale Abdus Saltar si è imposto sul rivale Kamal Hossain. Si è còsi conclusa la »hatiaglia dei fantasmi», come è stala chiamala una contesa dominata dalle grandi ombre che stavano dietro ciascuno dei candidali: le ombre dei due massimi uomini politici del Bangla Desh nella sua decennale storia di Paese indipendente, lo sceicco Mujibur Rahman e il generale Zia ur Rahman. Personalità assai diverse l'una dall'altra. Mujib e Zia (come venivano abbreviati i loro nomi) hanno avuto in comune solo l'esito tragico del proprio breve passaggio al potere: sono slati infatti assassinali, rispettivamente, nei colpi di Stalo del 15 agosto 1975 e del 28 maggio 1981. Mujib. il «Padre della Patria», colui che aveva portato il Bangla Desh all'indipendenza dal Pakistan nel dicembre 1971. non aveva rivelato doti di uomo di Stato pari al fervore patriotlieo: aveva cosi finito con l'imporre un regime a partito unico, la sua Lega Awami (Lega del popolo), concentrando nelle proprie mani poteri dittatoriali. Dopo un breve intervallo, nello stesso 1975. si impose il generale Zia. molto più giovane, dinamico, che in un certo senso segui il cammino inverso, riammettendo i partiti che egli stesso aveva dapprima sciolto e facendo svolgere elezioni parlamentari nel febbraio del 1979. Inutile dire che il Partilo Nazionale di Zia ottenne una confortevole maggioranza assoluta, di due terzi dei seggi. iVa anche la vita di Zia fu brutalmente troncata nel corso di un tentativo golpista che tuttavia fallì: si e quindi svolto il processo costituzionale per la nomina del nuovo presidente. Il candidato naturale del Parlilo Nazionale non poteva essere che il vicepresidente Abdus Saltar: e infatti questi ha impostato la campagna elettorale sui temi della continuila e della stabilità, mentre il candidato della Lega Awami sosteneva la ripresa dell'opera di Mujib. sia pure senza tornare al partilo unico. Da una parie si puntava sull'efficientismo, sulla modernizzazione secondo linee praticabili: dall'altra, aleggiava ancora il (misticismo* di Mujib. con richiamo alle nazionalizzazioni e alla pianificazione. La realtà effettiva del Bangla Desh. però, c talmente spaventosa che. comunque la si affronti, sembra senza via d'uscita. Con 93 milioni di abitanti oggi. I Mi previsti nel Duemila, su una superficie pari circa alla metà di quella dell'Italia, un reddito annuo prò capite di 90 dollari, un tasso d'alfabetizzazione di appena il 10 per cento, il Bangla Desh risulta al lerz'uliimo posto nella scala dei Paesi più poveri del mondo. E' stato osservato che ora esso è più povero di quanto non fosse quando faceva parte dell'impero indiano appartenente alla Gran Bretagna. Senza rimpiangere certamente il tempo del colonialismo, è dalla situazione attuale di fatto che deve necessariamente prendere le mosse l'opera di chiunque si trovi a governare il Bangla Desh: e forse la ricetta migliore e sempre quella della «rivoluzione pacifica» di Zia: rimboccarsi le maniche per combattere concretamente la miseria e la fame, per esempio scavando migliaia di chilometri di canali di irrigazione. Ferdinando Vegas Abdus Saltar: la vittoria della continuità e della stabilità

Persone citate: Abdus Saltar, Ferdinando Vegas Abdus, Hossain, Kamal, Mujib

Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Pakistan