Oggi si vota nel Bangladesh diseredato L'esercito è neutrale, ma sta all'erta

Oggi si vota nel Bangladesh diseredato L'esercito è neutrale, ma sta all'erta Trentotto candidati alla successione del presidente Ziaur Rahman, assassinato in maggio Oggi si vota nel Bangladesh diseredato L'esercito è neutrale, ma sta all'erta NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE DACCA — Oggi il Bangladesh va alle urne per eleggere 11 successore del presidente Ziaur Rahman, assassinato il 30 maggio scorso durante una rivolta militare. I due maggiori candidati in Uzza sono Abdus Saltar. 75 anni, capo dello Staio ad interim, e Kamal Hossain. della Lega Awami di Mujibur Rahman. il presidente ucciso nel 1975. L'esercito, colpito da purghe successive, sta all'erta. Alla fine di settembre c'erano 83 aspiranti alla successione: la commissione elettorale ha accolto solo 72 candidature, e ora, dopo le ultime rinunce, gli aspiranti presidenti sono ancora 38, una trenti' na del quali praticamente sconosciuti. Questa gran mischia elettorale può stupire, ma si spiega in primo luogo con l'individualismo innato della gente del Bengala, i cui favori sono contesi da 60 partiti e gruppuscoli; in secondo luogo, con le agevolazioni offerte al candidati: telefono, viaggi gratuiti In treno e In aereo, auto. Abbastanza per suscitare vocazioni, il risultato è un pieno eccessivo dopo il vuoto politico creato dalla scomparsa di Ziaur Rahman. La campagna elettorale si è svolta In una relativa calma in questo Paese nel quale la violenza cova sempre (oltre 23 mila persone assassinate dopo l'indipendenza, 185 omicidi politici nel primi sei mesi di quest'anno), e l'opposizione ha potuto diffondere 1 suol messaggi senza troppe difficolta. Abdus Saltar, candidato del partito al potere. U Bnp (Bangladesh Nationalist Partv) ha afruttato abilmente la sua doppia veste, mescolando le funzioni ufficiali con un'attiva campagna elettorale, tanto che l'opposizione ha denunciato .l'uso dell'apparato amministrativo a fini personali'. Dopo la tregua dei 40 giorni di lutto decretati dopo la morte del Presidente, e dopo 11 ramadan. 11 popolo è ora trascinato In un vortice che apre per questo Paese lacerato da forze di divisione un periodo estremamente pericoloso. E molti hanno visto nella battaglia elettorale un vaso di Pandora dal quale potevano uscire da un momento all'altro un nuovo Intervento militare e una nuova legge marziale. Lo spettro di una brusca interruzione del processo democratico avviato In giugno ha assillato la classe politica. Bisogna riconoscere che l'esercito, sotto la guida del generale Ershad. sembra restio ad Intervenire apertamente nella vita politica di un Paese nel quale, in passato, ha ac quisito pili insuccessi che prestigio. 'La legge marziale non è mai una soluzione — dice 11 capo di Stato Maggiore —; le forze armate devono restare in disparte dal gioco politico e dedicarsi al loro compito principale, la difesa della patria' Espressa questa posizione di principio ('L'esercito deve rimanere assolutamente neu troie'), ecco una constatazione accusatrice: .In sei anni due presidenti sono stati assassinati dai militari. Come evitare che questo si ripeta?'. Assegnare al militari un ruolo nelle istituzioni, attraverso la Costituzione? Ispirarsi ai modelli turco o Indonesiano? Ershad ammette che nel Paesi in via di sviluppo l'esercito ha un ruolo particolare, e afferma di aver riflettuto su questi esempi stranieri, ma di ritenerli inadatti ad un Paese cosi .incostante., e nel quale 11 popolo è «cosi politicizzato.. Ma osserva anche che se l'esercito partecipasse maggiormante all'amministrazione del Paese, se avesse la sensazione di far parte della vita pubblica, forse eviterebbe la .frustrazione. Le attuali istituzioni — aggiunge — sono approvate dal popolo, e sta al popolo decidere'. E confessa: • Oggi l'attenzione è monopolizzata dalle elezioni, ma domani i dirigenti eletti dovran¬ no trovare una soluzione, in modo che l'esercito non irrompa bruscamente nel processo politico. Un giorno dovremo sederci tutti attorno ad un tavolo e discuterne, e quel giorno avremo suggerimenti da dare. Io sono disposto a prendere l'iniziativa di questo dialogo, a rivolgermi al nuovo Presidente'. Parole d'apertura, lucide e realistiche pronunciate dall'uomo chiave, forse già uomo forte del Paese, a capo di un'istituzione modesta come effettivi (100 mila uomini) ma dilaniata dalle lotte fra i militari rimpatriati dal Pakistan e i combattenti della guerra di liberazione, 1 freedom fighters; lotte che il generale, chiamandole 'frizioni», ha definito .una malattia nazionale.. Non e questo 11 solo problema del Paese. L'Inflazione corrode 11 potere d'acquisto, anzi il potere di sopravvivenza. 185 per cento del 93 milioni di abitanti vive al di sotto del livello di povertà qual e definito dalle organizzazioni internazionali. Il reddito annuale e stato nel 19 di 90 dollari per abitante. 100 mila lire: la metà della popolazione ha meno di 15 anni. 11 tasso di alfabetizzazione è del 10 per cento, le riserve valutarie ammontano a 150 milioni di dollari (sufficienti per un mese di importazioni), il deficit della bilancia commerciale 1980-81 e stato di un miliardo e mezzo di dollari. 'Secondo le proiezioni della Banca Mondiale — dice 11 ministro della Pianificazione — nel Duemila il Bangladesh avrà 130 milioni di abitanti. Come li nutriremo? C'è di che passare le notti in bianco-. Patrick Francès Cop>ri|jh(l.r Mondi r per l'Italia la Stampa

Persone citate: Abdus Saltar, Hossain, Kamal, Patrick Francès Cop>

Luoghi citati: Bangladesh, Italia, Pakistan