Bologna: a un bivio il processo per lo strage del treno Italicus di Vincenzo Tessandori

Bologna: a un bivio il processo per lo strage del treno Italicus Oggi si decide su alcune richieste di stralcio e di nullità Bologna: a un bivio il processo per lo strage del treno Italicus Il difensore di Bartoli, per un errore del giudice istruttore, non ha ricevuto l'avviso di deposito degli atti - Ha chiesto che la posizione del suo assistito sia stralciata - D'accordo il p.m. e la parte civile «per non bloccare il dibattimento» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — Dal vasto mosaico del processo per l'attentalo aH'.Itallcus. una prima tessera è sul punto di staccarsi. Difficile sapere se si trascinerà dietro l'Intero disegno oppure se con un intervento d'urgenza sarà garantito un restauro. La difesa di Emanuele Bartoli chiede che la posizione dell'Imputato venga stralciata dal dibattimento: l'avv. Sergio Dati non ha ricevuto l'avviso di deposito degli atti. Un altro errore commesso dal giudice istruttore, alcuni anni orsono. e Ignorato fino al processo. D'accordo, con lo stralcio, anche 11 pubblico ministero. Luigi Persico, e d'accordo con rassegnazione la parte civile. ■£' un maio per non bloccare il processo; ha spiegato l'avv. Achille Melchlonda. Stamane I giudici si riuniranno in camera di consiglio per decidere l'esito di questo processo, perché oltre alla richiesta di stralcio c'è una serie di richieste di nullità assolute. Anche se considerata «minore» come quella di Maurizio Barbieri e Rodolfo Poli, la posizione di Bartoli sembra ri vestire un'importanza non secondaria nell'inchiesta ■ Itallcus». soprattutto, sottolinea l'accusa, appare utile per intuire legami e disegni che sarebbero stati alla base della «strategia nera» di quegli anni. L'accusa per Bartoli. avverte l'ordinanza, è -ricostituzione del disciolto partito fasci sta mediante continuazione dell'attività del movimento 'Ordine Nuovo' sciolto con decreto del ministero dell'Interno in seguito a sentenza dell'autorità giudiziaria nonché mediante la programmazione e l'esecuzione di aborti violente come metodo di lotta politi ca. perseguendo con questi mezzi finalità antidemocratiche •. Ma I primi sospetti contro il giovane neofascista furono assai peggiori. A lungo gli in quirenti indagarono per chia rire se avesse preso parte al l'attentato. Secondo una te slimonianza. anzi, in quella tragica notte dell'agosto 1974 anche lui si sarebbe trovato sul treno .Itallcus. : facile dedurre, si disse allora, che a si stemare la bomba nella quin ta carrozza era stato proprio lui. Sospetti che sfumarono col passare del tempo. Concluderà il giudice istruttore Velia: «Z,Istruttoria non ha fornito elementi idonei a ritenere penalmente rilevante la condotta del Bartoli con specifico riferimento alla sua partecipazione all'organizzazione e all'esecuzione o favoregg lamento dell'attentato-. L'aula della corte d'assise si conferma una pedana dalla quale si lanciano accuse e si pronunciano difese: è l'antica deprecabile frattura fra la procura della Repubblica e l'ufficio istruzione a tornare in luce ad ogni occasione. Ieri l'avv. Sandro Oamberini di parte civile ha accennalo ad una .rissa in atto tra uffici giudiziari'. E il disagio del collegio era stato confermato dall'avv. Giuseppe Oiampaoli. membro della commissione GspfcsoluNtcllsmpaiv Giustizia del partito comunista: «Vi sono state lunghe, appassionate regu'«"orte contro fa sentenza Vei. ! degli avvocati nhinelli e Bezicheri. Lo scopo e far dimenticare che ci occupiamo della strage dell' "Italicus". di dodici morti, di una pagina di storia italiana. Non è possibile deviare l'attenzione del processo dall'accertamento delle responsabilità. £' un'orione fatta in malafede*. Risponde il pibbllco ministero Luigi Persico: -Noi siamo venuti qui con << n solo scopo: scoprire la verità, lo non accetto da nessuno lezioni di impegno e di energia. Un avvocato ha parlato di rissa. Quale rissa? Semmai siamo anche noi degli aggrediti nel doveroso svolgimento delle nostre funzioni'. Poco prima il p.m. aveva accennato ad una -aggressione unilateraleda parte dei giudice istruttore. La posizione del pubblico accusatore appare insolita: il suo punto di vista sembra slmile a quello della difesa. Persico anticipa ogni commento e dichiara: -Non mi vergogno se qualche volta mi trovo d'accordo anche con l'avv. Bezicheri, anche se lui si lamenta per come lo avrei trattato nel 1974, quando era sotto inchiesta. Forse dovrei dolermi di non aver adoperato maggiori poteri di coercizione?-. Il p.m. allude al possibile arresto del legale, a quel tempo anch'egll accusato di ricostituzione del pnf. Sorridendo aggiunge: •Avrei avuto in quel caso il conforto del giudice istruttore, si mi avrebbe certo accontentato». Persico nega di aver pensato di silurare questo processo come qualcuno ha sospettato dopo i suol interventi. Se si sono commessi errori, dice, «ed errori grossi cosi-, è possibile sanarli. Chi esce dal processo come imputato può tornarci come testimone. -E'an che quella una strada che consentirà di cercare la verità-. Vincenzo Tessandori

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