I soldi della droga dalla Sicilia a «Cosa Nostra» di Francesco Fornari

I soldi della droga dalla Sicilia a «Cosa Nostra» Le «famiglie» siciliane e i boss di New York controllano il mercato dell'eroina I soldi della droga dalla Sicilia a «Cosa Nostra» 0 AL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO — Un chilo d'oppio grezzo, in Iran, viene pagato al contadino ottomila lire. Quando arriva in Italia, il suo valore si aggira sugli otto milioni. Ma in genere, durante il viaggio — in Libano, in Turchia, adesso anche in Grecia — piene raffinato e trasformato in cento grammi di morfina. Un'ulteriore sosta nei laboratori clandestini (nove ore di laiH>ro) e dall'etto di morfina si ricavano 120 grammi di eroina che. .tagliati» con mannite. bicarbonato, zucchero, a volte addirittura con sostanze micidiali come stricnina o cemento, diventano 2 chili e 400 grammi, da cui è possibile ricavare ottomila fiale oppure 2400 dosi da un grammo. A questo punto, le ottomila lire pagate al contadino persiano per un chilo d'oppio grezzo, fruttano sul mercato europeo o americano oltre due miliardi. Guadagni favolosi, un giro d'affari di migliaia di miliardi (si calcola che in Italia superi i mille miliardi all'anno), un'organizzazione spietata che controlla il mercato e punisce ogni sgarro, ogni tradimento con inappellabili sentenze di morte. Secondo la Dea — la speciale polizia antidroga americana — e gli investigatori italiani ed europei, uno dei centri di smistamento e trasformazione dell'oppio in eroina passa per l'Italia. In Sicilia. Sgominata nel 1972 la • french connection», quando vennero individuati i .chimistes» di Marsiglia, leggermente ridotto il traffico attraverso la -danese connection., che fa affluire la morfina dal •golden trlangle- del sud-est asiatico in Europa attraverso Amsterdam, servendosi dei colle¬ gamenti delle potenti .triadi- cinesi con i loro connazionali residenti in Olanda, ha preso piede la -sicih.au connection» che fa capo alla mafia siculo-americana e controlla forse la più importante fetta di mercato, qualcosa come 25 mila miliardi di droga all'anno, cinque volte il bilancio della Regione siciliana. Un certo coinvolgimento della mafia siciliana nel -business- della droga pesante si era già registrato negli Anni Sessanta: vi era■uunnìti personaggi di grosso calibro delie più importanti famiglie mafiose, Genco Russo, Angelo La Barbera, Tommaso Buscetta. Gaetano Badalamenti. Adesso, invece, si può affermare che il 30 per cento dell'import dell'eroina in America del Nord è controllato dai boss delle famiglie siciliane, in costante collegamento con la potente .Cosa nostradi Netti Vorfc. Fra i grossi nomi della malavita internazionale è stato stipulato una specie di contratto. Un'alleanza tra la mafia siciliana (a cui fa capo anche la 'ndrangheta calabrese), che si occupa della spedizione della merce (l'oppio in arrivo dai paesi asiatici e l'eroina in uscita dall'Europa) e il .milieu, corso-marsigliese. che cura la parte tecnica, cioè la raffinazione. Questa collaborazione sarebbe stata decisa qualche anno fa in Brasile durante un incontro fra Salvatore Greco — un mafioso di Ciaculli. amico di Luciano Liggio. Gerlando Alberti. Tommaso Buscetta. latitante dal 1962 — e alcuni personaggi che hanno fatto parte del gruppo di Christian Jacques David, noto alle polizie di tutto il mondo come -Beau Serge-, un trafficante internazionale coinvolto anche nel rapimen¬ to e nell'omicidio del leader marocchino Ben Barka. Secondo gli investigatori, don Salvatore sarebbe il •controllore» del traffico di droga in tutto l'arco del Mediterraneo e agirebbe per conto di .Cosa nostra.. La Sicilia, dunque, è uno dei più importanti centri di smistamento dell'intero bacino mediterraneo: qui arriva la morfina base passando attraverso la Turchia e la Jugoslavia. Laboratori clandestini sono stati allestiti ricino a Palermo e Trapani: chimici marsigliesi provvedono alla trasformazione della morfina in eroina, poi la mafia si incarica di spedire la droga negli Stati Uniti. Caricata su pescherecci, l'eroina viene portata all'appuntamento in alto mare con la nave-madre che provvederà al trasporto fino a New York. Chiusa in appositi contenitori collegati ad un congegno che consente — in caso di abbordaggio da parte delle vedette della Guardia di Finanza o della polizia — di scaricare in mare il carico compromettente, la droga arriva nel porto newyorchese, dove •Cosa nostra» dirige le operazioni di scarico eia immette sul mercato americano. Qualche volta, questo complesso meccanismo si inceppa: qualcuno, attratto dei facili quadagni. si inserisce di prepotenza nel traffico. Allora si scatena la vendetta della mafia, che non conosce pietà. Ci sono sovente dei contrasti fra I boss della mafia tradizionale e quelli della nuova mafia, che pretenderebbero di impossessarsi dì una parte del traffico, smistando l'eroina prodotta nei laboratori siciliani direttamente in Italia e in Europa. Ma -Cosa nostra- non sembra d'ac¬ cordo: per la potente organizzazione criminale. Palermo dr.* essere soltanto un -porto franco» per il transito, un deposito dove la merce sosta, viene raffinata e smistata. Il mercato americano è in continua espansione, la richiesta di eroina aumenta paurosamente ogni giorno, i guadagni dei trafficanti pure. L'Europa è considerata ancora un mercato minore che viene lasciato ai mercanti cinesi che operano ad Amsterdam. Le infiltrazioni degli irrequieti boss della nuova mafia in questo settore non sono gradite e vengono punite in maniera sanguinosa. L'equilibrio del mercato mondiale della droga non deve essere alterato. Qualche volta, tuttavia, un carico di droga raffinata in Sicilia finisce sul mercato italiano. Con conseguenze sovente drammatiche per i tossicodipendenti. Infatti, l'eroina n. 4 (il .miele turco.) che arriva dal Medio Oriente, è pura ali H5 per cento. E risulta sovente mortale per i drogati abituati all'eroina n. 3 (il -brown sugar» e gli «Hong Kong rocks» provenienti dal Sud-Est asiatico, attraverso la .chinese connection.) pura soltanto al 50 per cento. Ecco perché tanti morti per .overdose.: dai 129 del 1979 si è passati ai 208 dell'anno scorso. Anche il numero dei drogati italiani è in continuo aumento: secondo i dati raccolti dai centri antidroga — purtroppo imprecisi e incompleti, perché un cirnsimento in questo caso è irrealizzabile — il numero delle persone che si drogano è di 68 mila: di questi. 21 mila sarebbero veri e propri tossicodipendenti, con un incremento del S per cento rispetto al 1979. Francesco Fornari

Persone citate: Angelo La Barbera, Beau Serge, Ben Barka, Gaetano Badalamenti, Genco Russo, Gerlando Alberti, Luciano Liggio, Salvatore Greco, Tommaso Buscetta