Ultime gocce di petrolio a Bahrein di Mario Ciriello

Ultime gocce di petrolio a Bahrein DOVE ZAMPILLO' IL PRIMO GREGGIO, CRESCE LA CITY DEL GOLFO Ultime gocce di petrolio a Bahrein L'«oro nero» arabico incominciò a essere estratto qui, mezzo secolo fa - Sapendo di doverlo esaurire entro 15 anni, il Paese si è trasformato in centro finanziario internazionale di grande successo - I banchieri hanno preso il posto degli «oilmen» Una rete di comunicazioni pari a quella svizzera - Nel 1985 sarà pronto il ponte con l'Arabia Saudita - Il ruolo delle donne DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE DI ritorno da Bahrein — In quell'Oceano inquieto e spesso corrucciato che i il mondo arabo, c'è un'isola serena. Bahrein. E' ricca, ma non troppo- rispetta il Corano, ma con intelligente moderazione; si evolve, ma sema scotte allarmanti. Lo slogan degli Anni 60 .Stna.il is beautiful-, ciò che i piccolo e bello, si addice a Bahrein in una misura che non trova raffronti neppure negli altri minuscoli Stati del Golfo come Kuwait e Qatar, più severi, più alteri, più burberi. Forse, sono quei suoi 50 secoli di storia, e di storia mercantile, che ammorbidiscono il carattere di Bahrein. Non è certo un parvenu quello che affiora da queste tiepide e bellissime acque. Ci un anniversario che pochi ricordano e che ricorre proprio in queste settimane, ti primo petrolio del Golfo, dell'intero pianeta arabico, fu trovato a Bahrein. Zampillò dal sottosuolo SO anni fa. il giorno di Natale del 1931. Bahrein era allora un protettorato britannico, uno dei tanti rami dell'impero indiano, la rupia era la sua valuta. Il neozelandese Frank Holmes aveva acquistato dall'Emiro locale una concessione mineraria e aievn tentato i ii in di renderla al governo di Londra. Non sapendo che farne, la cedeva per SO mila dollari alla Gulf americana che. diffidente, la offriva, per la stessa somma, alla Standard OH of California. L'affare apriva un nuovo capitolo di storia Nel '33. infatti. Bahrein era già un esportatore di greggio, e il rapido e facile successo ridestava tutti i progetti di esplorazione nel Golfo che. o per un motivo o per l'altro, dormivano negli archivi dei governi e delle OH Companies. A Kuwait, la cuspide di una trivella forava nel '38 la prima sacca di petrolio: in Arabia Saudita. Ibn Saud i.-Multi! Aziz, per gli arabi) avviava nel maggio '39 quella produzione di -oro nero- che avrebbe trasformato il suo regno in una superpotenza fi nanziaria. Come avrebbe scritto poi Philbti. il famoso arabista padre della spia Kim: .L'Arabia, che mercanteggiava un tempo in spezte e profumi, si è svegliata ora per servire, con la sua rie chezza. l'uomo e Mammona- Ma mentre altrove, nel Golfo, i primi fiotti di petrolio divenivano presto fiumi maestosi, mentre si scopriva no nuoci giacimenti sotto il deserto e sotto il mare, i pozzi di Bahrein si rivelavano meno fecondi dello sperato: e lo sfruttamento intensivo della guerra e del dopoguerra ne abbreviala la vita. Oggi. Bahrein produce 47 mila barili al giorno, un miracolo tecnologico, perché la terra rilutta ormai dal cedere quette ultime gocce del minerale. Quarantasettemila barili, una sciocchezza, se si pensa che il Gabon, il più piccolo esportatore dell'Opec leui Bahrein non appartiene! ne vende 1S0 mila. Entro quindici anni anche questo decrescente ruscello s'inaridirà. I paradossi Bahrein i dunque il primo Stato petrolifero che sta cessando d'essere tale. Il greggio e soprattutto l'abbondante gas costituiscono tuttora tra il 60 e il 70 per cento del reddito nazionale, ma queste entrate scemano di anno in anno. E' una prospettiva che in altre società accenderebbe ansie e tensioni, che trasformerebbe il futuro in un incubo. A Bahrein. invece, questo • futuro post-petrolio- i già programmato e, in parte, già costruito. Da centro petrolifero Bahrein si i trasformato in centro finanziario interna¬ zionale, nella City del Golfo ! banchieri hanno preso il posto degli -oilmen». E su questo nuovo terreno si comincio a seminare un Industria. Bahrein i un minuscolo arcipelago. 35 isole con una superficie territoriale di 669 chilometri quadrati. La più vasta di queste isole — lunga 50 chilometri e larga 15 — i quella che dà il nome all'intero gruppo, allo Stato. Bahrein. una parola che significa • due mari-. Qui vivono oggi 360 mila persone, sotto la paternalistica, autocratica, ma illuminata signoria dell'emiro Isa bin Sulman alKhalifa. E' una delle dinastie più vecchie del Golfo, fu nel 1782 che il primo al-Khalifa. lo sceicco Ahmad. sbarcò sull'arcipelago dai deserti arabici e v'innalzò il proprio vessillo. La -protezione- britannica finiva nel 1971. quando Londra abbandonava le sue responsabilità politiche e militari nel Golfo. Gli storici osservano senza grande stupore l'attuale evoluzione di Bahrein. Ricordano che da ben 5 mila anni, da quando si chiamava Dilmun e ospitava un'alacre civiltà. Bahrein i sempre stato un ponte commerciale: o tra Mesopotamia e India o tra Persia e mondo arabo o tra Europa e Oriente. Un ponte tingo- larmente robusto e fortunato, come dimostra la storia delle perle. Nel 1500. dopo secoli di pesca, le perle di Bahrein godevano di prestigio internazionale, erano considerate tra le più pure: e. nonostante la concorrenza, la loro reputazione era ancora assai alta 50-60 anni la. Il vaglio era severo. Con queste perle piccole e irregolari si confezionavano in un anno soltantoduecollanedi lusso. L'avvento delle perle artificiali giapponesi spezzava l'-industria- di Bahrein, ma una sorte propizia faceva coincidere questo tramonto con l'alba del petrolio. L'arcipelago trovava una nuova fonte di reddito, immensamente più munifica. Perle, petrolio, post-petrolio: a smussare le scosse di tutti questi cambiamenti ha senza dubbio contribuito un'aristocrazia mercantile di eccezionale talento e di lunga esperienza. Cinque famiglie dominano la scena: Kanoo. la più potente, al Moayyed. Yateem. Zayani. Fakhroo. E' un establishment conservatore, ma ni retrogrado, ni meschino, ni bigotto. L'idea di riaprire, come a Kuwait. l'-Assemblea nazionale-, chiusa nel 75. non l'intimorisce, accetta la necessità di un -canale politico». Per chi ama i paradossi. Bahrein ne offre a iosa. La capitale. Manama. i una città simpatica e moderna, ma l'intera area abitata di Bahrein occupa meno spazio del nuovo aeroporto di Gedda. Si lascia Manama. si va verso Sud. oltre Aali. dove sorgono i più vetusti dei 100 mila tumuli sepolcrali che costellano l'isola: e s'incontra il deserto, il vero deserto, come se 25 chilometri di mare non separassero Bahrein dall'Arabia Saudita Gazzelle e cavalli corrono felici. Le moschee sono affollate, ma le donne sono libere. Vi sono donne architetti, donne geometri. Molte ragazze fanno ora le saldatrici. Il primo ingegnere a specializzarsi nella bonifica di terreni si era appena tolto il velo L'ascesa di Bahrein come centro finanziario i stata rapidissima. Se Beirut non fosse stata travolta dalla guerra civile, il successo sarebbe stato forse meno vertiginoso: tuttavia Bahrein offre molto di più di quanto abbia mai offerto la capitale libanese. La sua rete di comunicazioni aeree, telex e telefoniche i pari a quella della Svizzera: nuvole minacciose non offuscano la sua società. E' tutto un fiorire di istituzioni finanziarie, con ben sessanta -Offshore banking umts. lObui libere da oneri fiscali e da restrizioni valutarie. Durante lo scorso anno, i capitali delle Obu sono cresciuti del 36 per cen to. arrivando a 37 miliardi S60 milioni di dollari Tre sviluppi £' /» sfondo ideale per tre importanti sviluppi. Primo, la creazione di industrie locali, nulla di imponente, quel tanto che basta a garantire sviluppo e occupazione. iPer cominciare, un impianto petrolchimico, uno per la lavorazione dell'alluminio e uno per la lavorazione del ferro. In più. rilancio della pescai Secondo, la crescente -coopcrazione regionale- nel Golfo, cooperazione che si vale sempre più dell'agile muscolatura finanziaria di Bahrein. La sola - Arai) banking corporation- ha raccolto, -offshore*. nell'80. profitti netti per 45 milioni di dollari Infine, la costruzione di un ponte che allaccerà Bahrein all'Arabia Sa Saudita. Sarà inaugurato ne//«5 Non si parla d'altro a Bahrein. Quel ponte eccita gli animi come i trafori a/pini eccitavano un tempo gli europei. Lo si descrive come l'equivalente nel Golfo del sempre rinviato tunnel sotto la Manica. In realtà, gli ostacoli tecnologici non intimoriscono: le acque superano di rado i 10 metri: sarà come una pista sul mare, e da questo deri¬ va il suo nome causeway. non bridge, ovvero una strada tu un terreno paludoso. Cinquantamila veicoli percorreranno ogni giorno i 25 chilometri di cemento tra la penisola arabica e Bahrein. I lavori sono cominciati la settimana scorsa, li dirige e li esegue una società olandese per il cotto complessivo di 564 milioni di dollari. La tpeta tara tottenula tutta dall'Arabia Saudita. Il che crea qualche apprensione. Si teme che. attraverto il ponte, giunga, o tenti di giungere, a Bahrein anche una diversa filosofia della vita, quella più austera e rigorosa del puritano -Regno del deserto-. Sono preoccupazioni legittime, perchi la serenità sociale che regna a Bahrein i in parte il frutto di mille compromessi. La maggioranza della popolazione HI 55 per cento) i formata da Sciiti, ma /'establishment i tutto di Sunniti. All'inizio della rivoluzione iraniana, non pochi Sciiti reagirono con romantico entusiasmo alle parole di Khomeini: ma da allora le passioni ti sono dissolte. Bahiein offre pace e benessere. l'Iran nulla. Le influenze più nocive a Bahrein sono oggi quelle dell'Occidente: delinquenza giovanile, alcolismo, droga, divorzi. tutti questi mali tono in aumento. Gli psichiatri dicono: -E' colpa della televisione. Troppi film americani, troppa violenza-. Era inevitabile. Bahrein i un Isola, ma non isolata Molte invisibili -causeways- la legano già da tempo al retto del mondo. Mario Ciriello vbuqrmsvmg Bahrein. Gli uffici di cambio nella via principale del Bazar. Il primo Stato petrolifero del Golfo cambia volto e mestiere

Persone citate: Arabia, Aziz, Frank Holmes, Ibn Saud, Kanoo, Khomeini, Perle, Primo Greggio