Cappuzzo: l'Armata Rossa è un pilastro della politica internazionale dell'Urss di Alfredo Venturi

Cappuzzo: l'Armata Rossa è un pilastro della politica internazionale dell'Urss Il capo di Stato Maggiore italiano al convegno del Comitato Atlantico Cappuzzo: l'Armata Rossa è un pilastro della politica internazionale dell'Urss DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — E'ancora t'ero quello che disse a suo tempo Clausewitz, che - la guerra é la continuazione della politica con altri mezzi»? Se lo chiede il generale Umberto Cappuzzo. capo di stato maggiore dell'esercito. Qui nell'Isola di San Giorgio, presso la Fondazione Cini, il generale ha parlato ali ottavo seminario di studi del Comitato Atlantico. Ha parlato dell'Unione .Sovietica e degli aspetti militari della politica europea del Cremlino. E' dunque il caso di aggiornare Clausewitz? Cappuzzo si limita a una parziale correzione: indipendentemente da quello che può essere la guerra oggi, data la terrificante qualità della tecnologia bellica, esiste di fatto una continuazione della politica con mezzi militari. Ma non i necessariamente la guerra: Mosca fa politica semplicemente dispiegando nel mondo il suo I ni pressiona nte arsenale. Un esempio: puntando contro l'Europa occidentale i missili SS20, i russi sono riusciti a ottenere importanti risultati politici che fortunatamente prescindono dal loro impiego. Hanno indotto la Nato a rispondere con il programma Cruise e Pershing. ciò che a sua volta ha provocato tensione fra gli alleati e ha ridato roce alle tendenze neutralistiche: di qui le manifestazioni pacifiste e le evidenti difficoltà di opinione in molti Paesi occidentali. Lo strumento militare, secondo Cappuzzo.- i uno dei due pilastri della strategia sovietica, l'altro essendo una ideologia che il generale italiano definisce -aggressiva per natura». Con quattro milioni e mezzo di uomini alle armi, settemila testate nucleari, cinquantamila carri d'assalto, ventimila pezzi d'artiglieria, flotte navali e aeree aggiornatissime. l'Armata Rossa è -bcuo al di là delle semplici finalità difensive-. Inoltre l'ultimo divario con l'Occidente, quello tecnologico, è ormai colmato. La pressione si esercita su un 'Europa vulnerabile sul piano economico, geostrategico, politico, psicologico. La semplice potenzialità dello strumento militare russo •consente fin dal tempo di pace lo sviluppo delle più svariale forme di strategia diretta e indiretta-. Di strategie indirette hanno parlato altri. Come il generale Pietro Corsini, che vi ha incluso il sostegno del terrorismo nei Paesi occidentali, pur escludendo, per l'Italia, la tesi di un terrorismo frutto d'importazione. Tuttavia il fenomeno è mondiale, dunque va affrontato da strutture internazionali integrate. L'ambasciatore Federico Sensi, che è stato lungamente nostro rappresentante diplomatico a Mosca, ha parlato degli aspet- fi più propriamente politici della strategia sovietica in Europa. L'Urss punta a intimidire l'Europa, a staccarla dall'America, a minare la coesione interna dei singoli Paesi, a legarli a sé attraverso l'interdipendenza economica. Sensi giudica negativamente l'accordo di Helsinki: abbiamo dato ai russi il sospirato riconoscimento dello stalli.* quo. /amento, senza ottenere concretamente nulla. Questo convegno cade in una stagione di particolare attualilà degli argomenti militari, tradizionalmente considerati da noi con caratteristica reticenza. Come dice Martino Scovacricchi. sottosegretario alla Difesa, -gli europei riscoprono l'insicurezza e la paura-. Oggi di questi temi esploswi parlerà all'Isola di San Giorgio il generale americano Bernard Rogers. comandante supremo delle forze atlantiche in Europa. Alfredo Venturi