Io voglio capire Kafka e Charlot

Io voglio capire Kafka e Charlot HANNAH ARENDT, I SAGGI LETTERARI Io voglio capire Kafka e Charlot «Ho una metafora...* diceva Hannah Arendt, la grande studiosa de Le orìgini del totalitàrisma "La chiamo: pensare senza balaustrata. In tedesco: Denken oh ne Geiinder. Se si va su e giù per le scale, si è sempre trattenuti dalla balaustrata, cosi non si può cadere. Ma noi abbiamo perduto la balaustrata. Questo mi son art "a. Ed è quanto cerco di fare... » Non c'è migliore definizione possibile per la raccolta dei suoi saggi letterari che finalmente appare in italiano sotto il titolo // futuro alle spalle e a cura di Lea Ruta- Santini per le edizioni de II Mulino. Saggi pensati, scritti, pubblicati senza tener conto della paura di cadere. Saggi già al momento del concepimento in polemica con le idee ricevute e da ricevere altrui, e proprio per la loro deliberata rinuncia a qualsiasi balaustrata. Saggi esposti alla replica di tutte le faziosità immaginabili e anzi provocate in partenza dalla massima, imperdonabile e imperdonata faziosità di Hannah Arendt: «io voglio capire. Di questo fa parte — per me — anche lo scrivere...» Ed ecco una simile ardente e ferrea volontà di capire teneramente e ferocemente, dunque appassionatamente, applicata a Heinrich Heine. Franz Kafka. Walter Benjamin. Herman Brodi. Bertoli Brecht e Charlic Chaplin (cinque autori di lingua tedesca e un attore di lingua inglese, tutti e sei ebrei), per mettere insieme le tessere di una nascosta tradizione ebraica. Nascosta a chi, da chi. per chi? * * Hannah Arendt nacque a Hannover nel l'A)6. Suo nonno era il presidente della comunità ebrea liberale di Konigsberg. Sua madre, convinta socialdemocratica vicina al circolo dei «Sozialistichc Monatshefte». restata vedova, all'inizio della prima guerra mondiale fuggi con la figlia a Berlino. Negli anni di relativa tranquillità precedenti l'orgia nazista al potere Hannah Arendt studiò filosofia, teologia e letteratura greca alle università di Marburg, Heidelberg, Freiburg con Rudolf Bultman, Edmund Husserl, Martin Heidegger e Karl Jaspers con cui si laureò nel 192R Si sposò con il compagno di studi e predilezione rilkiuna Gunter Stern, parente di Walter Benjamin. Ma nel 1933 abbandonò la Germania e tutto quel che aveva per lavorare a Parigi nell'organizzazione sionista giovanile «Alijha». Nel 194), mentre ormai l'orda di Hitler dilagava in Francia, venne internata con altri immigrati al Velodromo d'Hivcr. Dopo l'occupazione, riuscì tuttavia, a fuggire con il secondo marito, lo storico e filosofo Heinrich Blucher, negli Stati Uniti, dove deciso di conservare la residenza anche a guerra finita. Dal 1946 al 1948 fu redattrice delle edizioni Shocken Books. dal 1949 al 1952 lavorò alla «Jewish Cultural Reconstruction». Nel 1963 fu chiamata a insegnare teoria politica all'università di Chicago. E' morta a New York nel 1975. Il suo capolavoro (se di capolavoro si può parlare per un'opera tanto discussa) è appunto il saggio politico Le origini del totalitarismo pubblicato nel 1951 in edizione americana e solo nel 1955 in edizione tedesca (in italiano lo ha presentato Comunità nel 1967. e non so se sia più rintracciabile ma ne esiste comunque un'edizione integrale nei Tascabili Bompiani del 1978). Vila Muva del 1958 è un altro te- ' sto di rilievo (figura tradotto in italiano da Bompiani nel 1960. ma non lo si rintraccia in libreria). Tra passato e futuro, raccolta di saggi politici del 1961, è pure importante (la traduzione italiana presso Vallecchi nel 1970 ò andata tutu dispersa ai Rcmainders, ma forse i diritti sono stati recuperati da Bompiani). Ha fatto molto parlare La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme del 1963 (pubblicato tempestivamente da Feltrinelli nel 1964. ma non più ristampato e neppure più presente iiel catalogo della casa editrice). Sulla violenza è un coinvolgente saggio del 1970 (anche questo tradotto in italiano con tempestività da Mondadori nel 1971 e con uguale frettolosità dimenticato). Proporrei, comunque. Il futuro alle spalle come il miglior libro di Hannah Arendt II più duraturo nella sua faziosità (CiagpzforaminmHrsascltdpeundufpcmdcgspgcdps ' n . , l i i a a ù a n 0 e olo aL'interpretazione de Le origini del totalitarismo è stata in parte superata dalle interpretazioni successive. E" uno studio fondamentale, ma va considerato più che come un arrivo come un inizio prezioso, il primo indispensabile passo verso una meta ancora da raggiungere. Hannah Arendt ha avuto il merito di affrontare insieme nazismo e stalinismo e di puntare arditamente su una corresponsabilità innegabile delle masse con il potere aberrante. La galleria di ritratti non meno estetici che etici, politici insomma, de / •' futuro alle spalle può apparire un'impresa più limitata e limitante, eppure costituisce un risultato straordinario e non sottoponitele a modifiche d'aggiornamento. Non è tanto una serie di interpretazioni, infatti, quanto una creazione di personaggi, un testo creativo con nomi veri e citazioni vere ma anche con lo scatto di una dolorosa immaginazione che coraggiosamente non si rassegna e si sporge oltre la balaustrata inesistente. «Schlcmihl und Traumwelterrscher», Schlcmihl e prìncipe del mondo del sogno, cosi è intitolato il primo capitolo de 17 futuro alle spalle dedicato a Heinrich Heine, un poeta che. negli anni in cui fu scritto nell'esilio di Hannah Arendt il saggio, la Germania nazista considerava inutile da leggere, l'odioso volatile in grado di sporcare il puro nido germanico. Eppure proprio Heinrich Heine, sostiene Hannah Arendt, ha scoperto la silenziosa e fatale continuità del destino degli Sci i lem ili le Schlcmihl nel linguaggio ebraico del popolo significa sognatore, furfante, briccone. Nel gergo ebraico della malavita designa un uomo stupido, impacciato, ma anche sfortunato. Il nome era diventato famoso perché il timido Adalbcrt von Chamisso aveva scelto questa parola per definire in Peter Schlemihls wundersame Geschichte. del 1814. l'antieroe che. avendo ceduto per leggerezza e per sfortuna la propria ombra a uno sconosciuto, si e cosi condannato a vivere senza vedere nulla di sé riflesso dalla luce: personaggio sospetto, essere diverso, creatura da evitare. Heinrich Heine rivendica ai poeti ebrei e soprattutto a se stesso come poeta dei poeti il titolo di principe del mondo di sogno, il mondo dei paria. L'essenza della libertà sta nella distanza del parìa rispetto a tuna l'opera umana. Heinrich Heine traccia i confini dei suoi connazionali Schlemihlc: "Ai francesi e ai russi appartiene la terra/il mare appartiene ai britanni:ma noi. del regno aereo del sogno /abbiamo l'assoluto dominio/qui esercitiamo l'egemonia/qui non siamo sbranati e divisi...». Franz Kafka, nell'astrazione del suo narrare le angosce di chi non fa parte della rassegnata società dei normali, rappresenta un'estrema possibilità di un nuovo diverso: di chi nel passato come nel futuro senza npssBplrfppps1cdtesradici, tenta, agrimensore ve- mito J.i fuori, di misurate una ico-* sconosciuta. Walter Ben- jamin. consapevole che rottura della tradizione e perdita di autorità sono irreparabili, afferma che al posto della tradibili li del passato deve subentrare la sua citabilità, a! posto ddl'autorìtà la forza spettrale di stabilirsi al presente e rubargli la falsa pace della spensierata autosoddisfazione. Hermann Brcch propone il modello di una condizione umana in cui l'agire è imposto dalle necessità di una realtà che insiste a sollecitare aiuti e sforzi contro la volontà stessa del poeta e 10 spinge al limite del sacrificio che in letteratura vuol dire il silenzio. Bertolt Brecht ribadisce il conflitto drammatico rinfocolato dalla tentazione di restare buoni in un mondo e in circostanze che rendono impossibile la bontà Chi è spinto dalla compassione a cercare di migliorare il mondo non può permettersi d'essere buono. Il poeta ha il compito di coniare le parole con cui possiamo vivere, e certo nessuno andrà a cercare a questo scopo quelle che Bertolt Brecht scrive in onore di Stalin. Ma il semplice fatto che sia capace di fabbricare versi più brutti di qualsiasi altro letterato colpevole degli stessi peccati dimostra che «quod licei bovi non licei jovi». E. infatti, i letterati mediocri non sono mai puniti per i loro peccati con la perdita delle scarse doti in loro possesso, cosa che, invece, capita a Bertolt Brecht, che ne ha grandi da perdere. Quanto a Charlic Chaplin. a lui riesce il miracolo di imporre dallo schermo il soggiogante fascino del piccolo uomo del popolo, di far generare al popolo meno amato del mondo la più amata figura del tempo. Il sospetto con Charlic Chaplin è 11 vendicatore non solo del piccolo ebreo Schlcmihl ma anche di tutti i paria non ebrei. Purtroppo. Charlot non dura in eterno. Prima o poi il popolo stesso comincia a desiderare, a invocare, a venerare Superman... Oreste del Buono Charlic Chaplin di Levine (Copyright N Y Kevtrw ot nooks Oppia Mundi c prr l'Italia .1 a Stampa.)