Roma: forse era solo questione di ore pei anche Mirto sarebbe stato uccisa

Roma: forse era solo questione di ore pei anche Mirto sarebbe stato uccisa Era nei programmi della spietata banda che ha assassinato Palombini Roma: forse era solo questione di ore pei anche Mirto sarebbe stato uccisa DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — I misteri della campagna romana, dal cui campi sono affiorati nei giorni scorsi ben tre cadaveri, non si risolvono con il procedere degli accertamenti rituali. Ieri mattina, l'autopsia ha confermato quanto gli Inquirenti già sapevano: Paolo Provengano, forse un membro della gang di Laudavlno De Santis che rapi Mi ita Corsetti e uccise Oiovanr i Palombini. è stato assassinato con tre colpi di pistola di grosso calibro, probabilmente una «38 Special-. Ma sui motivi dell'uccisione di Provenzano. il cui corpo è stato trovato sabato nei campi presso Aprilla, vi sono soltanto Ipotesi: dissensi sulla spartizione del riscatto pagato dal parenti della Corsetti e di Palombini? O semplicemente Provenzano era un elemento ingombrante del mondo della • mala - perché a conoscenza di troppe cose scottanti? I Ancora maggiore è l'incertezza degli inquirenti sui due giovani 1 cui cadaveri so: io stati trovati quattro giorni fa. in lina. L'autopsia, anche in questo caso, ha aggiunto particolari precisi e agghiaccianti sul modo in cui i due sono stati uccisi: un colpo a bruciapelo, nello stile classico dell'esecuzione. Ma. secondo indiscrezioni non confermale ufficialmente, l'esame medico avrebbe anche Indicato che almeno uno dei due giovani era ancora in vita quando è slato sepolto e sarebbe quindi morto soffocato dalla terra. Per gli Inquirenti, que- una fossa comune, a Torrita di Marcel- sto dettaglio terribile significa soprattutto una cosa: l'uccisione dei due giovani sarebbe avvenuta non lontano da Turrita di Marcellina. forse direttamente sul posto dove sono stati trovati I corpi. Ma è tutto quanto l'esame necroscopico ha aggiunto agli scarsi elementi in mano alla polizia. L'identità dei due uccisi è ancora ignota. Nonostante l'impressionante successione temporale del ritrovamenti dei tre corpi, non sembrano esservi collegamenti razionali tra il caso di Paolo Provenzano e quello dei due misteriosi giovani di Torrita di Marcellina. Provenzano. dicono gli inquirenti, è certamente la vittima di un regolamento di conti tra la malavita che prospera con la crudele industria dei sequestri. Non è neppure certo, per il momento, che Provenzano facesse parte della banda che ha sequestrato Mina Corsetti e Giovanni Palombini. Quella di una lite sulla spartizione del riscatto è soltanto un'ipotesi, e neppure la più accreditala. Laudavlno De Santis. l'unico che potrebbe chiarire il mistero, dopo aver parlato fin troppo nei primi giorni con atteggiamento da spaccone, è diventato muto. L'unica cosa della quale gli inquirenti sono certi è che Provenzano conosceva molto bene De Sanlis. Ma è tutto, ed è poco per tirare conclusioni precise. Piuttosto, le indagini sui due sequestri. Corsetti e Palombini. hanno portato ad un'altra conclusione, sulla quale. Invece, sembrano esservi pochi dubbi. Anche Mlrta Corsetti avrebbe dovuto essere uccisa, come Palombini. il cui cadavere è stato tenuto in un congelatore per continuare il macabro gioco del ricatto con i parenti. La ragazza ha trascorso — secondo gli investigatori — le prime giornale di prigionia nel casale dove è stato trovato 11 congelatore, e che doveva essere la base di appoggio della banda. Poi è stata trasferita nella villetta di Lavina) e là avrebbe dovuto essere uccisa se non (osse stata liberata: una questione di giorni, forse addirittura di ore. Viene cosi, da questa ricostruzione per ora ufficiosa, un ulteriore tocco di drammaticità alla vicenda e un ennesimo segno della spieiata criminalità della banda di De Santis. Il caso dei due giovani di Torrita di Marcellina potrebbe invece esulare del campo della malavita tradizionale. La difficoltà di identificare i cadaveri induce a molle ipotesi, magari anche avventurose. Qualcuno, senza troppa convinzione però, parla perfino di due terroristi in clandestinità. Ma allora chi può averli uccisi? Altri parlano di qualche losco, e indefinibile traffico. Altri, ancora, ricordano che la zona dei Castelli romani è stata, negli ultimi tempi, rifugio frequente di bande mafiose legale alle cosche napoletane in guerra fra loro. Ma. tra tante ipolesi, una cosa semtra trovare d'accordo tutti: sarà un'indagine lunga e difficile, a meno che salti fuori all'improvviso un -deus ex machina - che sciolga il mistero.

Luoghi citati: Marcellina, Roma