Viaggio tra i segreti dei Sabba con filtri e code di rospo di Ferdinando Albertazzi

Viaggio tra i segreti dei Sabba con filtri e code di rospo Una storia della stregoneria Viaggio tra i segreti dei Sabba con filtri e code di rospo STREGA mia, strega mia, per piccina che tu sia mi fai sempre una magia», cantilenavano le fiabe. «Tremate, tremate, le streghe son tornate!», hanno scandito di recente slogaas femministi. Simboli, donne in carne e ossa, m>iìe-:"hc fattucchiere e melane in combutta con Satana, guaritrici, erboriste: chi erano in realtà le streghe, per quali motivi si è continuato a chiamarle in causa fino ad oggi? Serena Foglia ne traccia una carta d'identità e un albero genealogico circostanziati ed avvincenti prendendo le mosse da Medea, l'eroina de Gli Argonauti di Apollonio da Rodi. Medea riesce ad avere ragione dell'invincibilità di Tolos. un mostro di bronzo che impediva l'accesso all'isola di Creta compiendo un maleficio. Il che ne fa l'archetipo delle streghe, poi iniziate ai segreti dell'arte stregonica dal Libro del Comando e dai Grimoires, che circolavano nel tredicesimo secolo con tanto di suggerimenti per vanificare gli stessi incantesi¬ mi descritti. Con il loro campionario di ricette, filtri d'amore, unguenti e droghe di cui l'autrice indica formule e usi: con le metamorfosi, i voli magici e la demonolatria convergenti nel Sabba, il rito per antonomasia, le streghe si sono comunque proposte quali esseri »devianti», fuori norma. E sono state di conseguenza perseguitate. Condannata dai codici romani nel basso Impero, la stregoneria ha trovato nel Cristianesimo la sua lama di ghigliottina: nel 1484 la bolla Summis Desiderantes di Innocenzo Vili affidò a due inquisitori domenicani «la repressione della depravazione stregonica». Ma già dall'inizio del secolo, e fino allo scadere del Seicento, una -grande caccia» portò sul rogo o sul patibolo nove milioni di donne, pretestuosamente accusate da chicchessia di pratiche stregoniche. Un giudice, il Torquemada, è passato alla storia per avere giustiziato oltre centomila presunte streghe, puntualizza la Foglia. Ma se rognoni di topo, fiele di vacca, radici di valeriana e achillea sema contare il rospo, onnipresente famiglio, consentivano alle streghe poteri di vita, d'amore e di morte, come mai riuscivano inefficienti quando si trattava di loro stesse? Voltaire si è dato l'ovvia risposta, fin li ostinatamente soffocata: «Non c'è niente di più ridicolo che condannare al rogo un vero mago; si do¬ vrebbe presumere infatti che se tale fosse spegnerebbe le fiamme e torcerebbe il collo a coloro in procinto di giustiziarlo». Nel Settecento la -grande caccia» si era ormai conclusa, ricorda l'autrice in questo -Libro delle streghe», che si raccomanda anche per l'accuratezza dell'ambientazione storicosociale. Sopravvissero, invece, e anzi conobbero crescente diffusione, riti e pratiche stregonesche. Ancor oggi in auge, con tanto di coppie regali (adesso anche gli uomini possono farsi streghe), di organizzazioni proliferanti e di apparizioni televisive. Magari per pontificare sul potere di formule e ricette, senza che si abbia però notizia di videospettatori trasformati in pipistrelli o atterriti dalla sigaretta che si allunga in serpe. Ferdinando Albertazzi Serena Foglia: Il libro delle streghe, Rusconi, 220 pagine. 14 000 lire.

Persone citate: Foglia, Innocenzo Vili, Sabba, Serena Foglia, Tolos

Luoghi citati: Creta, Medea, Rodi