ropologo: ale ossibile

ropologo: ale ossibile ropologo: ale ossibile Ha Pietalvolta (ricordo filone ivevano dna di iù sapv'ch), ma t divenrmaneo. come il isalinga m Auel io bestr «paZeomte ocUniti e Paesi, ito pro¬ prio per la sua bellezza infedele, perché non duplica la realtà preistorica gii ricreata sufficientemente bene dal migliore lavoro degli archeologi e degli antropologi, ma arriva a comporre una irrealtà 'possibile- che una volta chiuso il libro costringe a immaginare. Il soffietto editoriale ricorda quanti libri di antropologia l'autrice lesse per documentarsi sul pensiero e la vita dell'uomo preistorico. .Per ricreare l'atmosfera dell'era preistorica', si narra, • segui dei corsi di tecniche di sopravvivenza' Im¬ parò anche a costruire un rifugio di ghiaccio, e a fabbricare punte di freccia, cesti di radici, trappole per animali. 'Per aggiungere realismo alle descrizioni', si diede a escursioni nelle montagne dell'Oregon 'durante tutte le stagioni dell'anno'. Questo training ha lasciato molte tracce, ma non giova al libro. La pretesa di documentazione non ne è certamente il titolo di merito e nessuno — mi auguro — vorrà mai usare questo volume come una enciclopedia di vita minuta della più remota preistoria. Al massimo, sarà divertente per lo specialista o l'appassionato intuire a prima lettura la fonte archeologica di quel dettaglio ambientale, di questa allusione concreta. E' un caso felice e raro che l'ostinazione per la veridicità dei dettagli si sia diluita in un racconto di tanta scioltezza narrativa. L'ambientazione preistorica della vicenda è tuttavia intelligente e accettabile, come scelto bene è il 'Cruciale momento dell'evoluzione umana in cui due razze si battono per la sopravvivenza' (come dice l'editore). Questa drammatizzazione personalizzata di uno dei vasti mutamenti di cultura dell'Età della Pietra, sarebbe forse piaciuta al compianto nume del Paleolitico, Francois Bordes, che vedeva le 'Culture' paleolitiche come tribù dai netti confini, in buon vicinato o in contrasto (il Clan dell'Orso spelèo; gli Altri). Ma il racconto evade i tempi e forse i modi della evoluzione umana, che fu meno vertiginosa e non così individuale. Nella bionda Ayla dagli occhi azzurri è semplicemente piacevole scorgere l'Homo sapiens sapiens che siamo o crediamo di essere noi, con la sua irrepressa ansia di ricerca e la sua conoscenza (o ignoranza) della forza propulsiva chiamata amore. Ma in realtà la saga di Ayla e del vecchio clan va proprio semplicemente letta come una nuova variazione moderna su un tema antichissimo. In essa il supporto paleolitico è pleonastico. Il tema è quello grande e magico del gioco avventuroso con l'ignoto, vissuto da singoli individui innovativi, che ha avuto spesso il potere di trasmutare il futuro dell'umanità. Cantato dai poeti, ma ancora assai imperfettamente descritto dagli archeologi, questo gioco è senza dubbio accaduto molte volte nella storia dell'uomo, e il romanzo di Jean Auel testimonia che l'uomo d'oggi sente il bisogno di riscoprirlo e se possibile di rinnovarne l'epos. C'è una qualità fantastica e modernamente epica da 'Guerre stellari', in questo romanzo, che può spiegare la sua presa sul lettore comune. Ma lo possono leggere anche gli accademici, ai quali Ayla può apportare il soffio di immaginazione che loro spesso manca. Francesco Fedele Le illustrazioni sono tratte dal volume «I più antichi artisti d'Europa» (Jaca Book) di André Leroi-Gourhan

Persone citate: André Leroi-gourhan, Auel, Francesco Fedele, Francois Bordes, Jean Auel

Luoghi citati: Europa, Oregon