L'invidioso Salieri avvelena Mozart con l'aiuto di Puskin di Giorgio Pestelli

L'invidioso Salieri avvelena Mozart con l'aiuto di Puskin In disco l'opera di Rimski-Korsakov L'invidioso Salieri avvelena Mozart con l'aiuto di Puskin MENTRE a New York non si trovano posti per i cicli di concerti «Mostly Mozart», e a Londra trionfa «Amadeus» di Schaeffer (con la storia di Mozart avvelenato dall'invidioso Salieri), la casa francese Harmonia mundi dà prova di grande tempestività mettendo in circolazione un disco con l'operina di RimskiKorsakov Mozart e Salieri (1897), composta su quel testo di Puskin che di quella leggenda dell'avvelenamento è la fonte più illustre. Dietro questa faccenda di Mozart ucciso dal bilioso Salieri stanno una ideologia e un fatto storico : la prima è l'esaltazione romantica del genio (Salieri sente di non «avere il genio» di Mozart), il fatto storico è il dominio esercitato nell'Europa del Sei e Settecento dai musicisti italiani, dominio che proprio nell'età di Mozart stava per avere un tracollo da parte delle emergenti culture nazionali. Di queste istanze si è fatto interprete il dramma psi¬ cologico di Puskin, raccolto dal maturo Rimski-Korsakov in una partitura che è un piccolo gioiello di intelligenza, dì ironia e di profonda affettuosità mozartiana. Sulle orme di Dargominski (di cui Korsakov proprio in quel tempo aveva revisionato II convitato di pietra), il testo di Puskin non viene ridotto a «libretto» ma musicato tale e quale per intero; data l'estensione contenuta, il tutto occupa due sole scene per tre quarti d'ora di musica; l'orchestra è cameristica, due soli i personaggi, Salieri (baritono) e Mozart (tenore) che si esprimono costantemente in uno stile fra il recitativo e l'arioso, attento ad ogni sinuosità del testo; si aggiunge il coro per l'impressionante citazione finale del Requiem mozartiano. La prima scena si apre e si chiude con due monologhi di Salieri, tormentato dal divario fra il proprio mestiere, il successo a Vienna, e il genio di Mozart; questi si inserisce in due brevi apparizioni, citando fuggevolmente «voi che sapete, dalle Nozze di Figaro. «Batti batti» dal Don Giovanni (su un violino solo) e poi dando sfogo a una improvvisazione al pianoforte che è una magistrale ricostruzione di Rimski-Korsakov «ala maniera» di Mozart. Nella seconda scena i due maestri sono di nuovo di fronte: Mozart racconta di un uomo misterioso, vestito di nero, che si è presentato alla sua porta chiedendogli di comporre un Requiem; Salieri versa il veleno nel bicchiere di Mozart e per distrarlo chiede: «£' vero che Beaumarchais ha avvelenato uno?»; Mozart lo lascia di stucco rispondendo: *Beaumarchais era un genio; genio e delitto sono incompatibili: Parlano ancora del Tarare (l'opera di Salieri su testo di Beaumarchais), poi Mozart si spegne mentre scende su tutto l'ala scura del Requiem^ n senso della morte che poco alla volta si insedia nella partitura non è lontano da quello che circola nelle ultime pagine dell'aurea novella di MOrike, Mozart in viaggio verso Praga; Rimski-Korsakov si mostra per tutta la breve partitura un grande pasticheur, non diversamente dal Ciaikovski della Dama di picche e dallo Strauss del Cavaliere della rosa; e sotto sotto sembra tenere da conto l'insegnamento del Falstaff verdiano. La dottrina armonica, . la perizia strumentale vengono a taglio al compositore russo: il clarinetto, grande amore di Mozart, è più volte protagonista; anche se la parte del leone la fanno indubbiamente le voci, il canto declamato, modellato sulla parola. Questo rapporto, di supremazia vocale, è perfettamente salvaguardato in questa edizione diretta da Stoyan Angelov: che lascia libero campo alle due voci, bellissime, di Avram Andreev (Mozart) e Pavel Gerdzhikov (Salieri). Peccato che al disco non sia allegato il libretto. Giorgio Pestelli Rimski-Korsakov: Mozart e Salieri, orchestra e coro della radio bulgara, direttore Stoyan Angelov. Harmonia mundi, 145.

Luoghi citati: Europa, Londra, New York, Praga, Vienna