L'acqua ritornerà pura senza sapore di cloro

L'acqua ritornerà pura senza sapore di cloro L'invenzione di un tecnico dell'Acquedotto L'acqua ritornerà pura senza sapore di cloro Mediante un nuovo mezzo di filtrazione su carbone attivo - Ora è sgradevole - L'Azienda municipale sta esaminando il brevetto La notizia che potrebbe cambiare II futuro degli acquedotti Italiani, In primo luogo di quello torinese, è pattata quatl inosservata nell'ultimo congretto tul trattamento delle acque tenutoti proprio In città. SI tratta dell'Invenzione, da parte di un ricercatore dell'Azienda acquedotto municipale, di un nuovo tipo di filtro organico per la chlariflcazlo- ne delle acque potabili che consentirà di eliminare Il cloro e il conseguente gutto cattivo dell'acqua che esce dal rubinetto. Il brevetto, che è stato acqulttato da una società (rancete la quale sta diffondendolo in tutto II mondo, è del dott. Luigi Verde, al quale abbiamo chiesto di spiegarcene I principi. Gli occhi sono quelli d'un sognatore, lo scienziato è nascosto nelle parole precise, scelte ad una ad una in una cultura che fonde tecnologia e fantasia in un cocktail che non t'aspetti. Luigi Verde, Gigi per gli amici e per chi ha letto almeno uno dei suoi libri, romanzi delicati e vagamente autobiografici, sorprende il cronista con i suoi ricordi, Bill Coleman e il suo sax, Lucio Dalla e Paolo Conte, una chitarra dimenticata e la chimica ritrovata. Ha inventato un metodo nuovo per depurare l'acqua, un filtro che rispecchia esattamente cervello e cuore di chi l'ha pensato: un sistema antico, abbandonato da molti, ripreso e modernizzato di quel tanto da farne la più clamorosa novità degli ultimi cinquant'anni in fatto di purificazione d'acqua per uso civile. Un filtro a carbone attivo, che elimina tutti i difetti dei sistemi antichi e introduce tutti i pregi della tecnologia moderna. Ne parla con timidezza, quasi, come se Giappone e Stati Uniti. Francia e Sudamerica non avessero lanciato la sua «creatura» su vasta scala, come se il Canada, regione dalle mille acque, non si accingesse a fare altrettanto. •Il problema della potabilizzazione delle acque veniva affrontato, in passato, con grandi filtri organici, dove la flora batterica interveniva per eliminare opacità e impurità del fluido. Ma questi filtri, pur efficaci, avevano un limite grande: non potevano trattare che limitate quantità d'acqua per unità di tempo e si intasavano facilmente, riducendo l'afflusso di aria e quindi portando a zero i processi di ossidazione necessari per l'intero processo. Erano quindi necessarie grandi estensioni superficiali per trattare piccole quantica. Per questo motivo, e per i concomitanti progressi della chimica, i filtri organici furono abbandonati». I risultati di questo abbandono sono letteralmente «sulla bocca di tutti»: acqua dai rubinetti che sembra conegrina con un sapore di cloro da far paura. Non che sia pericolosa, intendiamoci, ma cattiva si, abbastanza. E' possibile eliminare il cloro? No, allo stato attuale delle cose, in quanto è l'unico sistema per garantire la sterilizzazione dell'acqua (che, non dimentichiamolo, viene dal Po nella sua grande massa). Altri metodi ci sono, come gli ultravioletti (per i piccoli quantitativi) o il permanganato di potassio, che è insapore. Ma questi metodi possono agire su acque già «buone», purificate. Ed è qui che si inserisce il «metodo Verde». In che cosa consiste, esattamente? •Il sistema era di riprendere il vecchio sistema a filtro organico e renderlo attuale. Vale a dire consentire il trattamento di grossi quantitativi in poco spazio e con risultati certi. Si può fare con il carbone attivo. Il carbone attivo è un carbone speciale, ottenuto per riscaldamento in forni senz'aria, di noci di cocco, generalmente. Esso è molto poroso, basti pensare che un centimetri cubo di carbone ha una superficie, considerando le porosità, di 1500 metri quadrati. Facile capire che con volumi relativamente limitati si ottengono superfici enormi. Questi filtri a carbone hanno, generalmente, forma di torre». Ma se era tutto cosi semplice, dove stava il problema? •Il problema era costituito dall'aria. Nei filtri a torre l'aria immessa in superficie non era sufficiente per ossigenare l'intera coltura batterica, quindi il filtro si intasava rapidamente, proprio come quelli vecchi. Immessa alla base, invece, provocava tali gorgoglìi da asportare la colonia batterica e rendere il filtro inattivo. La mia idea, l'uovo di Colombo, se vuole, ma comunque taea, i stata quella di far entrare l'ariu da passaggi intermedi, ovviando ai due problemi contemporaneamente». Riassumendo, come funziona e quali caratteristiche ha questo filtro? Come cambierà il futuro dell'acqua di Torino? •Intanto precisiamo che il carbone presenta porosità che vanno da un Amstrong (un milionesimo di millimetro) a 200.000 Amstrong. Nelle cavità più grosse alloggiano i batteri che si occupano, diciamo cosi, della purificazione dell'acqua. Il liquido che esce è puro e cristallino, potabile in una parola. Comunque, dovendo essere usato in grandi quantità ed a scopi alimentari, è bene procedere alla sterilizzazione. Ma data l'elevata qualità di base, basta impiegare sterilizzanti leggeri, non più il cloro. Infat¬ ti il problema, che è quello di eliminare l'ammoniaca, viene risolto dai nitrobatteri che assorbono, appunto, i derivati azotati fra i quali l'ammoniaca». L'Acquedotto ha intenzione di applicare il suo brevetto nei propri impianti? •E' una domanda da rivolgere ai responsabili». Lo chiediamo, allora, all'ingegner Merlo, il quale risponde: «Ci siamo assicurati il brevetto, e lo stiamo studiando. Certamente ci sarà un futuro di applicazione concreta». Lontano? • No, non molto». Almeno il tempo, probabilmente, oltre che di approfondire gli studi sul «metodo Verde», di ammortizzare il recente impianto a cloro. Ma dopo l'idea dello «scienziato-poeta» Gigi Verde dovrebbe lasciarci il gusto d'un bicchier d'acqua finalmente con il gusto d'una volta. Mauro Benedetti

Persone citate: Amstrong, Bill Coleman, Gigi Verde, Lucio Dalla, Luigi Verde, Mauro Benedetti, Paolo Conte

Luoghi citati: Canada, Francia, Giappone, Stati Uniti, Sudamerica, Torino