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A Torino clandestini discreti
A Torino clandestini discreti A Torino clandestini discreti Gli stranieri a Torino? «Per fortuna non sono un problema come a Roma o Milano», rispondono all'Ufficio stranieri della questura. I fogli di via obbligatoria per quanti non in regola con le norme di soggiorno sono numerosi, ma non eguagliano quelli di altre grandi città, e le strade attorno a Porta Nuova non hanno nulla della grande casbah in cui si è trasformata la stazione Termini a Roma. Quanti seguono il fenomeno, concordano nel sostenere che Torino è ancora, relativamente, tagliata fuori dal flusso dei «clandestini» che dal Terzo Mondo, dai Paesi nordafricani e dal Sudamerica principalmente, arrivano sempre più numerosi anche in Italia a cercar fortuna. La colonia straniera è numerosa, ma ben integrata: Torino è una «città orologio» e gli spazi occupabili da irregolari ed emarginati vari, sono pochi e ristretti. Da due anni ormai, il numero degli stranieri che vivono a Torino è costante: sono circa quindicimila. Tre anni fa, secondo uria stima del Censis. erano poco più di diecimila. I «clandestini», non in regola cioè con il visto o i permessi di lavoro e soggiorno, si presume non superino il 15 per cento, circa duemila, e anche il loro numero sarebbe ormai costante. Oltre alle tradizionali comunità francesi e angloamericane, numerose sono anche quelle degli stranieri che ruotano.attorno alle attività del Bit e dell'Università. Un discreto movimento si registra in relazione ai rapporti industriali con altri Paesi: c'è sempre, in città, qualche' delegazione commerciale, specie dell'Est. Nel complesso però, queste comunità, anche se un po' «chiuse» non denunciano e non pongono grossi problemi. Anche i «clandestini, che giungono a Torino per fermarsi, cercano un loro spazio con discrezione, e appena possono, tentano di regolarizzare la loro posizione. Vanno tutti a ingrossare le file sommerse del lavoro nero: colf africane e asiatiche nei quartieri bene, sguatteri arabi nei più grandi alberghi e ristoranti, manovalanza pesante di ogni parte del mondo nelle fabbrichete e nelle campagne piemontesi. p_
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