Cento ragazzi di Solidarnosc a Torino in «nuove» famiglie di Alberto Gaino

Cento ragazzi di Solidarnosc a Torino in «nuove» famiglie Scambio con la Cisl, dopo il viaggio di sindacalisti torinesi in Polonia Cento ragazzi di Solidarnosc a Torino in «nuove» famiglie Hanno tra i 6 e i 18 anni - Molti sono figli di dipendenti della fabbrica di automobili Fso - Vivranno un mese in città - La Cisl aveva deciso di non rivelarne la presenza nel timore di strumentalizzazioni - Incontro con il sindaco Novelli - Andranno a scuola Novantasei giovani dalla Polonia a Torino, per iniziativa di Solidarnosc e della Cisl. Il primo gruppo è arrivato dieci giorni fa, il secondo è sbarcato sabato pomeriggio alla Malpensa da un volo della «Lot». Vengono da Varsavia, Cracovia, da centri meno noti come Elblong e Opole, sul Mar Baltico o vicino ai monti Tatra. Molti sono figli di dipendenti della Fso, la fabbrica che costruisce automobili su licenza Fiat. Hanno tra i sei e i diciott'anni di età. I più sono molto giovani, biondissimi, lo sguardo incuriosito dalle «molte novità», serio, compito, da ragazzini abituati a non drammatizzare per l'imprevisto. Rimarranno a Torino trenta giorni, ospiti di famiglie di militanti sindacali e di cattolici, in uno spirito di -amicizia e fraternità». Impareranno qualche parola di italiano, visiteranno Torino, staranno insieme a loro coetanei, per .fare un'esperienza diversa», come hanno chiesto i dirigenti di Solidar¬ nosc alla Cisl, al termine del viaggio, nello scorso agosto, di 43 sindacalisti torinesi in Polonia. Negli uffici della Cisl, in via Barbaroux. avrebbero preferito che la notizia dell'iniziativa non trapelasse: a fatica siamo riusciti ad avere la conferma ufficiale e l'indirizzo del Collegio dei Giuseppini a Rivoli, dove sabato sera i giovani polacchi del secondo gruppo sono stati accolti dalle famiglie che li ospitano. Si temeva — e si teme — la speculazione politica, una curiosità fuori posto per questi giovani. E si era pensato di parlarne solo a «esperienza conclusa». Per evitare anche ogni malinteso con Cgil e Uil sulle finalità dell'iniziativa. -Che abbiamo preso noi — dicono in via Barbaroux — unicamente per ricambiare l'ospitalità offertaci in Polonia. Avevamo invitato sindacalisti di Solidarnosc nel quadro di normalissimi scambi di conoscenze. Ma loro hanno preferito che venissero i ragazzi, ad ampliare gli orizzonti della loro età nel contatto con le nostre esperienze, la nostra cultura, la nostra città». Chi vuol capire capirà. A giorni il sindaco Novelli riceverà in municipio il gruppo. Intanto sabato sera abbiamo conosciuto il piccolo Marcin e i suoi compagni di viaggio. Una signora della comunità polacca si è prodigata come interprete. Cosa sai. Marcin. dell'Italia, di Torino? -Mio papà che è stato qui mi ha raccontato molte cose, ma le ho dimenticate tutte». E Dariusz: -Sappiamo che qui c'è una grande fabbrica di automobili». Poi ancora Dariusz: -L'idea che vivremo in famiglia è splendida. Ci sentiremo un po' a casa». Una ragazza, Violetta: -Sono curiosa di conoscere il Paese dove vive papa Wojtyla. La televisione, i giornali ne parlano molto». E Marcin: «Se la gente si spiegherà in italiano cercheròdi capire». Si è parlato anche di Solidarnosc e della Polonia con i più grandicelli. Per Violetta. 15 anni, -Solidarnosc ha fatto precipitare la situazione, creato le code ai negozi, provocato la scarsità di generi alimentari», mentre Adam, 18 anni, ha altre idee. Lui dice che -erano necessari gli scioperi», che -Solidarnosc ha fatto cose giuste». Poi aggiunge in tono molto riflessivo: -Non so come finirà. Tra un anno partirò militare e ho paura che quel giorno arrivi e io debba sparare sulla mia gente». Alberto Gaino

Persone citate: Wojtyla