A Parigi c'è soddisfazione «Lo Sme funzionerà meglio» di Paolo Patruno
A Parigi c'è soddisfazione «Lo Sme funzionerà meglio» Le prime reazioni nelle capitali allo «scossone» di Bruxelles A Parigi c'è soddisfazione «Lo Sme funzionerà meglio» PARIGI - Il governo francese ha accettato la svalutazione del franco del 3%, ma grazie all'analoga misura assunta dall'Italia, la Francia socialista non ha l'impressione oggi di essere l'ultima della classe tra i paesi europei. Di certo, lo scarto nei confronti del marco (rivalutato con il fiorino del 5,50%) è salito all'8 e mezzo. E la constatazione non può essere registrata dunque con soddisfazione dai nuovi responsabili francesi, se appena si ricorda che proprio Giscard era stato l'ispiratore con Schmidt dello Sme e che la Francia aveva aiutato il marco in crisi a due riprese, nel febbraio '80 e nel marzo '81. Ma da allora molte cose sono cambiate sui due versanti del Reno. Il marco ha superato la bufera scatenata dalla folle ascesa dei tassi di interesse degli Usa e dall'escalation del dollaro, e Schmidt ha adottato una severa politica di bilancio in cui si inquadra questa rivalutazione che smorzerà la spinta inflazionistica interna. A Parigi, inve¬ ce, il nuovo governo socialista si è trovato con una non lieve eredità lasciatagli da Giscard e l'ha ancora appesantita con una politica neo-keynesiana di rilancio dei consumi e di espansione finanziata da un massiccio deficit di bilancio che surriscalda l'inflazione. In queste condizioni era scontato un massiccio attacco speculativo contro il franco. Dopo aver resistito a tre ondate in maggio, agosto e settembre adottando severe misure di difesa. Mitterrand e il suo ministro delle Finanze Delors hanno dovuto accettare alfine una decisione che, per motivi politici di prestigio, non avrebbero dovuto prendere. Ma l'Eliseo si è alla fine convinto che non poteva polverizzare le riserve della Banca di Francia e si è arreso all'evidenza di non poter continuare a restare «incollato» a Bonn, avendo un tasso di inflazione interna almeno doppio di quello tedesco. Grazie a questa misura, dunque, il governo socialista finisce di sacrificare la sue riserve valutarie in una impos¬ sibile difesa del franco e soprattutto dà un rinnovato slancio alle sue esportazioni, sostenendo cosi con un'altra arma la sua politica-sfida di accelerata espansione economica in un difficile contesto internazionale. Ai suoi critici interni che già si sono manifestati ieri sera (e fra i primi l'ex ministro giscardiano delle Finanze Monory. il quale ha definito questo provvedimento «una sanzione contro la politica socialista, che in cinque mesi aiwicina la Francia all'Italia') Mitterrand può rispondere poi che questa nuova svalutazione del franco nel dopoguerra non è quella di maggiore entità. Una prima reazione ufficiale, comunque, la si è avuta ieri sera. Commentando le decisioni di Bruxelles a Radio France, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Jacques Delors. ha detto che «lo Sìrie potrà funzionare domani meglio di oggi, con parità che tengono conto del passato*. Paolo Patruno
Persone citate: Delors, Jacques Delors, Mitterrand, Monory, Radio France, Schmidt
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