Il futuro dell'Alfa Romeo prevede decisioni che saranno «amare» di Ettore Massacesi

Il futuro dell'Alfa Romeo prevede decisioni che saranno «amare» Il futuro dell'Alfa Romeo prevede decisioni che saranno «amare» II presidente della società non ha voluto entrare nei particolari del piano di risanamento - Considerata irrinunciabile la politica delle alleanze (con Nissan e Fiat) DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TOKYO — «Se due o tre anni fa gli esperti mondiali prevedevano per il prossimo decennio un tasso medio di sviluppo del mercato automobilistico del 2 per cento, oggi quelle previsioni diventano più caute. L'anno si chiude con una diminuzione della domanda e non c'è ottimismo neppure per il 1982, poiché un po' ovunque praticano politiche economiche restrittive per controllare le pressioni inflazionistiche». Lo ha detto il presidente dell'Alfa Romeo, Ettore Massacesi, in una conferenza stampa tenuta ieri a Tokyo a giornalisti italiani e giapponesi in occasione dell'inaugurazione del Salone dell'automobile. Per Massacesi l'eccedenza della capacità produttiva rispetto alla domanda è ormai un fatto generalizzato. «Pertanto collaborazioni produttive e alleanze tra diverse Case rappresentano una via per evitare, quantomeno, eventi traumatici nell'industria dell'auto». L'Alfa Romeo cosa ha fatto in proposito? «Dopo l'accordo con la Nissan ha continuato la ricerca di nuove "joint venture" per raggiungere un buon livello di concorrenzialità attraverso più elevate economie di scala. In questo quadro va vista l'intesa con la Fiat per produrre congiuntamente alcuni macrocomponenti delle autovetture che le due società produrranno, a partire dalla seconda metà degli Anni Ottanta, non intaccando l'autonomia delle due aziende». Questa intesa, che si spera possa sfociare in un accordo vero e proprio, è rappresentata visivamente al Salone Tokyo, dove gli stands Fiat ed Alfa sono uniti. La Fiat presenta alla rassegna la nuova «Argenta» 2000 ad iniezione, la «Panda», la «131» due litri, la «Ritmo», la «Xl-9», la «124» spider, la Lancia «Trevi» 2000 ad iniezione; l'Alfa espone la berlina «Alfasud», la «GTV» 2,5 sei cilindri e l'«Alfetta» con cambio automatico. Ma i soli accordi non sono sufficienti. Cosa fa l'Alfa Romeo per il suo futuro? «Abbiamo intrapreso una forte azione di riorganizzazione delle strutture produttive, sottoscrivendo un accordo particolarmente significativo con le organizzazioni sindacali. Purtroppo il perseguimento degli obiettivi di ristrutturazione ci imporrà qualche amara decisione, ma il problema dell'Alfa Romeo è quello di essere più competitiva nel mercato interno ed internazionale. Occorre quindi più flessibi- liti e dinamismo di quanto gli avvenimenti politici ci hanno consentito nel trascorso decennio». Sulle «amare decisioni», Massacesi non ha voluto dire niente di più, ma si può supporre che l'azienda debba operare tagli di manodopera. Visto che ci troviamo a Tokyo una domanda sull'accordo con la Nissan è d'obbligo. A che punto si trova? «Stiamo marciando secondo i piani. Sono già iniziati i lavori per lo stabilimento Ama di Pratola Serra, alla periferia di Avellino, che sarà adibito all'assemblaggio delle scocche della nuova vettura Alfa-Nissan. Questa nuova auto sarà pronta nella primavera del 1983, ne saranno prodotte 60 mila l'anno, di cui metà per l'esportazione, sarà praticamente il modello «Cherry» della Nissan con alcune varianti alla carrozzeria. Lo ha confermato la stessa Casa automobilistica giapponese in un incontro con i dirigenti della società nel corso di una visita compiuta ad uno dei suoi stabilimenti. Crede sempre alla validità | di questo accordo o c'è qualche pentimento? «Dopo appena un anno e ancor prima dell'uscita della vettura sarebbe troppo presto per essere pen titU. Quali sono, secondo lei, i «segreti» dello sviluppo dell'industria giapponese? «E' difficile dare un ordine di precedenza ai fattori che determinano il successo dell'industria giapponese. Comunque esso è dovuto prevalentemente all'alta efficienza del sistema politico e produttivo (quando si decide, si decide bene e si decide subito) e della manodopera. La profonda differenza tra il modo d'agire dei nostri sindacati e di quelli giapponesi dà notevoli risultati a loro favore». Nella conferenza stampa ha accennato all'eccedenza delle capacità produttive dell'industria automobilistica rispetto alla domanda. Può quantificare queste eccedenze? «E' molto semplice. L'eccedenza dell'industria automobilistica occidentale è praticamente pari al numero dei veicoli che il Giappone esporta in queste aree». Renzo Vii lare Ettore Massacesi

Persone citate: Cherry, Ettore Massacesi, Massacesi, Renzo Vii

Luoghi citati: Avellino, Giappone, Pratola Serra, Tokyo, Trevi