La Fiat: tecnologia e qualità così batteremo i concorrenti

La Fiat: tecnologia e qualità così batteremo i concorrenti DA TORINO E DA TOKYO DUE INTERVENTI SULLE STRATEGIE DELL'AUTO IN ITALIA E NEL MONDO La Fiat: tecnologia e qualità così batteremo i concorrenti TORINO — «Il fatto nuovo, in campo automobilistico, è che da qualche anno i giapponesi immettono sul mercato mondiale da sette a otto milioni di vetture all'anno. Anche sema la caduta delle vendite che si è verificata, ci sarebbe stato comunque un eccesso di produzione globale. Di conseguenza qualcuno nel mondo dovrà tirarsi da parte. Noi, Fiat, ci siamo e intendiamo rimanere». Cosi si è espresso ieri l'amministratore delegato della Fiat Auto, Vittorio Ghidella, conversando con alcuni giornalisti. Parole di semplice speranza? Caloroso auspicio per un futuro incerto? Programmi sulla carta? Scommessa ancora tutta da giocare? A questi ed altri interrogativi aveva già dato una risposta preventiva il direttore della produzione Fiat Auto, Cesare Bracco, guidando i rappresentanti di una mezza dozzina di quotidiani in un giro di quasi quattro ore, nei punti vitali dell'enorme struttura produttiva formata dagli stabilimenti di Mirafiori e di Rivalta. Con l'avvertenza che le tecnologie di assoluta avanguardia in campo mondiale, osservate a Torino, sono adottate anche nelle altre aziende del Gruppo, per esempio a Cassino ed a Termini Imerese; oltre che nel complesso appena nato (non ancora inaugurato) di Valle del Sangro, definito dai primi visitatori .do stabilimento più moderno del mondo», dove si produce il «Ducato», un veicolo commerciale realizzato in collaborazione con la Peugeot e destinato a confrontarsi, a livello mondiale, con la concorrenza americana e giapponese. Una visita per «far toccare con mano» come procede il programma dei 5 mila miliardi di investimenti in cinque anni (1980-85) dei quali sono già stati spesi oltre 1.500 mi liardi. La panoramica si è conclusa nel reparto segretissimo dei nuovi modelli, con la possibilità di sedersi al volante, di guardare sotto il cofano di constatare come stanno comode tre persone sul sedile posteriore, di rivolgere do mande sulla potenza dei mo tori e sui consumi. Il 1983 è pronosticato da tutte le Case automobilistiche come l'anno della ripresa del mercato mondiale. Però sarà preceduto dal 1982 definito «un anno nero», durante il quale "la crisi del mercato europeo dovrebbe stabilizzarsi al punto più basso mentre si aggiungerà la crisi del mercato italiano, l'unico che fino ad un mese fa ha continuato a crescere, ma che da settembre ha cominciato a far registrare un sensibile calo». Due, quindi, i problemi da risolvere. Essere competitivi subito, sia sotto l'aspetto della qualità, sia sotto quello del costo per affrontare il «nero» 1982. Presentarsi con il massimo della forza che la Fiat è capace di mettere in campo, alla ripresa del 1983. Dall'inizio dell'anno ad oggi e a a è i la Fiat ha lanciato 5 modelli nuovi o rinnovati (Ritmo Super, 127 diesel, nuova 131, Ritmo 105 TC, Argenta) e altri due (127 terza serie e Ritmo Abarth due litri) usciranno entro dicembre. Con la Panda, uscita l'anno scorso, è stato realizzato un massiccio rinnovamento della gamma «superiore a quello della più qualificata concorrenza, costrut¬ tori giapponesi compresi». Questo sforzo che risultati ha dato? I dirigenti Fiat rispondono citando alcuni dei «primi risultati ottenuti sui mercati che in questo momento sono tra i più difficili»: in Germania nei primi nove mesi del 1981 la Fiat ha aumentato del 5,5 per cento le vendite in un mercato che è calato del 5,1 percento; in Francia il mercato e sceso del 4,6 per cento, ma la Fiat ha aumentato le sue vendite del 15,1%; in Inghilterra, di fronte ad una diminuzione del 4,8 per cento della domanda, le vendite di vetture Fiat sono aumentate del 7,3 per cento. Modelli nuovi ma anche qualità più elevata a costi concorrenziali. «Il problema prioritario per noi — ha detto Ghidella — era la riduzione dei costi e una maggiore efficienza. All'inizio del 1980 la differenza rispetto ai concorrenti europei era del 28 per cento. In un anno e mezzo abbiamo recuperato un 20 per cento. Abbiamo trasferito questo recupero interamente sui prezzi: oggi sul mercato europeo le nostre vetture hanno prezzi leggermente inferiori alla media; in Italia gli aumenti sono stati poco più della metà dell'inflazione». «C'è ancora parecchio da fare — ha concluso Ghidella — anche perché i concorrenti non stanno certamente fermi. Tuttavia, perché non dovremmo farcela se riusciamo a conseguire una produttività europea, con tecnologie migliori e più avanzate, con modelli nuovi di qualità elevata?». Sergio Devecchi <m Ti & Una squadra di «robot» saldatori al lavoro sulla carrozzeria della «131»

Persone citate: Cesare Bracco, Ghidella, Ritmo Abarth, Ritmo Super, Sergio Devecchi, Vittorio Ghidella