Branciaroli, un furfantello deluso per il poco pubblico

Branciaroli, un furfantello deluso per il poco pubblico PERSONE: colloquio con l'attore che recita all'Adua Branciaroli, un furfantello deluso per il poco pubblico Ha lavorato con due maestri del cinema, Jancsó e Antonioni. in teatro è stato diretto da Trionfo. Ronconi, Bene, a soli 25 anni il primo ruolo da protagonista in JVerone è morto?. E' il curriculum, sbrigativo ma sintomatico, di Franco Branciaroli. 34 anni, torinese d'adozione (ha una casa qui), riccioli naturali, due grandi occhi acqua marina. Assomiglia a tanti ragazzi d'oggi, jeans e golf, senza smanie divistiche, cordiale con il cronista. Lo incontriamo in un gelido camerino del Teatro Adua, dopo una replica de «Il furfantello dell'Ovest- di cui ha curato anche la regia, «ma è un caso sporadiCO' precisa subito. E' deluso, ma non troppo, per la scarsa affluenza di pubblico (l'altra sera c'erano solo cento persone in sala), «é un peccato perché il testo di Synge, un classico del teatro anglosassone, è una novità per l'Italia e in più gli spettatori hanno perso u n 'occasione per divertirsi ». E' diventato attore per motivi abbastanza insoliti: •Iniziai la scuola di recitazione del Piccolo a Milano perché avevo bisogno di un motivo valido per rinviare il servizio militare». Crede, però, alla vocazione perii palcoscenico «in quanto la recitazione è comunicativa, l'attore fa un uso professionale di un dono dell'esistenza» e inoltre, citando Orson Welles, «o/i italiani so¬ no i più grandi attori del mondo, tranne quelli che stanno sul palcoscenico». Un ragazzo che vorrebbe fare l'attore lo incoraggerebbe perché «si lavora due al giorno, si guadagna abbastanza bene». Non ama la retorica, dunque, e neppure la modestia: -Il cinema italiano attuale non ha bisogno di me, non vedo die ruolo potrei fare nelle commedie sesso-casarecce: non c'è purtroppo cinema drammatico». Ha un sogno segreto: «Per fare un film con Billy Wilder, lascerei tutto e scapperei a Hollywood»; per essere, invece, più realistici non è interessato alla regia del genere •operazione sul testo», sottolineando come «sia molto più difficile fare il metteur en scène che non la rivisitazione di un classico». E poi aggiunge perentorio: •L'era del regista-dio è finita». Finita la tournée di questo spettacolo, debutterà a gennaio a Firenze con la «La ballata sull'amore e sulla morte dell'alfiere Cristoforo Rilke» di Rainer Maria Ri lice, un one-man show in cui si esibirà anche come cantante. r.g.

Persone citate: Antonioni, Billy Wilder, Branciaroli, Franco Branciaroli, Orson Welles, Rainer Maria Ri, Ronconi

Luoghi citati: Firenze, Hollywood, Italia, Milano