Oggi il governo decide la partecipazione dell' Italia alla forza di pace nel Sinai

Oggi il governo decide la partecipazione dell' Italia alla forza di pace nel Sinai Solo i comunisti si oppongono; «Per il nostro Paese le conseguenze sarebbero gravissime» Oggi il governo decide la partecipazione dell' Italia alla forza di pace nel Sinai ROMA — Stamani il Consiglio dei ministri si occuperà del problema del Medio Oriente: verrà discussa, in particolare, la partecipazione dell'Italia alla «forza di pacemultinazionale che avrà il compito di garantire la sicurezza del Sinai dopo il ritiro delle forze israeliane, previsto per la fine del prossimo aprile. La restituzione del Sinai all'Egitto è uno dei punti più importanti degli accordi di Camp David. Proprio nel trattato di pace è previsto che nella fase di passaggio il territorio venga presidiato da una forza militare internazionale. Prima gli egiziani e. subito dopo la morte di Sadat. anche gli americani e gli israeliani hanno chiesto di partecipare al contingente militare oltre che all'Italia, alla Francia, al Regno Unito e all'Olanda. Tutti e quattro i Paesi hanno in linea di massima aderito: nei prossimi giorni dopo l'avallo politico dei partner europei, nelle quattro capitali verrà contemporaneamente dato l'annuncio ufficiale. La prima richiesta all'Italia per una partecipazione alla «forza di pace» (pare, comunque, che il nostro paese metterà a disposizione soltanto due motovedette per la sorveglianza di Sharm-el Sheik) risale all'aprile scorso quando il sottosegretario di Stato americano. Haig. si fermò a Roma di ritorno dal suo giro in Medio Oriente, prima dell'attentato a Sadat. Del Sinai si è continuato a parlare in questi giorni tra europei, prima nel comitato ristretto di esperti in questioni medio orientali, a Londra, e successivamente lunedi scorso, a Lussemburgo nel corso dell'incontro dei ministri degli Esteri dei «Dieci». La posizione dei partiti è abbastanza in linea con la volontà del governo. Un'opposizione articolata é stata avanzata invece dai comunisti. .Sarebbe gravissimo — scrive Antonio Rubbi dell'ufficio esteri del pei su Rinascita — se il governo italiano assumesse una simile decisione e lo facesse all'insaputa del Parlamento. Si tratterebbe di una scelta che comporterebbe conseguenze pericolosissime per il nostro Paese». .Intanto — spiega Rubbi — porterebbe per la prima volta soldati italiani a operare fuori dell'area geografica della Nato per conto non delle Nazioni Unite, ma degli Stati Uniti: in secondo luogo sentirebbe ad avallare un disegno di soluzione della crisi medio orientale, quella di Camp david, unilaterale e parziale, destinato ad acuire e non superare i contrasti nella regione. Infine sarebbe considerato un atto di inimicizia del nostro Paese nei confronti della stragrande maggioranza dei Paesi arabi e del popolo palestinese». r. c.

Persone citate: Antonio Rubbi, Del Sinai, Haig, Rubbi, Sadat