I Khomeini cristiani d'America di Furio Colombo

I Khomeini cristiani d'America NEGLI STATI UNITI STA SCOPPIANDO UNA GUERRA DI RELIGIONE? I Khomeini cristiani d'America Si fanno sempre più gravi le tensioni fra Chiese cattoliche, nuova destra cristiana, ebrei e protestanti - Nascono tuttavia anche singolari alleanze - Leader cattolici e cristiani integralisti si battono insieme per uno Stato teocratico - Chi taglierebbe le dita ai colpevoli e ai recidivi, chi priverebbe le donne della parità di diritti - Il vento dell'Islam diventa americano NEW YORK — I fatti che stanno per essere narrati in questo articolo sono provati dalle fonti indicate per ciascuno di essi. E' una precisazione che può servire al lettore per orientarsi in un elenco di eventi che sembrano il materiale di un romanzo bizzarro piuttosto che notizie di cronaca. Il dr. Jeronimo Rodriguez, medico newyorkese nato a Salamanca, è il candidato cattolico del movimento 'Per la vita» tanti aborto) alle elezioni municipali di New York fCatholic New York. 18 ottobre 1981). Il dr. Rodriguez è anche l'originale sostenitore di un nuovo tipo di lotta al crimine: propone l'amputazione progressiva delle dita in relazione alla gravità del delitto o alla tendenza recidiva dell'imputato (Cbs-tv, notiziario della sera, 26 ottobre 1981). Edward McAteer, presidente di una organizzazione che si chiama «Roundtable» (tavola rotonda), afferma che «una società cristiana basata sulla Bibbia può solo essere concepita come una società teocratica che non lascia spazio ad alcuna forma di dissenso religioso (New York Times, 27 settembre 1981). Il settimanale The Jewish Week-American Examiner scrive, il 27settembre, che «le chiese cristiane liberali sono un centro di attività diretto alla eliminazione di Israele». Lo stesso settimanale, il 25 ottobre, riporta la seguente nota dell'American Jewish Congress, cioè una delle maggiori organizzazioni ebree americane, di cui il giornale è portavoce: «Il movimento evangelico di destra sta usando la religione come uno strumento di coercizione e intimidazione ed è necessario opporgli una strenua resistenza». Dice ancora il giornale, parlando del movimento cristiano di destra, detto anche fondamentalista, e nemico giurato delle chiese «liberali» (cioè, nel loro linguaggio, «chiese di sinistra'): «E' vero che i cristiani conservatori e la loro coalizione, la Moral Majority, sostengono lo Stato di Israele. Ma questa presa di posizione formale non compensa il loro atteggiamento persecutorio e nemico delle libertà civili». Nel mese di agosto, lo stesso giornale (The Jewish Week-American Examiner) aveva dedicato a Jacobo Timerman un articolo intitolato «Martire o avventuriero?». Jacobo Timerman è l'ex direttore del giornale La opi¬ nion di Buenos Aires, esponente del sionismo di quel Paese, che ha scritto nel volume Prigione senza nome di essere stato perseguitato non per la sua posizione politica, ma perché ebreo. Il volume ha avuto il maggiore premio giornalistico dalla Columbia University. Ma l'accusa di avere mentito è stata mossa a Timerman dai più importanti giornali e gruppi del movimento ebreo americano. A fumetti Alberto è una storia a fumetti che si è venduta sinora negli Usa (quasi sempre in piccole città di provincia) nella misura sorprendente di oltre due milioni di copie. Alberto è pubblicato dalla casa editrice Crusader, di Chino, in California, un centro di propaganda del cristianesimo oltranzista (il gruppo che si definisce «Moral Majority»). Racconta vita e avventure di un agente segreto che altri non è che un sacerdote gesuita il cui compito è infil¬ trare e distruggere le chiese evangeliche della nuova destra. Non solo, ma un Alberto Rivera che afferma di essere il vero personaggio, e dice di essere un ex gesuita spagnolo incaricato davvero di vivere le avventure descritte dal fumetto, sta facendo un giro di conferenze in America, sostenuto dalla «Nuova destra cristiana», uno schieramento che a volte si identifica nella «Moral Majority», a volte nella «Roundtable» di cui abbiamo appena parlato. Ma questa «guerra di chiese» conosce altre complicazioni. Archibald Cox, già special prosecutor per l'affare di Watergate, eminente giurista di orientamento repubblicano, ha comprato e pagato un'intera pagina del New York Times il giorno 11 ottobre, per far notare al Paese il pericolo di uomini come il reverendo Jerry Falwell. Jerry Faticeli è il leader della «Moral Majority», è membro della «Roundtable» che — secondo il New York Times del 27 set- tembre — invoca un regime teocratico ed è considerato uno dei personaggi che più hanno avuto influenza nella vittoria di Reagan e del conservativismo repubblicano. Non basta. Archibald Cox fa apparire, nella pagina da lui acquistata per pubblicare la sua protesta, la fotografia del senatore Helms, uno dei senatori più abili e attivi della nuova destra. Helms, distaccandosi senza rimpianti da tutta la tradizione di tolleranza su cui i padri fondatori hanno posto le fondamenta dell'edificio America, non esita a dire: «Questo dev'essere un paese cristiano e solo cristiano» (Abc-tv, 13 agosto 1981). Un Paese cristiano, nell'opinione di Helms, deve approvare una legge che trasforma l'aborto — ogni tipo di aborto — in omicidio. Il progetto prevede che anche una involontaria interruzione di gravidanza debba essere investigata nel caso che si profili un reato. Gli risponde, sul supplemento domenicale del New York Times di domenica 4 ottobre la fotografia a piena pagina di una bambina sugli undici-dodici anni con la scritta: «E' pronta per partorire. Ma è pronta per essere madre? E se fosse stata stuprata?». E conclude a lettere di scatola in fondo alla pagina: «L'aborto è una questione di coscienza, non di politica». In che modo questi episodi di guerriglia religiosa si compongano sul terreno politico è difficile dire. Il presidente Reagan si tiene cautamente lontano dalla controversia, ma ha bisogno di legami con il senatore Helms al Senato, con il reverendo Falwell presso l'immensa opinione di quella che gli esperti chiamano «la provincia interna americana» (cioè quasi dovunque tranne la California e New York). Il senatore Kennedy corre — si dice — i suoi rischi perché i cattolici di Boston hanno l'ordine di non dare il voto a chi ha favorito l'aborto. Kennedy è colpito da questa accusa per avere votato l'assistenza medica alle ragazze incinte che non possono pagare un dottore privato. L'accusa non gli viene dalla diocesi. Ma, stranamente, la diocesi ha scelto di raccoglierla dalla «Moral Majority» e dal gruppo «Per la vita» del dr. Rodriguez (quello del taglio progressivo delle dita) e dal senatore Helms. un cristiano fondamentalista appassionatamen te anti-cattolico. Il giornale della diocesi offre allo strano dr. Rodriguez un articolo di mezza pagina con la fotografia e l'appoggio della gerarchia cattolica. D'altra parte lo stesso giornale sferra un violentissimo attacco al Dipartimento di Stato per il Salvador, con un articolo in prima pagina che si apre con il titolo «Gli assassini pagati dal signor Duarte (il presidente democristiano della giunta del Salvador, n.d.r.) hanno avuto il nostro messaggio». Il messaggio, naturalmente, è un sostegno appassionato della gerarchia cattolica a ogni movimento che contesta l'attuale governo o il presunto ordine di quel Paese. Ma i cattolici, che si sono presentali insieme alla «Moral Majority» e allo schieramento «Per la vita» (una marcia di duecentomila persone a Washington) e che hanno addirittura assunto la guida del movimento che ostacola gli uguali diritti per le donne e hanno la presidenza della «Roundtable» (è cattolico quel McAteer. quello che invoca un regime di teocrazia) offrono i due seguenti documenti. 11 agosto, Los Angeles Times: «Il vescovo di Seattle invita, dopo una lunga e dolorosa riflessione, i cattolici della sua diocesi ad astenersi dal pagare quella parte di tasse che andrà a finanziare la corsa alle armi. Il vescovo annuncia che un cristiano deve avere il coraggio di violare la legge per amore della pace, che è la parola di Cristo». terno di ciascun gruppo, con divisioni aspre e amare che sembrano tagliare in tanti punti il corpo della religiosità americana. E' una guerra di chiese perché i cattolici sono attaccati dai nuovi cristiani di destra come non era mai accaduto in passato, e i movimenti ebrei si mostrano duri, sia pure in momenti e con ragioni diverse, verso i due protestantesimi, quello tollerante ma freddo con Israele, e quello duro e teocratico che però fa di Israele una bandiera (una finta bandiera, dicono alcuni). Ma è anche una guerra intestina di ciascun gruppo. Senza pace Gli esponenti del movimento «Per la vita» sono cattolici che marciano con la destra cristiana contro l'opinione ebrea e quella protestante, infinitamente più tollerante. Questi due schieramenti si astengono però in politica estera (oppure dividono gli atteggiamenti della nuova destra) mentre la Chiesa cattolica dimostra un impegno «a sinistra» (contro le armi e in favore del Terzo Mondo) che non ha precedenti nella vita pubblica americana. I gruppi ebrei d'altra parte sono vicini ai cattolici su alcune questioni (il solidarismo con le minoranze, i negri, il problema dei poveri) ma si sentono vicini alla «Moral Majority» quando si parla di armi, di difesa, di inflessibilità internazionale, timorosi come sono di ogni circostanza o umore che potrebbe iso¬ lare Israele. Ma — come si è visto — c'è ansia nell'opinione ebrea verso i nuovi gruppi religiosi americani. Nella storia e nella cultura ebraica del mondo la frase «vogliamo una nazione tutta cristiana» non è mai suonata come una buona promessa. Il panorama è contraddittorio. Si vede una rete di tensioni che avranno fra poco conseguenze importanti nella vita pubblica americana. Afferma l'ex senatore Dick Clark, uno dei grandi liberali d'America, che è assiduo partecipante —per la sua passione politica e la sua personale religiosità — ai dibattiti sul «nuovo cristianesimo»: «C'è il vento di un furioso fondamentalismo islamico nel mondo. Ci sono sogni di fondamentalismo e di revival nella religiosità ebrea in Israele. Perché non dovrebbe esserci un'ondata di fondamentalismo cristiano? Questi fenomeni non sono mai segnati dalla razionalità. Sono segnati soprattutto dalla passione. Questa è l'epoca della storia che siamo sul punto di attraversare». Dice il teologo Webber del Wheaton College: «La situazione religiosa in America oggi ci appare come un campo di battaglia. Ma è anche il segno che il bisogno di religiosità non è mai stato tanto vivo. Certamente mai negli ultimi trent'anni. Non spaventatevi di tutte queste contraddizioni e tensioni. Ricordate la parola del Vangelo: "Non sono venuto a portare la pace"». Furio Colombo