L'importanza di un guanto

L'importanza di un guanto La protezione delle mani nelle lavorazioni industriali L'importanza di un guanto L'ostacolo maggiore alla sua diffusione è la ridotta capacità di presa - Nuove fibre permettono di ovviare a questo inconveniente Nonostante la pericolosità di certe lavorazioni e l'obbligo sancito dalle organizzazioni per la prevenzione degli infortuni, ancora molte persone, in svariati settori industriali, si ostinano a rifiutare il guanto di protezione. Inoltre, molte industrie, tanto piccole quanto medie, sottovalutano il problema e non lo ritengono prioritario, sia per una questione di costo sia appellandosi alla tradizione, secondo cui «si è sempre fatto cosi». L'ostacolo più sentito e apparentemente insuperabile alla sua massiccia diffusione sono la minima sensibilità, la scarsa prensilità e l'assenza di tatto del guanto di protezione. Sembra a prima vista una situazione irreversibile. Non lo sarebbe se ci fosse un prodotto che desse le massime garanzie di spessore e protezione, e che consentisse la massima sensibilità o tattilità, o addirittura che aumentasse la sensibilità rispetto alla pelle della mano nuda. Per chiarire questo concetto, proviamo a pensare alle ventose che usano i vetrai per sollevare pesanti lastre di cristallo: hanno una presa superiore alla pelle della mano, grazie all'azione combinata della gomma e del vuoto d'aria. Eppure, il tipo di guanto da lavoro che aumenta la sensibilità della mano non è frutto di fantasia, ma è da poco diventato realtà. Prodotto dalla Fi.Ma. di Torino, il guanto è in maglia grossa o media, in cotone o in fibre miste; in corrispondenza dei polpastrelli e del palmo vengono spalmate, a mo' di ventosa, alcune goccioline di uno speciale pvc misto con adesivo, che ad essiccazione ultimata fa corpo unico con la struttura del guanto. La maglia «senza cuciture» al vantaggio della morbidezza del cotone unisce la proprietà di vestire la mano in modo perfettamente anatomico; inoltre consente la più naturale libertà di movimento. Infine, la possibilità di varie applicazioni, di parziali o totali ' nmersioni in Pvc, apre la strada a una serie di nuove applicazioni, in grado di superare gli ostacoli che si frappongono alla capillare diffusione del guanto di lavoro. A ogni tipo di esigenza si può far fronte sia con vari spessori sia con fibre diverse. Come si sa, nel campo della maglia tutti gli spessori sono possibili, basti pensare alle calze di nylon da donna o a un grosso maglione da sci. Così la Fi.Ma. produce guanti in Kevlar, nuova fibra aramidica, che possiede la più elevata resistenza alla rottura tra le fibre disponibili sul mercato. Posta a 100 la resistenza alla rottura di Kevlar, la fibra di carbone fa 74, la fibra di vetro 46, il nylon 45, l'acciaio 19. Kevlar possiede numerose altre caratteristiche: è leggero; è robusto, tanto da essere impiegato in giubbotti antiproiettile leggeri (è in grado di arrestare pallottole sparate dalla maggior parte di pistole normali); è resistente al caldo e al freddo, fino a 180 gradi mantiene la maggior parte delle proprietà che ha a temperatura ambiente; e poiché non fonde e non favorisce la combustione, rappresenta l'ideale per numerosi impieghi ad alte temperature, compresa la protezioni personale. Guanti di Kevlar correttamente lavorati possono offrire una maggior protezione, grazie alla sua resistenza ai tagli, alle forature, all'abrasione. Test di laboratorio e prove pratiche hanno dimostrato che per fare un taglio o un foro nel tessuto di Kevlar occorre una forza pari a una volta e mezzo quella necessaria su un tessuto di cotone di pari peso. Per danneggiare tessuti in Kevlar occore una forza doppia di quella suffi ciente per danneggiare arti' coli di pelle di peso quattro volte superiore. La resistenza all'abrasione dei tessuti in Kevlar è notevolmente più elevata Un'altra ragione della maggior protezione offerta dai guanti in Kevlar consiste sia nella resistenza alle temperature elevate sia nella bassa conduttività termica. La fibra è in grado di ritardare la fiamma, inizia a carbonizzarsi e decomporsi soltanto a temperature superiori ai 425 gradi. l, g.

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