Da un quarto di secolo guida amata e incontrastata del Paese

Da un quarto di secolo guida amata e incontrastata del Paese Da un quarto di secolo guida amata e incontrastata del Paese Malato, lascia il potere Kekkonen il «gran vecchio» della Finlandia Si è dimesso dopo un mese di inattività - li Presidente non si risparmiava fatiche di governo e sport - Ultraottantenne aveva sostenuto pesanti marce sugli sci e faticose battute di pesca - Schietto e rude nei rapporti anche con il potente vicino sovietico DAL NOSTRO CORRISPONDENTE HELSINKI — Lunedì pomeriggio. Urho Kekkonen ha reso un ultimo servizio al suo Paese: tornando per due ore dal mondo nebuloso in cui era caduto da oltre un mese, ha riacquistato quasi improvvisamente lo stato di lucidità e, assistito e consigliato dal figlio Matti, ha scritto di suo pugno una lettera al governo. «7 medici dicono che ho tanto bisogno di riposo. Chiedo pertanto di accettare la mia domanda di dimissioni*. Ieri mattina, alle 9 in punto, il governo si è riunito e, in meno di tre minuti, ha accettato le dimissioni di Kekkonen, presidente da 25 anni. Se non ci fosse stata la lettera, si sarebbe dovuto procedere alle dimissioni forzose per le quali era già persino stata decisa la data: lunedi 9 novembre, il giorno in cui scadeva il cosiddetto •permesso di malattia' concesso tempo fa dai medici della mutua. Firmando le dimissioni di proprio pugno, Kekkonen ha •salvato la faccia* alla Finlandia alla quale stava rincrescendo davvero di venire obbligata a mettere da parte, unicamente sulla base di uno speciale bollettino medico, l'uomo che ha più amato e ammirato in tutta l'era moderna. Purtroppo, in un certo modo, è stato proprio lo stesso Kekkonen a forzare la mano del destino. Lo scorso febbraio si era sottoposto a un lungo «test» di condizione fisica, era appena tornato da una settimana, quasi tutta sugli sci nella regione di Jyvaskjla (della cui università sportiva è doctor honoris causa) e i medici gli avevano detto che il corpo era quello di un sessantenne, anche se i dati dell'anagrafe dicevano che di anni ne aveva più di ottanta. Senza dar retta a chi gli consigliava in ogni modo «ad andarci piano* e, nonostante un periodo di freddo intensissimo, volle a tutti i costi recarsi in Siberia per una partita di caccia all'orso, innaffiata, come al solito, da impressionanti bevute di vodka . Più tardi, in primavera, invitato a Reykjavik dal suo collega, la signora Finnbogadottir, volle provare a tutti i costi il bagno in una fonte calda all'aperto (temperatura dell'aria — 7 gradi) e il giorno dopo propose di 'discutere di politica pescando il salmone amiche stando seduti in ufficio*. E fu proprio quel giorno, mentre gl'intirizziti giornalisti al seguito battevano i piedi e si soffiavano sulle dita, che Kekkonen si prese la polmo nite alla quale si sono poi aggiunti disturbi vascolari e ce rebrali, la perdita della lucidi' tà, la sordità. Incrollabile nelle sue convinzioni, impossibile nelle di scussioni, violento sino ad es sere manesco all'occorrenza, uomo tutto d'un pezzo, assai rude, onesto sino all'assurdo, molto umano, politicamente puro, ha sempre fatto nella sua vita esattamente tutto quello che ha voluto. Ottimo cacciatore di gonnelle, bevitore di grande formato (bilanciava l'alcol della sera con due-tre litri di latte ogni mattina), non ha mai badato troppo alle convenzioni ed ha certo approfittato nei vari contatti politici della sua enorme versatilità. Nella vita ha certamente peccato parecchio, ma nel contempo ha sempre «capito» i peccati degli altri. Quando un suo ministro degli Esteri fu fermato dalla polizia men tre guidava ubriaco, lo difese (anche se era stato un suo accanito avversario) dicendo: • Guidare dopo aver bevuto molto o poco lo fanno tutti in questo Paese, perché lui dovreb be essere un 'eccezione ?». Tra i suoi «scontri» (numerosissimi e spesso anche vio lenti), si ricorda quello con l'ambasciatore sovietico che gli aveva fatto pervenire un pro-memoria personale sul fatto che, assai poco opportu riamente, le donnine allegre di Helsinki andavano spesso a «lavorare» a Leningrado rovinando la morale comunista. Kekkonen si precipitò all'am basciata e si fece strada a pugni spingendo da parte guardie, uscieri e segretarie sino a che non arrivò allo studio dell'ambasciatore. Sbattendogli sulla feccia il pro-memoria, gli urlò in russo: «£' vero o non è vero che tu qui ti procuri tutte le "ragazze" finlandesi che vuoi? Perché, quindi, non lasci che ne approfittino an che i tuoi più umili connazionali di Leningrado?*. Il tutto finì in vodka e del pro-memoria non se ne parlò mai più. Formalmente. Kekkonen sarà presidente sino al 26 gennaio quando sarà eletto il suo successore. Walter Rosboch

Persone citate: Finnbogadottir, Walter Rosboch

Luoghi citati: Finlandia, Helsinki, Leningrado, Reykjavik, Siberia