Un agente e ottantatré detenuti di Giuseppe Zaccaria

Un agente e ottantatré detenuti Nell'inferno di San Vittore, divenuto ormai il peggior carcere in Italia Un agente e ottantatré detenuti Un «libro bianco» sulle prigioni - La cella d'isolamento per sottrarsi alle angherie dei compagni ROMA — A Spoleto hanno appena completato un efficientissimo «carcere modello», nel quale ci sarà posto per più di cento detenuti. Ciascuno avrà un'ampia cella dotata di bagno, angolo cucina, televisore, a rendere più confortevole il totale isolamento. Poche centinaia di metri più in là, si stanno approntando i locali per gli agenti di custodia: tutti assieme, in un enorme camerone, con i servizi igienici ridotti all'osso. Turi, il vecchio carcere pugliese di Gramsci e Pertini, oggi è ridotto a un cronicario: su 146 detenuti, più di cento hanno superato i 70 anni di età, e vivono in una cella da 30 o 40. Ad assisterli pensano i reclusi più giovani, quasi tutti ■volontari», quasi tutti affetti da menomazioni fisiche. Nessuno riesce più a strappare quei vecchi all'abulia. A San Vittore, a Rebibbia. all'Ucciardone quella che fino a ieri costituiva la sanzione più dura dell'ordinamento carcerario, cioè l'isolamento, si è trasformata nell'unica, desiderabile soluzione per sottrarsi all'incrocio di condizionamenti, imposizioni, violenze che nelle carceri è divenuto sistema di vita. Fra pochi giorni questi tragici squarci di realtà troveranno forma organica in un «libro bianco» che sarà la base di una nuova indagine della commissione Giustizia della Camera. Oggi, una delegazione di commissari inizierà un nuovo giro di visite dal carcere romano di Rebibbia: ma nel frattempo, altri commissari, tutti del pei, hanno compiuto «visite segrete» in una trentina di istituti di pena, da San Vittore a Messina, da Modena a Perugia, a Bad'e Carros. Nessuna comunicazione preventiva ai direttori, niente giornalisti al seguito. La situazione nelle nostre carceri non è certo tale da consentire sostanziali ma¬ scheramenti solo con un breve preavviso: ma il quadro che dalle ispezioni è risultato, non è per questo meno agghiacciante. Il discorso delle cifre, dello scoraggiante raffronto tra quanto occorrerebbe e quello di cui in concreto si dispone, rimane di una drammatica attualità. Ma prima dei dati, sono alcuni fenomeni, davvero sorprendenti, a balzare all'occhio. Per esempio, è sempre più esteso l'uso delle bombolette di gas come «droga di complemento» da parte dei tossicomani detenuti. In più di un penitenziario, soprattutto nei maggiori, i deputati in visita d'ispezione hanno ottenuto dai reclusi spiegazioni inattese circa le quotazioni raggiunte al «mercato interno» dalle bombolette di gas da campeggio. Servono per cucinare in cella, certo, e in caso di rivolta possono trasformarsi in rudimentali bombe. Ma soprattutto se .sniffate». producono un effetto simile a quello di una droga leggera: a usarle per questo, nelle celle, sono sempre di più. Senza preoccuparsi delle lesioni cerebrali, progressive e irreversibili, provocate dall'inspirazione del gas. In altre carceri, come quella di Bad'e Carros. a Nuoro, una politica di trasferimenti che si potrebbe definire dissennata se non fosse dettata dalle necessità contingenti, sta innescando processi che non si sa chi potrà mai controllare. Se è vero che la commistione fra «politici» e «comuni» sta diventando, al di là di ogni logica, dato costante del nostro sistema carcerario, nel penitenziario in cui Francis Turatello è stato sgozzato durante l'ora dell'aria, questi contatti stanno formando una miscela dall'imprevedibile potenziale esplosivo. Terroristi delle Brigate rosse e di Prima linea, di Terza posizione e dei Nar. esponenti delle grosse orga¬ nizzazioni criminali del Nord, mafiosi, camorristi del «clan Cutolo». si trovano a contatto con gente che fino a ieri possedeva altri codici, altri limiti di trasgressione. Accostare il bandito sardo, il suo sentirsi antistatale, le sue confuse aspirazioni autonomistiche alle esperienze e alle ideologie dei terroristi, è operazione di cui tutti possono immaginare le conseguenze. D'altro canto, i gestori del sistema carcerario hanno ormai pochissimo spazio di manovra visto che — ecco un altro rilievo di grande interesse — il sovraffollamento è divenuto dato costante anche negli istituti di massima sicurezza. A Messina, carcere dotato di una sezione «differenziata», rispetto ai poco più di 200 Giuseppe Zaccaria (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Cutolo, Francis Turatello, Gramsci, Pertini

Luoghi citati: Italia, Messina, Modena, Nuoro, Perugia, Roma, Spoleto