Come si eviteranno eccedenze e sprechi nell'«Europa Verde» di Bruno Pusterla
Come si eviteranno eccedenze e sprechi nell'«Europa Verde» Come si eviteranno eccedenze e sprechi nell'«Europa Verde» Al nuovo vertice europeo, che si terrà a Londra in novembre, i capi di Stato e di governo dei dieci Paesi che fanno parte della Cee dovranno prendere decisioni molto importanti per l'avvenire della politica agricola comune. Alcuni mesi fa la Commissione esecutiva ha consegnato al Consiglio dei ministri il rapporto «sul mandato del 30 maggio», curato personalmente dal presidente della stessa, il lussemburghese Thorn. Il «rapporto Thorn» schiude una nuova prospettiva per il rilancio di una costruzione comunitaria in generale, occupandosi di tutte le politiche comuni: quella energetica, quella industriale e quella per favorire l'avvio della Unione economica e monetaria europea. Otto paragrafi sono dedicati alla politica agricola comune: vi si sostiene che questa ha praticamente già conseguito in larga parte gli obiettivi che il Trattato le aveva assegnato. Riguardo ai meccanismi della politica agricola comune, il rapporto Thorn introduce un nuovo principio basilare, che modifica largamente l'impostazione che Mansholt le aveva dato negli Anni 70. Secondo Mansholt — e cosi è stato in tutti questi anni — il perno dell'organizzazione comune di mercato era il prezzo indicativo, fissato in base ad un «metodo obiettivo» di indagine sull'andamento dei costi di produzione nelle aziende agricole moderne della Comunità. Secondo il rapporto Thorn invece, il punto focale della politica comune dei mercati non è più il prezzo indicativo, da stabilire in funzione dei redditi dei produttori agricoli, bensì P «obiettivo comunitario di produzione (in volume)» per ogni settore; ed i prezzi garan¬ titi vengono modulati in base a tale obiettivo (dai prezzi garantiti verrebbero poi derivati quelli indicativi). Importante rilevare che l'«obiettivo comunitario di produzione» viene fissato ogni anno tenendo presenti alcuni fattori: il fabbisogno, le importazioni obbligate per impegni internazionali, la politica delle scorte, le possibilità di esportazione, gli aiuti alimentari. Se. di fatto, la produzione comunitaria risulterà superiore rispetto alla previsione dell'«obiettivo», in relazione al volume di questa «eccedenza», l'anno successivo il prezzo garantito subirà una diminuzione. Si avrà cosi anche un nuovo concetto di «eccedenza». Se quello attuale — le montagne di polvere di latte o di burro — può essere definito statico, in futuro potrebbe parlarsi di un concetto dinamico di «ecce¬ denza», in quanto la fissazione, ogni anno, degli «obiettivi comunitari di produzione» avrà luogo in una prospettiva di sviluppo della Comunità. La politica comerciale comune dovrebbe quindi avere un ruolo importante e del tutto nuovo; in questo quadro gli agricoltori non potranno più produrre per l'«intervento» (Aima per l'Italia) in quanto i prezzi garantiti non consentiranno più di fare bilancio, ma per il mercato. Gli agricoltori dovranno cioè produrre quanto viene assorbito dal mercato e nella misura richiesta. Questa risoluzione comporta inevitabilmente la presenza di strutture capaci di concentrare e regolamentare l'offerta (le associazioni dei produttori) e quindi un salto in avanti nell'evoluzione imprenditoriale dei nostri agricoltori. Bruno Pusterla
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