Sciopero nelle aziende ma i conti non tornano

Sciopero nelle aziende ma i conti non tornano Quanti lavoratori hanno incrociato ieri le braccia? Sciopero nelle aziende ma i conti non tornano Il sindacato parla di «elevata adesione e capacità di tenuta» - La Fiat: «Le linee non si sono fermate» - Secondo l'Api; cifre minime Non è facile districarsi tra le cifre e i comunicati diffusi ieri e fornire un panorama obiettivo sull'esito dello sciopero nazionale di quattro ore contro i provvedimenti del governo. Cgil-Cisl-Uil parlano di •elevata adesione*, i metalmeccanici sostengono che si è dimostrata una -capacità di tenuta dei consigli di fabbrica e dei lavoratori». Per contro la Fiat rileva che negli stabilimenti principali le linee non si sono fermate, anche se la produzione ha subito tagli proporzionali alla carenza di manodopera e l'Api precisa che soltanto nel «9 per cento delle piccole e medie aziende associate vi è stata astensione». Ma esaminiamo le cifre divulgate dalle organizzazioni dei lavoratori (tra parentesi quelle fornite dalle aziende). Fiat Mirafiori: carrozzerie 70 per cento (28), meccanica 45 (29), presse 40 (22); Enti Centrali 65; Rivalta: carrozzerie 80 (45), meccanica 30 (meccanica 1,80; meccanica 2,30), presse 85; Lancia 95 (60); Teksid 90 (53,8); fonderie Carmagnola 55; Crescentino 90; Carmagnola 55; Spa Nord, Ricambi, Spa Stura, fonderie Torino 95. Materferro (Fiat), Abarth, Olivetti, Riv 100; Apera Frigo, Altissimo, Sipea 90; Indesit 40. Settore chimico: Ceat cavi 85; Pirelli, Michelin Dora, l'Oreal Settimo, Cigala e Bertinetti 100; Stars e Ages, dove sono state effettuate 8 ore (4 per la vertenza aziendale) rispettivamente 100 e 60. Tessili: Facis corso Emilia 80, corso Mortara 100, Settimo 95; Manifatture Carignano 80; Bertero 100; Ella 95. L'esito del sondaggio dell'Unione Industriale è stato il seguente: metalmeccanici, astensione pari al 25 per cento; tessili 40; chimici 30; gomma 40; abbigliamento 35. Come è noto, in Piemonte e a Torino in particolare, non vi sono stati cortei né grandi manifestazioni perché le organizzazioni sindacali hanno puntato sulle assemblee di fabbrica alla ricerca di un consenso della base. L'hanno ottenuta? Cgil-Cisl-Uil ritengono di si. In un documento diffuso nel tardo pomeriggio di ieri rilevano che -la stragrande maggioranza dei lavoratori aderisce alla linea proposta dal sindacato per battere l'intransigenza del padrone e per ottenere un confronto serrato e conclusivo con il governo». La nota conclude: «1 lavoratori hanno saputo recuperare nella lotta la propria unità». La Firn ha osservato che si è «dimostrata la volontà di lottare oltre alla necessità di recuperare residue aree di difficoltà». Venuti a conoscenza della discordanza dei dati, i tre segretari regionali Firn (Damiano, Daghino, Croce) hanno ribadito che la Fiat vuole «mantenere la copertura politica per giustificare il ruolo di capofila all'interno della Confindustria nelle scelte di attacco all'intero movimento operaio, messe in discussione proprio dalla riuscita dello sciopero». Inoltre, le cifre fornite dai sindacati «non tengono conto della "presenza" dei lavoratori in cassa integrazione, in malattia, o assenti a ogni titolo, come è facilmente verificabile dagli esiti produttivi giornalieri, sostanzialmente azzerrati». Secondo il vicepresidente Api, Sandro Cocirio, si è dimostrato ancora una volta come «le organizzazioni sindacali attraversino una crisi di identità di vaste proporzioni». Vi è anche un «netto contrasto tra la politica demagogica e massimalista espressa nei congressi Fim-Cisl e Fiom-Cgil e le reali esigenze dei lavoratori, dimostrata dalla stessa scelta della forma di sciopero». Ma, aggiunge Cocirio, vi è un dato assai più significativo: «L'assoluta indifferenza degli imprenditori di fronte all'agitazione di ieri, visto che hanno ben altri motivi per cui preoccuparsi». Carlo Novara

Luoghi citati: Crescentino, Piemonte, Ricambi, Rivalta, Spa Nord, Torino