L'accordo fra 150 governi è possibile o è utopia?

L'accordo fra 150 governi è possibile o è utopia? Che cosa si attende il Terzo Mondo dall'imminente vertice di Cancùn Intervista con l'ex presidente dell'Assemblea generale Onu L'accordo fra 150 governi è possibile o è utopia? Dal 1974 — l'anno successivo al primo drammatico aumento del prezzo del petrolio — gli sforzi per negoziare un Nuovo Ordine Economico Internazionale sono stati al centro dell'attività delle Nazioni Unite. Nell'occhio di questa attività stessa turbolenta ci sono stati una serie di presidenti dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Quello rimasto in carica fino a settembre, Rudiger von Wechmar, della Repubblica federale tedesca, è il settimo a tentare la difficile impresa di convincere 150 governi ad accordarsi sul modo di far di nuovo prosperare l'economia mondiale. La 34' Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1979. ha adottato una risoluzione (la numero 34/138) che chiede .nuovi negoziati, globali e prolungati, sulla cooperazione economica internazionale per lo sviluppo*. La risoluzione nota che «sono necessarie iniziative coraggiose e soluzioni nuove, concrete, comprensive e globali, che vadano al di là di sforzi limitati: I Paesi in via di sviluppo in particolare si sono sentiti frustrati e irritati per i progressi relativamente lenti dei colloqui tra governi sul tema dello sviluppo economico, che continuano da molti anni. La riunione dei non allineati all'Avana, nel settembre del 1979, ha sollecitato nuovi negoziati su tutti i maggiori temi e problemi relativi ai rapporti tra Paesi industrializzati e in via di sviluppo. Si è sottolineato in quell'occasione che, dai momento che i problemi sono strettamente collegati, dovrebbero essere discussi in un solo forum internazionale, e anche le decisioni potrebbero essere collegate. I non allineati hanno avanzato le loro richieste all'Assemblea generale dell'Onu. Il risultato è stato la risoluzione 34/138. Accettata da tutti i membri delle Nazioni Unite, questa stabilisce che i negoziati dovrebbero riguardare i maggiori problemi nel campo delle materie prime, l'energia, il commercio, lo sviluppo, le monete e la finanza. (E' questa la prima volta che 1'.energia» è messa all'ordine del giorno dei colloqui tra governi). La risoluzióne stabilisce inoltre che i negoziati devono puntare all'azione e discutere i temi contemporaneamente per «assicurare un approccio coerente e integrato*. L'undicesima sessione straordinaria dell'Assemblea generale dell'Onu (agostosettembre 1980) ha tentato di trovare un accordo sulle prò cedure da seguire per questa conferenza, che potrebbe durare olre un anno. Ma non ci è riuscita. E' stata proposta una procedura in tre fasi. Nella prima il problema principale avrebbe dovuto essere descritto a grandi linee, insieme all'ordine del giorno dei negoziati e agli intenti sui quali era stato raggiunto un accordo. Nella seconda i singoli temi avrebbero dovuto essere negoziati all'interno di enti specializzati delle Nazioni Unite — quello commerciale dalla Conferenza sul commercio e lo sviluppo; quello relativo allo sviluppo dalla Banca mondiale e cosi via. Le decisioni prese da questi enti avrebbero quindi dovuto essere sottoposte alla conferenza generale, per essere incluse in ciò che è diventato noto come «pacchetto di accordi», che tutti gli Stati membri sarebbero poi stati richiesti di sottoscrivere. Ma tre Paesi (gli Stati Uni- ti, la Repubblica federale e la Gran Bretagna) non sono stati d'accordo con la proposta. Quel che li preoccupava era soprattutto il fatto che nella struttura proposta non era chiaro se la decisione di un ente specializzato (per esempio il Fondo monetario internazionale) potesse essere modificata o corretta per poter rientrare nell'accordo finale. Poiché l'impegno per negoziati globali è stato indebolito dalla recessione, dall'inflazione e dalla disoccupazione in importanti Paesi industriali, nelle organizzazioni che si occupano dell'economia mondiale sono cresciute le preoccupazioni. Un'espressione di questa preoccupazione sarà il summit Nord-Sud di Cancun, in Messico. Mentre il vertice tenta di rimuovere gli ostacoli per i negoziati globali alle Nazioni Unite, l'ambasciatore von Wechmar (gli è succeduto l'iracheno Ismat Kittani) tiene i contatti con tutte le parti. Ecco le sue opinioni. •Sono appena tornato dal Messico, dove sono stato ricevuto dal presidente Lopez Portillo e ho avuto colloqui con il ministro degli Esteri e i suoi collaboratori, soprattutto sulle relazioni Nord-Sud e sui negoziati globali, e i loro legami con il vertice di Cancun. Non ho esitato a esprìmere la mia soddisfazione per i risultati della Conferenza di Ottawa tenuta a luglio dai Pesi industrializzati: nel comunicato i sette Capi di Stato e di governo riaffermavano infatti la "volontà di esplorare tutte le strade di consultazione e cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, in qualsiasi sede appropriata. Siamo pronti — dicono — a partecipare ai preparativi per negoziati globali accettati reciprocamente". E' la prima volta, credo, che nel passato recente questi Paesi rivelano una tale disponibilità a negoziati globalU. — Quale sarà, allora, il prossimo passo alle Nazioni Unite? •Dobbiamo ancora occuparci del problema dei negoziati globali, che è all'ordine del giorno dell'Assemblea generale: — C'è un accordo al novanta per cento sull'ordine del giorno di questi negoziati; è stato discusso da trenta delegazioni all'Orni, a partire dal settembre del 1980. Il disaccordo sul restante dieci per cento, comunque, è importante, perché riguarda l'energia, le valute e la finanza. Che cosa suggerisce su questo problema? • Penso che dobbiamo tenere presente che questa risoluzione (la numero 138), che stabilisce l'ordine del giorno dei negoziati, è stata adottata nel 1979. Da allora le cose sono cambiate. Personalmente. credo che la bozza d'ordine del giorno alla quale abbiamo lavorato tanto a lungo debba essere rivista'. — Per quale motivo? • Per liberarci dell'ordine di precedenza dei temi enumerati nella risoluzione 138. Quest'ordine è: materie prime, commercio, energia, sviluppo, valute e finanza. Credo che dobbiamo tentare di rivederlo alla luce della condizione in cui si trovano alcuni dei Paesi meno sviluppati. Dovremo dedicarci con assoluta priorità al problema della fame. Possiamo lasciare i problemi istituzionali per i processi a medio o lungo termine, tenendo presente che la Conferenza globale finirà con un "pacchetto di accordi"'. — Il problema dell'alimentazione, insomma, è secondo lei di primaria importanza. «Si. Nell'attuale redazione dell'ordine del giorno, sta piuttosto in basso, anziché trovarsi in testa a tutto. Quel che ho in mente, e spero di realizzare, è convincere i partecipanti ai negoziati a porre il problema della fame al primo posto dell'ordine del giorno, per consentire interventi a breve termine, che devono essere fatti subito, all'inizio dei negoziati globali. Dobbiamo tener presente che la questione è destinata a essere un "pacchetto", che non dovrebbe essere suddivisa in piccoli problemi ». — E' ottimista sulla serietà dell'impegno preso al vertice di Ottawa? •Sono stato informato da due partecipanti alla Conferenza che ci sono volute parecchie ore per raggiungere un accordo su alcuni paragrafi relativi ai Paesi in via di sviluppo. In particolare, c'è voluto del tempo per raggiungere un accordo sul testo relativo ai negoziati globali. Se consideriamo la lunghezza del processo necessario alla prepara¬ zione della bozza presentata ai Capi di Stato e di governo a Ottawa, sono ancora più soddisfatto dei risultati. •Non ricordo una sola riunione della Comunità economica europea o della Nato su questo tema in cui non siano emerse poi interpretazioni differenti del testo sul quale era stato raggiunto un accordo. Perciò non mi preoccupo del modo in cui siamo arrivati a questo. Mi interessa il testo. Quel che è stato approvato. E mi aspetto che i governi che l'hanno approvato vogliane tener fede ad esso». Bhaskar Padmanabhan RUdiger von Wechmar

Persone citate: Lopez Portillo, Rudiger

Luoghi citati: Avana, Gran Bretagna, Messico, Ottawa