Sherlock, il trionfo dell'apocrifo

Sherlock, il trionfo dell'apocrifo LA LUNGA VITA E LA RESURREZIONE DI UN EROE POLIZIESCO Sherlock, il trionfo dell'apocrifo Ucciso il superdetective, Conan Doyle si affrettò a richiamarlo in vita - Ma non fece in tempo a bloccare l'esercito dei falsi Sherlock Holmes che molti autori cominciavano a sfornare con la fondata speranza di far soldi - Maurice Leblanc camuffò il personaggio da Herlock Sholmès per opporlo al suo Arsenio Lupin - Ma altri continuano a usarlo senza neanche truccarne il nome - Una biografia del dottor Watson Riassunto delle puntate precedenti. Il medico Conan Doyle ha sfondato nella narrativa d'evasione, creando un personaggio di prepotente popolarità: il superinvesrigatore dilettante e infallibile Sherlock Holmes. Tuttavia il successo straordinario del personaggio maldispone presto lo stesso creatore invidioso e scocciato. Così Conan Doyle, affascinato da altri interessi letterari e no, finisce per mandare a morte l'eroe, facendolo precipitare nella cascata del Reichenbach in Svizzera. Le proteste di moltitudini di lettori e le offerte di ricompense non rifiutabili, obbligano, però, prima o poi Conan Doyle a resuscitare Sherlock Holmes. Un motivo della resurrezione va individuato pure nel fiorire incontinente dell'industria degli Sherlock apocrifi. Perché mai altri dovrebbero guadagnare alle spalle di Conan Doyle? Gli alias di Sherlock Holmes sono molti. Se ne prova a elencare qui alcuni senza nessuna presunzione di esausdvità: Sherlock Abodes, Fedock Bones, Thinlock Bones, Warlock Bones, Sherlock Cohen, Oilock Combs, Herlock Domes, Fu-Erh-Mo-Hsi, the Great Detective, H-L.M.-S, Hawkshaw, Picklock Holes, Hemlock Holmes, Loufock Holmes, Raffles Holmes, Sherloc Holmes, Sherlock Holmes jr., Sherlok Holmes, Shirley Holmes, Sir Sherlock Holmes, F.HA. Homes, Padlock Holmes, Sherlock Homes, Shylock Homes, Purlock Hone, Sheerluck Hums, Shamrock Jolnes, Ha m hock Jones, Hemlock Jones, Neckyoke Jones, Pharaoh Jones, Sherlock Jones jr., Sherlaw Kombs, Sherlock Monk, Sherbet Scones, Mr. Mycroft, Sherluck Ohms, Sherlock Olmes, Solar Pons, Murdock Rose, Homlock Shears, Herlock Sholmès, Herlock Sholmes, Kerlock Shomes, Herlock Soames, Sheerluck Soames, Sherlock Watson... «Solo un cervellone come Sherlock Holmes in persona potrebbe raccapezzarsi in una bibliografia tumultuata dalle simultanee incursioni di Herlock Sholmès, Homlock Shears e Herlock Sholmes...» commenta argutamente Ellery Queen. Tra questi alias, a esempio, Fu-Ehr-Mo-Hsi è il nome usa- •/-» n tinl»a i\n /vi l fr+ami A'. to a volte dagli scrittori di gial li cinesi, in sostituzione di Sherlock Holmes, che, tuttavia, viene a cambiare un poco prerogative e attività, diventando un eroe epico indaffarato a combattere battaglie all'ultimo sangue con donne-volpi, uomini-tigre e altri mostri soprannaturali cari al cuore del popolo cinese (s'intende, d'antan). Hawkshaw, invece, è il nome di un investigatore creato in un dramma poliziesco in due parti La Route à Melun e Le Retour de Brest dai francesi E.L.A. Brisebarre e Eugène Nus, addirittura un quarto di secolo prima della nascita di Sherlock Holmes, ma irresistibilmente espropriato nelle versioni americane per scritto e a fumetti dal segugio di Baker Street. Particolare considerazione merita, a ogni modo, l'Herlock Sholmès di Maurice Leblanc. Merita particolare attenzione perché il creatore di Arsene Lupin, lo contrappone a costui proprio come un demone, un ossesso, un tipo capace di compiere qualsiasi delitto, pur di aver ragione. Ma ancora una volta devo arrestare qui la mia deplorevole inclinazione a divagare, e procedere con ordine. Dunque, Conan Doyle aveva un cognato giornalista, Willie Hornung, che, pungolato dai trionfi del congiunto, si mise a scrivere storie poliziesche pure lui, ma da un altro punto di vista, dal punto di vista di un avventuriero applicante una specie di giustizia distributiva alla Robin Hood: Raffles. Hornung cominciò a raccogliere in volume i suoi racconti nel 1899, sotto il titolo Raffles the Amateur Cracksman. Ebbe un notevole successo (anche Raffles era destinato a una serie di resurrezioni), ma ancor più notevole successo lo ebbe dal 1904 in poi Maurice Leblanc riprendendo in terra francese e con spirito francese il personaggio del ladro gentiluomo in Arsene' Lupin. Ebbene, il secondo volume delle avventure del gendeman cambrioleur ha già un titolo significativo Arsene Lupin cantre Herlock Sholmès. Così almeno apparve a Parigi nel 1908. Il camuffamento del nome era trasparente e solo a scopo di evitar grane con i diritti, la descrizione del superdetective era comunque esplicita. Ed era esplicita nella traduzione inglese del 1909, anche se per maggior prudenza il nome del superdetective era diventato Homlock Shears. Nella traduzione americana del 1910 fu dapprima Homlock Shears, poi Herlock Sholmes (senza l'accento). E in un'ennesima edizione del 1946 sarebbe diventato direttamente Sherlock Holmes. Maurice Leblanc ama Sherlock Holmes ancor meno di quanto lo ami Conan Doyle, e gli fa perdere tutti gli scontri con Arsene Lupin. Lo dipinge talmente a fosche tinte, talmente assetato di vendetta che i lettori non si stupiscono neppure quando nel finale di un nuovo scontro tra Arsene Lupin ed Herlock Sholmes in L'Aiguille creuse del 1909, Conan Doyle imputa al superdetective scornacchiato un orribile crimine. Ma forse è opportuno citare questa testimonianza sul delitto di Sherlock Holmes, scusate, di Herlock Sholmès: «"Maledizione!" gridò Sholmès, il cui braccio trapassato dal proiettile, cadde inerte lungo il fianco. E subito ai suoi uomini: "Fuoco, voialtri! Fuoco, perdio!". Ma Lupin era già balzato su di loro, e, in due secondi, quello di destra ruzzolò a terra, col petto sfondato, mentre l'altro, con la mascella fracassata, cadeva inerte presso il cancello. "Presto, Victoire... Legali! E ora a noi due, Sholmès! ". Poi si abbassò, bestemmiando: "Ah! canaglia! ". Sholmès aveva raccolto la propria arma e mirò con la sinistra. Una detonazione... Un grido straziante: Raymonde si era precipitata tra i due uomini... Vacillò, si strinse con le mani la gola, cadde ai piedi di Lupin. "Raymonde! ". Si gettò su di lei, la prese tra le braccia, se la strinse al cuore... "Morta! " esclamò. Seguì un momento dì stupore. Sholmès appariva confuso. Lupin ripeteva: "Morta... Morta... " come se ancora non comprendesse bene. Ma il suo volto assunse a un tratto un'espressione terribile. "Miserabile!" ruggì infine. Atterrò Sholmès; poi lo afferrò per il collo, e gli affondò nella carne le dita contratte. L'inglese rantolò senza neppure dibattersi...». Molto più rispettoso, anzi affascinato, devoto, innamora¬ to addirittura si mostra August Derleth nel riprendere Sherlock Holmes nel suo Solar Pons. Da ragazzo, Derleth non riusciva a placare la sua fame di racconti sulle avventure di Sherlock Holmes. All'età di diciannove anni scrisse a Sir Arthur Conan Doyle. «Avete sì o no l'intenzione di narrarci altre avventure di Sherlock Holmes?». Conan Doyle gli rispose con garbato umorismo, ma senza prender troppi impegni. Così Derleth decise di provvedere lui, aveva a portata di mano un calendario da tavolo lì all'università del Wisconsin dove studiava, infilò a caso un dito tra i foglietti e scarabocchiò un appunto: «Riferimento: Sherlock Holmes», promettendosi che quel giorno avrebbe scritto un racconto sulla falsariga conandolyana. A differenza di Conan Doyle non faticò molto per trovare un nome al suo personaggio. Studiando latino all'università, Derleth s'imbattè nella parola «porb». ponte. Così gli balenò l'idea che come cognome monosillabo fosse piuttosto indovinato. Non era forse il Maestro un ponte tra le teneDre e la luce? Questa domanda gli suggerì il nome proprio di due sillabe che stava cercando: «Solar». Il ponte della luce. Quanto allo scrivere sulla falsariga conandolyana, Derleth si comportò quasi più rigorosamente del borgesiano Pierre Menard, riscrittore del Don Chisciotte, riscrisse l'inizio di uno Studio in rosso, Il dottor Lyndon Parker, il narratore, torna a Londra proprio nel momento più opportuno perché si crei una situazione che renda possibile la stesura del racconto, di una serie di racconti: Solar Pons, «lo Sherlock Holmes di Praed Street» sta appunto cercando un servizievole collaboratore disposto a interpretare il ruolo di suo Watson personale. E così via... Da una fame non appagata di avventure di Sherlock Holmes, ma anche da Una consistente speranza di far soldi per sfamarsi concretamente con l'aiuto dell'eroe di Conan Doyle, partono gli autori dei veri e propri Sherlock apocrifi, quelli che non si nascondono neppure sotto trasparenti generalità di comodo, quelli che aspirano a farsi riconoscere come Sherlock in carta e inchiostro. Gli autori dei veri e propri Sherlock apocrifi sono tal-, mente convinti della bontà del personaggio altrui e delle possibilità di far fortuna in proprio che sono disposti (o almeno lo sono stati sino a ora, sino alla scadenza dei cinquant'anni dalla morte del creatore), a pagare congrue interessenze agli eredi di Conan Doyle per gli sfruttamenti ulteriori del superdetective. A cominciare è stato forse il nipote di Conan Doyle, Adrian, in collaborazione con John Dickson Carr ne «Le imprese di Sherlock Holmes». Ma forse il maggior risultato lo ha raggiunto Ellery Queen con Uno studio in nero nel 1966. Ellery Queen per trattare di Sherlock Holmes non ha rinunciato al proprio eroe, come Leblanc non rinunciò ad Arsene Lupin. Ma. a differenza di Leblanc. non deprezza l'eroe di Conan Doyle per esaltare il proprio, che sarebbe poi lui stesso, Ellery Queen. Ellery è imbronciato alla macchina per scrivere, non riesce a mandare avanti un romanzo. Squilla il campanello della porta. Ellery va ad aprire e si trova davanti Grant Àmes Terzo, suo amico miliardario ma rompiscatole patentato. Ellery vorrebbe mandarlo a quel paese, l'altro, però, insiste e fa omaggio alla vittima di un manoscritto misterioso. Misterioso? Dovrebbe essere il diario di Watson. Ma si proprio di quel dottore Watson lì. Ellery. ovviamente, non crede all'autenticità, sa di dover tornare al lavoro, ma la lettura lo affascina. Il manoscritto, infatti, parla della lotta di Sherlock Holmes contro Jack lo Squartatore, eroe nero e vero della Londra vittoriana, quell'assassino di cui George Bernard Shaw scrisse nel 1888: «Ecco che mentre noi socialdemocratici tradizionali perdevamo il nostro tempo a organizzarci, agitarci, qualcuno dotato di personalissimo ingegno ha preso l'iniziativa, e l'assassinio e lo squartamento di quattro donne ha convertito la stampa borghese a una specie di goffo comunismo... ». Uno studio in nero è fatto di pezzi alterni, un pezzo al diario di Watson e un pezzo alle vicende di Ellery, perché Ellery è costretto a far luce sul passato. Nel 1888 Sherlock Holmes rischiò più volte la vita per porre fine alle imprese di Jack lo Squartatore, poi. però, proibì al dottor Watson di pubblicare il resoconto delle gesta. Ellery scopre il perché. Perché Watson, una volta di più non aveva capito, ma Sherlock Holmes, non aveva voglia di spiegargli per un attacco abbastanza insospettabile in lui d'umanità Lo Sherlock Holmes di Ellery Queen è in tutto e per tutto una persona perbene. Ellery non indulge minimamente a rivelazioni sul suo uso di cocaina. Invece su quest'aspetto punta molto Nicholas Meyer, autore nel 1974 di The sevenper-cent Solution un altro Sherlock apocrifo di gran classe che parte addirittura con la descrizione da parte di Watson di un eroe ridotto a nemico di se stesso e degli altri dall'abuso di stupefacenti. Sherlock Hol- - .... . mes è ossessionato dall'idea che il professor Moriarty lo perseguiti ancora. Watson finisce per dover rivelare che Moriarty è invece perseguitato dalle ossessioni del traviato demone di Baker Street. Con l'assistenza spirituale o materiale sia del fratello più intelligente, ma più pigro di Sherlock Holmes, Mycroft. sia dello stesso Moriarty. Watson riesce a portare l'amico in pericolo a Vienna e ad affidarlo alle cure di un astro sorgente della medicina, il professor Freud autore di un interessante trattato sulla cocaina. Segue un caso emozionante, risolto con ritrovato acume da Sherlock Holmes. Incoraggiato dal successo, anche cinematografico di Soluzione sette per cento Meyer ha insistito con The West End Orror. un altro attraente Sherlock apocrifo, sebbene di minor smalto. George Bernard Shaw in persona assume, senza avere un soldo da pagargli. Sherlock Holmes perché faccia 1-ce sull'assassinio del critico e ricattatore teatrale Jonathan McCarthy. In Orrore nel West End sono mescolati Gilbert e Sullivan. Oscar Wilde e soprattutto Bram Stoker. che viene fieramente sospettato, perché si apparta spesso in una sua stanza segreta. Ma è solo per concedersi alla stesura di Dracula. La vera responsabile di tutto risulta la peste, sia pure per l'imprudenza della scienza. A ogni modo, l'idea di mettere Sherlock Holmes contro, se non l'autore, il personaggio stesso di Dracula, è stata ripresa da Thomas Saberhagen in Dossier Holmes-Dracula, mentre Manly W. Wellman e Wade Wellman. padre e figlio (c. figlio e padre, al momento non ricordo, chiedo perdono), suggestionati dalle possibilità fantastiche hanno fatto battere Sherlock Holmes addirittura nella guerra dei mondi inventata da Herbert George Welles. Anche Sherlock Holme's War of the Worlds è un apocrifo da non trascurare. E non è affatto da trascurare Marx & Sherlock Holmes di Alexis Lecaye. Vi si parla, anzi è lo stesso superdetective a parlar di sé, perché il dottor Watson non è ancora sopraggiunto nella sua vita e forse neppure lui si considera ancora superdetective, di una sua inchiesta giovanile sollecitata nell'aprile 1871 da Karl Marx braccato da un sicario folle agli ordini di Thiers e di Bismarck. E qui devo chiudere per mancanza di spazio. Ah, un'ultima segnalazione: anche il dottor Watson ha il suo cantore di fiducia nei Mémoires de Mary Watson di Jean Dutourd. La moglie del dottore narra a perdifiato. Watson era un genio. E' stato lui a far di Sherlock un eroe favoloso come Achille e Don Chisciotte. E lo sapete che in realtà, di nome proprio, Sherlock faceva Jeremy? Pensate un poco... Oreste del Buono (Fine. Le puntate precedenti sono state pubblicate domenica 11 e mercoledì 14 ottobre). n H V •/-» n tinl»a i\n /vi l fr+ami A'. I - ' • to a volte dagli scrittori di gial li medico scrittore Conan Doyle: anche in Cina si sono ispirati al suo Sherlock Holmes p

Luoghi citati: Brest, Cina, Londra, Nus, Parigi, Svizzera, Vienna, Wisconsin