Sufficienti poche vendite per deprimere il mercato

Sufficienti poche vendite per deprimere il mercato I prezzi sono interessanti, ma il compratore non c'è Sufficienti poche vendite per deprimere il mercato L'indice, in una settimana, ha perso il 7,3 per cento -1 titoli colpiti MILANO — Venerdì scorso si è concluso il mese borsistico di ottobre che presenta un bilancio tutfaltro che brillante. Per tutta la settimana, in un contesto operativo assai ridotto, l'offerta ha continuato ad incidere sulle quotazioni, trovandosi di fronte ad un mercato assolutamente atono. L'atmosfera generale non appare certo favorevole per la Borsa, tenuto conto soprattutto della delusione provocata dall'ostacolo fiscale imposto dal ministro Formica alla creazione dei Fondi di investimento di diritto italiano. Senza le facilitazioni previste dal progetto originario, i Fondi comuni perderebbero qualsiasi attrattiva per i risparmiatori e lo scopo che si voleva raggiungere per sostenere la Borsa non verrebbe in alcun modo conseguito. Con queste incertezze, i compratori non accennano a volersi impegnare in programmi di investimento anche su livelli di prezzo ormai divenuti interessanti. D'altro lato — non sembri strano — è un dato di fatto che le sistemazioni del .troppo pieno» di cui si sono jcaricati banche, società finanziarie e grossi operatori al momento del crollo estivo non sono ancora esaurite e rappresentano un rubinetto aperto di vendite. Inoltre in quest'ultima settimana si sono aggiunte le vendite di coloro che dovevano reintegrare gli scarti di garanzia a fronte del nuovo riporto, tenuto conto che alcuni istituti bancari hanno aumentato i livelli di tali scarti dal 30 al 50 per cen- to. Ciò spiega come, in una sola settimana, l'indice Comit abbia perduto il 7,3 per cento a fronte di un ribasso su tutto l'arco del mese boristico dell'8,8 per cento. Non sono pochi, però, i titoli che nel corso del riporto hanno perduto ben di più, con ribassi oscillanti tra il 10 e il 20 per cento. Ciò dipende in gran parte dalla già ricordata mancanza di elasticità del mercato: si pensi che la media giornaliera degli scambi in valore ne* mese boristico di ottobre è stata di 16,7 miliardi contro i 23,5 miliardi di settembre. Tra i più sacrificati del mese l'Invest, gli industriali (Saffa e Miralanza) e gli assicurativi del suo gruppo con Fondiaria che perde il 15,6 per cento, Compagnia Milano il 15,7 per cento nel titolo ordinario e il 18,7 per cento in quello di risparmio; la Centrale (meno 19,8%) e le sue consociate assicurative Toro (meno 18 e meno 20 per cento). / bancari dell'Ivi perdono civca il 10 per cento, salvo il Credito Italiano che presenta un piccolo vantaggio. In perdita sensibile anche Interbanca e Mediobanca la quale ultima si accinge a presentare ai soci un bilancio particolarmente favorevole. Anche i valori industriali più validi come Fiat, Olivetti e Falle arretrano nel mese con percentuali che vanno dal 9 al 18 per cento. Le Montedison, scese sul livello di 150 lire, sono sempre in attesa dell'esecuzione della massiccia operazione di ricapitalizzazione, votata nell'ultima assemblea. Subisce un ribasso del 15 per cento la Mittel, finanziaria che fa capo alla Banca Steihauslin di Firenze, a proposito della quale un amministratore è stato denunciato per un grosso ammanco. Comunque il fatto non ha avuto riflessi sul mercato anche perché l'ammanco in questione non era legato ad operazioni borsistiche, c. col. , La settimana—, in borsa 194

Persone citate: Falle, Formica, Olivetti

Luoghi citati: Firenze, Milano