Trecento bidelli-antidroga a Genova per combattere la piaga nella scuola di Renato Rizzo
Trecento bidelli-antidroga a Genova per combattere la piaga nella scuola Dal primo novembre prenderanno parte a un ciclo di lezioni Trecento bidelli-antidroga a Genova per combattere la piaga nella scuola dal nostro inviato speciale GENOVA — Parecchi anni fa il sindaco d'una grande città americana domandò al giornalista italiano che lo intervistava: «Nel vostro Paese, che cosa si fa per frenare il diffondersi della droga tra i giovani?». Il giornalista rispose: 'Non si fa nulla anche perché in Italia questo problema non è particolarmente grave». L'amministratore americano allargò le braccia e disse: «j4/lora purtroppo, mi creda, è già troppo tardi». Il disastro degli anni seguenti fu anche il terribile frutto d'una scarsa lungimiranza e le nostre città divennero, prima «terra di conquista», quindi punto nodale nella mappa internazionale d'un mercato che produce schiavi. Oggi il «problema droga» è dramma e sconfitta sociale e l'impegno per domarlo richie de doppia fatica: distruggere una realtà e costruirne un'altra. A Genova, dal primo novembre, una nuova iniziativa tesa a questo risultato s'affiancherà alle molte già collaudate: 300 bidelli di 16 istituti superiori di competenza della amministrazione provinciale, incominceranno un ciclo di lezioni per conoscere, e quindi prevenire, la portata del fenomeno droga nella scuola. L'idea di organizzare per questa battaglia il 'personale ausiliario addetto agli istituti d'istruzione» (è il «nome» tecnico dei bidelli) è nata in Provincia ed é stata presentata dall'assessore al Personale. Giuliano Vaccarezza. 'Il bidello è sovente una sorta d'amico per i ragazzi — ha dichiarato l'amministratore — un compagno più grande con cui, magari, anche confi- darsi». Una figura spesso trascurata nella sua dimensione umana che riceverà dall'inizio del prossimo mese una rivalutazione anche professionale: i trecento uomini di scuola entreranno in aula e, finalmente, si siederanno sui banchi che fino a qualche giorno prima avevano soltanto spolverato. I loro «insegnanti» saranno docenti universitari, specialisti in farmacologia, e per quanto riguarda le previste lezioni a carattere amministrativo, tecnici della Provincia. 'Non intendiamo certo — ha aggiunto l'assessore Vaccarezza — creare una brigata di vigilantes o infermieri, cosa che, oltretutto, è al di fuori dei nostri compiti istituzionali. Il tentativo si propone soltanto di rendere possibile un minimo di prevenzione attraverso chi ha la possibilità di instaurare con gli studenti un dialogo non "excathedra"». Problema maggiore, l'individuazione dello spacciatore che attende davanti all'istituto «clienti» o nuovi giovani da iniziare agli stupefacenti: 'L'obiettivo — ha ancora dichiarato l'assessore provinciale — è che il bidello sia in grado di cogliere i "segnali" d'una realtà negativa e di far intervenire l'autorità scolastica». Si tratta, in altre parole, di insegnare al «personale ausiliario degli istituti», una materia che tutti i genitori dovrebbero a loro volta studiare. In una Genova ieri parzialmente bloccata dallo sciopero generale contro il carovita, abbiamo registrato il parere di alcuni di questi «futuri allievi»: 'Sono un padre di famiglia — ha detto un bidello — e questo problema lo vivo da anni anche in prima perso¬ na. E' importante che, davvero, si decida di combatterlo tutti insieme e con una certa preparazione». Ed un altro, alle soglie della pensione, ha aggiunto: »Non ho figli e devo confessare che non so molto su questo fenomeno. Andrò volentieri al corso perché non sarebbe giusto, anche sul piano professionale, dire no a chi vuole insegnarti qualcosa in più della vita». La bidella di un liceo statale ha concluso: 'Spero che l'iniziativa, proposta per ora esclusivamente ai colleghi che dipendono dalla Provincia, sarà estesa anche a tutti noi. I tossicodipendenti, purtroppo, a Genova, non esistono soltanto in sede di istituti». Renato Rizzo
Persone citate: Giuliano Vaccarezza, Vaccarezza
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