«A Washington né Berlinguer, né Craxi» di Ennio Caretto

«A Washington né Berlinguer, né Craxi» Clamorosa intervista di un senatore reganiano dopo un viaggio in Italia «A Washington né Berlinguer, né Craxi» L'ha detto l'italo-americano D'Amato - «I comunisti mai stati così vicini al potere» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Di ritorno dall'Italia, dove aveva incontrato il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio, il senatore repubblicano D'Amato, uno dei più autorevoli esponenti della comunità italo-americana, ha sconsigliato il presidente Reagan dal ricevere Craxi. Da tempo, si parla di una visita a Washington del leader del psi, ma D'Amato, in una clamorosa intervista, ha asserito che -bisogna evitare in ogni modo che sia Berlinguer sia Craxi siano ricevuti dal governo». -Bisogna invece programmare al più presto — ha aggiunto il senatore — la visita di Pertini, un vero eroe nazionale». D'Amato, che ha visitato l'Italia nel quadro degli aiuti americani al Meridione terremotato, è un senatore newyorchese di nomina recente. Reaganiano, ha sconfitto alle ultime elezioni un vecchio portabandiera del suo partito, l'ebreo Javits. Il padre era immigrato da Captisele, in provincia di Avellino, paese dove egli si è subito recato. L'intervista l'ha rilasciata al quotidiano «Il progresso italo-americano». In essa, ha elogiato il lavoro delle nostre autorità nelle zone disastrate, poi ha sposiaio il discorso sul terreno politico con l'affermazione: Più che il terremoto, mi preoccupa il futuro politico dell'Italia». Secondo Alfonso D'Amato *i comunisti non sono mai stati vicini al potere come ora e ciò costituisce una prospettiva gravida di pesanti conseguenze non solo per l'Italia, ma anche per il Nord Africa, per l'Europa e quindi per la sicurezza degli Stati Uniti». Queste impressioni, ha sottolineato, le ha ricavate dai colloqui con Pertini, Spadolini e il ministro degli Esteri, Colombo. Il senatore ha ammonito che -abbiamo trascurato troppo a lungo l'importanza strategica fondamentale dell'Italia nel Mediterraneo». Ha concluso che riferirà a Reagan e al segretario di Stato Haig. A suo parere, gli Stati Uniti devono consolidare ulteriormente i legami con l'Italia «in aiuti e assistenza in ogni campo-. Tra le opinioni del senatore, destinate indubbiamente a suscitare scandalo, e quelle del governo Reagan vi è qualche disparità. D'Amato sembra ignorare che a Washington si spera in uno sviluppo della collaborazione tra de e psi quale migliore strumento possibile di contenimento dei comunisti. Egli non è stato neppure informato del fatto che a varie riprese si è sondata la possibilità di una visita di Craxi (mentre è stata sempre categoricamente esclusa una di Berlinguer). Il Dipartimento di Stato ha rifiutato di commentare le dichiarazioni, dicendo che rappresentano «un giudizio personale», e ribadendo che gli Stati Uniti -hanno la massima fiducia nelle capacità dell'Italia di governarsi e nella sua lealtà agli impegni della Nato». Il governo Reagan non ha nessuna intenzione di dare un seguito alla vicenda. Non si esclude che -l'incidente D'Amato- aumenti anzi le prospettive di una visita di Craxi a Washington. Vi è però una condizione: che non si svolga in prossimità delle elezioni, per non apparire un avallo politico. Ennio Caretto