La massa e il tiranno

La massa e il tiranno La massa e il tiranno La prima considerazione che si può fare, sentendo che Elias Canetti ha vinto il Nobel della letteratura, è di carattere «esterno», vale come giudizio in negativo. La giuria di Stoccolma ha deciso un'altra volta di tenere Borges in quarantena, anzi di non farcelo uscire più: alle diverse accuse, spesso immotivate, che piovono ogni anno sulle accademiche feluche, possiamo aggiungere quella di bigottismo democratico, quasi un soprassalto di opportunistica equidistanza davanti al pessimismo conservatore di Borges. Espresso il rammarico che si sia chiusa la porta in faccia al poeta cieco di Buenos Aires, dobbiamo però riconoscere che il premio a Canetti si rivela, nonostante tutto, felice: sarà una scappatoia dall'imbarazzo politico, ma ha il merito di essere una scelta sofisticata, non corriva nei riguardi del pubblico e quindi tale da onorare le ragioni della letteratura, da giustificare il Nobel che, come ogni premio, ha la funzione primaria di divulgare autori che contano. Canetti, infatti, è uno scrittore di circolazione pressoché clandestina, anche se il suo nome è diventato quasi mitico per il bene che ne hanno detto i pochi autentici conoscitori, da Furio Jesi a Claudio Magris. Eppure è dal 1967 che il suo capolavoro, il romanzo Auto da fé, è stato pubblicato in Italia da Garzanti, mentre Adelphi sta dedicandogli, in anni più recenti, una assidua attenzione. Elias Canetti comincia a imporsi fin dalla sua biografia, meravigliosamente intricata e, si direbbe, creativa. E' nato 76 anni fa in Bulgaria da genitori ebrei di orìgine spagnola, ma i suoi nonni sefarditi avevano fatto una prima tappa in Turchia. Ha studiato in Inghilterra, Svizzera, Germania, Austria dove pubblicò nel 1935 — piantato ormai saldamente nella lingua tedesca — il suo unico romanzo. E' un libro misteriosamente complesso, dove il puntiglioso analismo, la descrizione esatta lasciano sospettare a ogni passo un allegorismo visionario e spaziante. Per quale motivò Peter Kien, di professione sinologo, ha tanto disprezzo per gli uomini e dedica la sua esistenza al culto esclusivo dei libri? Nella sua casa trasformata in bunker la luce delle stagioni cade dall'alto al servizio delle passioni sublimi che soltanto i personaggi della letteratura possono incarnare. Fuori abitano le figure deformi che si nutrono di me¬

Persone citate: Borges, Canetti, Claudio Magris, Elias Canetti, Furio Jesi, Garzanti, Peter Kien

Luoghi citati: Austria, Buenos Aires, Bulgaria, Germania, Inghilterra, Italia, Stoccolma, Svizzera, Turchia