Con il rock l'anziano Rai cerca di sedurre i giovani di Ugo Buzzolan

Con il rock l'anziano Rai cerca di sedurre i giovani LA TELEVISIONE Con il rock l'anziano Rai cerca di sedurre i giovani di Ugo Buzzolan Come si comportano oggi i giovani davanti alla tv? Come la giudicano? Come e quanto la 'Usano*? Sarebbe lo spunto per una grossa inchiesta. Se interrogate dei giovani, vi rispondono che vedono dei film e telefilm, e in questo non fanno differenza fra la Rai e le private; che vedono lo sport (non tutti); che — dichiarazioni di molti — non seguono, se non per avvenimenti eccezionali e clamorosi, i TG perché «sono bollettini ufficiali e in genere conformisti*; che gradiscono la musica (leggi musica rock), e che la gradiscono di più sulla tv che per radio. Ma le domande di cui sopra andrebbero completate con un'altra domanda: cosa fanno le tv per i giovani? La risposta non è facile anche perché non si sa bene cosa dovrebbe mettere in piedi una tv per gli spettatori giovani. Non direi rubriche apposite di inchieste, dibattiti ecc. ecc. che sarebbero fatalmente delle barbe terribili. Il cantuccio per i giovani è altrettanto assurdo che l'angolino per le donne. Credo che una tv abbia il potere di interessare e catturare anche i giovani solo nel suo insieme, solo se è 'giovane* essa stessa, cioè aperta, avanzata, pronta ad agganciare l'attualità, a verificare la realtà, una tv non condizionata da pressioni, giochi di potere e censure varie, dotata — ma che sogno! — di libertà, indipendenza e vivezza che verrebbero fuori non solo dai notiziari e dai reportages, ma anche dagli spettacoli e dalle trasmissioni di qualunque tipo, da una rivista o da una'inchiesta sul sesso. Purtroppo oggi la Rai offre di sé un'immagine tutt'altro che 'giocane*. Di quando in quando c'è una trasmissione che vale, ma è isolata, si ha la sensazione di un periodo di immobilismo se non di arre- tramento, ed è sui film e sui telefilm che principalmente si punta. Del resto le private non fanno meglio: anche qui ci possono essere dei tentativi sporadici (la ripresa sportiva internazionale, il programma mattutino per le massaie), ma la base rimane sempre il film, in più mitragliato dalla pubblicità. Ecco, alcune private sono riuscite ad attirare gruppi di giovani con la musica, di solito con filmati di compiessi famosi. La Rai, partita in ritardo, cerca ora di inseguire le private e di recuperare. La musica, passando attraverso gli stadi è diventata spettacolo, e sul teleschermo trova una collocazione giusta. Ma gli sforzi della Rai sono sufficienti? Domenica ha esordito In tournée, una rassegna di concerti rock registrati durante l'estate. L'altro ieri è andato in onda un numero di Mister Fantasy che cerca, con un'altalena di risultati, varietà di brani ed esecutori. Stasera la rete 3 propone Musicomio in quattro puntate, passerella di cantautori meno conosciuti (con l'aggiunta non necessaria di scenette pseudocomiche): si è cominciato con il Lazio, si proseguirà con Lombardia, Sicilia ed Emilia; e questo dovrebbe essere solo un ciclo d'avvio perché troppe regioni restano fuori con i loro cantautori, compreso il Piemonte — per carità, nessun campanilismo — net cui studi tv la trasmissione è stata realizzata. Stasera, comunque, il programma più atteso è , sulla rete 2, una ■mezz'ora con i Rolling Stones, registrazione di un acclamatissimo concerto in Hyde Park. Poca roba, dicono i giovani telespettatori, e sostengono che in questo settore la Rai, nonostante tutti i suoi mezzi, i suoi cervelli e la sua organizzazione, arranca senza una politica precisa. Solo in questo settori?

Luoghi citati: Emilia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia