Arabella poco viennese delude al Covent Garden

Arabella poco viennese delude al Covent Garden L'opera a Londra diretta da Pritchard, con la Kanawa Arabella poco viennese delude al Covent Garden LONDRA — Arabella è l'ultima delle sei opere che Richard Strauss (1864-1949) compose su libretto di Hugo von Hofmannsthal; la famosa collaborazione terminò nel luglio del 1920: il telegramma che Strauss gli mandava per ringraziarlo di Arabella rimaneva sulla scrivania, chiuso: von Hofmannsthal era morto. Aveva scritto un libretto ad hoc per Strauss: niente temi mitologici, eroi, teste tagliate e danze dei sette veli, ma una piccola storia borghese, di gente squattrinata che deve sposare la figlia 'bene», cioè bene finanziariamente, i litigi tra fidanzati: una storia più adatta a un libro di Liala che non al palcoscenico di un teatro d'opera. L'edizione del Covent Garden, diretta dalla pigra bacchetta di John Pritchard, regia classica 'Straussiana» di Rudolf Hartmann (fiocchi e fiocchetti, e scatole di cioccolatini) offriva come piatto forte la bella e brava Kiri Te Kanawa nella parte della protagonista. Ma pur essendo graziosissima ed emettendo suoni dolcissimi e straussiani, Kiri Te Kanawa non esce mai dal ruolo della contessa delle -Nozze di Figaro»: è perpetua mente una matrona tradita e certo non una leggiadra fan¬ ciulla viennese che non pensa che a divertirsi. La sorella di Arabella, vestita da ragazzo per non distrarre l'attenzione degli ammiratori da Arabella e per non depauperare le finanze dei genitori assediati dai debitori, gioca quel ruolo vocalmente ambiguo straussiano che Sona Ghazarian non riesce a tessere; anche fisicamente questa Zdenka è sbagliata. Invece Matteo, Dennis O'Neill, spasimante di Arabella, ma amato da Zdenka, continua a confidarsi in lei come se fosse il fratello della sua amata. Zdenka riesce però a farlo infilare in un letto con lei, facendogli credere di essere Arabella; il fidanzato di Arabella, ricco e baffuto proprio come lo si vuole (il norvegese Ingvar Wixell), pensa di essere tradito, litigi, lacrime, riconciliazioni. L'ultimo atto dell 'Arabella, quello dei letti scambiati, delle passioni incomprese, dei litigi, è uno spartito estremamente sensuale che al Covent Garden non ha trovato un Mandryka elegante e appassionato, la Zdenka che, in camicia da notte, scende dalle scale dopo l'amore -rubato- a Matteo è un'Arabella, piena di promesse e di ammicchi. Molte scale, però, come nel 'Cavaliere della Rosa* in questo allestimento al Covent Garden, ben sfruttate dal mantello di cigni bianco e dai vestiti da ballo che Kiri Te Kanawa sfoggia a iosa, guardaroba dovuto all'inglese Peter Rice. g.s. Kii T Kiri Te Kanawa, un'Arabella che non sa dimenticare Mozart

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