Inchiesta sulla P2 alla tv di Rizzoli di Lietta Tornabuoni

Inchiesta sulla P2 alla tv di Rizzoli Cinque puntate con Geili in gommapiuma Inchiesta sulla P2 alla tv di Rizzoli ROMA — Quell'inchiesta sulla P2 che la televisione pubblica non ha sentito 11 dovere informativo di fare, l'ha realizzata una tv privata, la Prima Rete Indipendente di proprietà dell'editore Rizzoli, personalmente coinvolto nello scandalo P2. Come mai? • Qualunque buon giornalista avrebbe agito lo stesso», dice il direttore Mimmo Scarano. •Ma come: scoppia un affare simile, e nessuna tv conduce un'inchiesta? Ci siamo riuniti, ci siamo chiesti: se non lavorassimo per Rizzoli, la faremmo? Si. Allora avanti: cerchiamo di fare II nostro mestiere». E Rizzoli? •Non lo abbiamo informato: il nostro settore, come altri, gode di una certa autonomia». Significa che non sa nulla? • Certamente lo sa; ma non ci ha detto niente». Scarano, già direttore della prima rete della Rai-tv, dette le dimissioni dopo gli attacchi furibondi del segretario democristiano Piccoli, che lo accusava di «tradimento» a causa dell'inchiesta televisiva sul processo di Catanzaro per la strage di piazza Fontana che registrava anche le imbarazzate, poco credibili deposizioni di Andreotti e Rumor, di generali e ministri. Adesso, passato a dirigere il settore tv e cinema di Rizzoli, Scarano realizza un'inchiesta che a Rizzoli può dare altrettanto fastidio. Cos'è, un provocatore oppure uno che crede alla dialettica interna? •Sono un giornalista, e il direttore di una televisione». Prevede che l'inchiesta andrà in onda? •Certo: si difende da sola, è un prodotto di ottima professionalità. Cominceremo fra due settimane: debbono ancora venir perfezionati gli accordi per trasmetterla contemporaneamente anche sulle emittenti televisive del gruppo Mondadori-Caracciolo e su altre». Titolo «Loggia di Stato», cinque puntate, quarantadue protagonisti intervistati, materiale documentario raro, budget notevole, l'inchiesta è condotta da due giornalisti de il '.Espresso, specialisti della materia, Maurizio De Luca e Franco Giustolisi. Vi hanno lavorato anche Wanda Amodei, già regista per la Rai-tv dell'inchiesta sul processo di Catanzaro, e Beppe Baghdighian, già regista di «Tv 7». Il divo è un manichino: alto quanto un uomo, vestito di grigio, con i capelli bianchi e gli occhiali neri, è un perfetto Lieto Gelli di gommapiuma. Le cinque puntate analizzano la natura della P2 e la bio¬ grafia di Gelli; 11 legame tra Gelli e la strategia della tensione; i grandi affari e i grandi ricatti del petrolio, delle banche, dei dossiere sui politici; i rapporti della P2 con 11 mondo politico e il mondo dell'editoria (•Rizzoli c'è dentro molto più di quanto si creda», dice Scarano); 1 motivi per cui l'Italia ha «prodotto» la P2. Le due prime puntate, che è stato possibile vedere, risultano molto interessanti: perché condensano la vicenda, rimasta per la maggior parte della gente assai confusa, con chiarezza ed esattezza, con illuminanti analogie e richiami al passato; e perché raccontano anche qualcosa di nuovo. Intervistato, l'uruguayano Esteban Valenti sostiene ad esempio che l'origine della ricchezza di Ortolani e Gelli sta nei capitali del grandi gerarchi fascisti, che essi si incaricavano nell'immediato dopoguerra di trasferire in America Latina trattenendone il 40 per cento a titolo di provvigione. •Sono nuove tutte le notizie sull'impero sudamericano dei due: centinaia di società, banche, ricchezze di cui non immaginiamo le dimensioni», dice De Luca. •Pure inimmaginabile è quanto negli ultimi anni Gellt fosse diventato per il potere un punto di riferimento obbligato. Come Sindona, un tramite, un'amicizia di cui non si poteva fare a meno, e tutti lo sapevano. Nell'Inchiesta ce l'hanno confermato ti democristiano De Carolis come il socialista Nisticò», dice Giustolisi. Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: America Latina, Catanzaro, Italia, Roma