Un quintale di grano rende 28 mila lire agli agricoltori e 130 mila a chi fa il pane

Un quintale di grano rende 28 mila lire agli agricoltori e 130 mila a chi fa il pane Un quintale di grano rende 28 mila lire agli agricoltori e 130 mila a chi fa il pane ROMA — La situazione economica della nostra agricoltura si sta sempre più aggravando, ingenerosamente penalizzata rispetto agli altri due concorrenti, l'industria ed il settore terziario. Nella morsa stanno da un lato l'inasprimento dei costi di produzione e dall'altro la stazionarietà o l'insufficiente incremento delle quotazioni di mercato. Prendiamo, ad esemplo, un prodotto fondamentale come il grano, seguendone la vicenda mercantile rapportata a quella del pane, di cui è materia prima essenziale. All'inizio del 1980 il prezzo del pane al consumo era di lire 1.050 il chilo. La scorsa primavera la quotazione è salita a lire 1400 con un aumento del 40%, mentre nel pari periodo altri prodotti alimentari essenziali subivano un Incremento del 15%. La resa in farina di 1 kg di grano, pur variando il peso specifico è, mediamente, del 75% circa. La resa della farina alla panificazione oscilla da 120 a 130 kg e poiché il prezzo del grano nazionale è intorno alle 28.000 lire il quintale ne consegue che il prezzo delle farine in base al rapporto grano/farina di 100/75, pari a 1/4 o al 25%, è pertanto di circa 35.000 lire. Ma l'industria molitoria ha la possibilità di comprimere questo costo decurtandolo del ricavo dei sotto prodotti della macinazione che sono, per quintale di farina, 8 chilogrammi di cruschello e 15 di crusca; entrambi L quali sul mercato realizzano grosso modo le 25 mila lire il quintale. Da un quintale di farina, che ha un costo di 29.000 lire, al netto del ricavo dei sotto prodotti accennati, pari a circa lire 6000 il quintale, si rica¬ vano 120-130 chilogrammi di pane, come dire un valore di 175.000 lire (125x1400 lire) che, rapportato al quintale di grano, scende a 130.000 lire circa. Pur tenendo conto del costo di trasformazione dell'utile concesso alle panetterie, del costo del denaro, delle perdite, ecc., l'industria panificatrice ha un ricavo per quintale di grano molto vicino alle 130.000 lire, mentre l'agricoltore ha un valore di realizzo di appena 28.000 lire. Allo stato attuale delle cose all'uomo della strada appare chiaro che il controllo pubblico (il pane ha un prezzo politico amministrato) è peggiore di un regime mercantile totalmente libero, e che fra i due prodotti, quello della materia prima (grano) è enormemente penalizzato rispetto a quello del prodotto finito (pane). b. pu.

Luoghi citati: Roma