Identificato l'uomo ucciso da una raffica Era latitante per una condanna a 10 anni

Identificato l'uomo ucciso da una raffica Era latitante per una condanna a 10 anni Piena luce sul tragico episodio dell'altra mattina al posto di blocco di Robilante (Cuneo) Identificato l'uomo ucciso da una raffica Era latitante per una condanna a 10 anni Si chiamava Giorgio Della Mora, 32 anni - Il padre: «Da cinque anni non ne sapevo più nulla» - Il titolare del passaporto usato dal giovane ha ammesso: «L'avevo conosciuto in un bar di via Ormea» - Nel '71 aveva sparato ai carabinieri in via Nizza - Corriere della droga? - Forse insieme al complice in Peugeot preparava una rapina Il nostw inviato ci telefona da Cuneo: Si conosce il nome del giovane ucciso da una raffica di mitra giovedì mattina a Robilante dopo un movimentato inseguimento dei carabinieri. Si chiama Giorgio Della Mora. 32 anni, origine friulana, pregiudicato, una vita da sbandato, senza fissa dimora, da tempo latitante. L'ha riconosciuto il padre, Mario, giunto da Torino nella notte tra giovedì e ieri. All'obitorio di Borgo San Dalmazzo, l'uomo è rimasto pochi secondi. Il tempo per fargli vedere il volto del giovane fino ad allora sconosciuto: 'E'lui — ha ammesso sconsolato — da cinque anni non ne avevo notizie: mai più visto, né io né gli altri tiv figli». Non è stata facile la sua identificazione. Per tutta la giornata di giovedì, carabinieri e polizia di Cuneo e Torino hanno annaspato senza successo alla ricerca di un indizio, di una traccia per dare un nome a quel giovane dalla folta barba con un passaporto che di suo aveva soltanto la foto, non i dati anagrafici. Una traccia l'ha fornita il derubato del passaporto, Antonino Chisci, impiegato della Regione. Il capo della Mobile Fersini, e il collega Longo ad un certo punto l'hanno messo alle strette. Possibile che quella faccia non gli dicesse niente? «Forse t4co«ìo — ha ammesso Chisci —, mi sembm che sia un ceito Gioixjio, inconflato in un bai- di via Ov mea. Il cognome non lo so, aiedò di non aveiìo mai saputo. E'passato tanto tempo Fersini e Longo si sono precipitati nel bar. E' in corso Dante, angolo via Ormea. Hanno mostrato alla proprietaria e ad alcuni abituali clienti la foto dello sconosciuto. Ed è saltato fuori nome e cognome. Altri hanno ricordato: 'Non lo vediamo da un paio d'anni. Piima veniva spesso qui, sempiv elegante e taciturno». Le stesse poche cose raccontate da Antonino Chisci: «In quel bai- ho conosciuto Gioigio nel 78, anno della mia richiesta di passaporto in que¬ stuivi. Il documento mi è caduto un giorno nell'acqua, bisognava sostituMo. Ho chiesto il duplicato e l'ho ottenuto anche se non ci spemvo molto. Tant'è che, avutolo in mano, me ne sono vantato al bai-con lo stesso Gioigio. Un ingenuo sono stato. Molto meno lui che foise ha pveso di mira il mio documento. Risultato, io non l'ho più twvato. Non ne ho denunciato la scompaia peivhé non ho mai avuto occasione di lecaimi all'esteix}». A Giorgio Della Mora un passaporto «pulito» interes¬ sava e come. Lo spiega uno sguardo al suo passato. Nel '63, ancora minorenne, fa i primi furtarelli, scappa di casa più volte, si specializza nel rubare auto e sulle auto. E' irrequieto, frequenta un giro di amici poco raccomandabili. Nel '71 l'episodio più grave: ad un posto di blocco in via Nizza, non si ferma e spara anzi alcuni colpi contro un carabiniere che rimane fortunatamente illeso. E' un tentato omicidio che gli costa la condanna ad oltre dieci anni di carcere, sentenza diventa¬ ta definitiva alla fine del '79. Poi scompare dalla circolazione, inghiottito probabilmente nel giro della «mala» che gli procura un nascondiglio, non senza contropartita. E' costretto — secondo le ipotesi degli inquirenti — a diventare un corriere. Il passaporto di un incensurato gli serve per recarsi in Pakistan, India, Sud America. Missioni avvolte nel buio. Un corriere della droga? Molto verosimile. E qual era l'obiettivo del viaggio di giovedì mattina nel Cuneese, su un'auto rubata, armato, seguito dal complice Osvaldo Raspino che non è certo un'anima candida? Gli inquirenti ritengono che i due stessero preparando una rapina. Probabile. Ma addosso al Raspino, fermato al posto di blocco, i carabinieri hanno trovato una quarantina di chiavi, un'agenda fitta di nomi e un dettagliato elenco dei viaggi con il relativo consumo di carburante. Tutti spostamenti a lunga distanza, 3-400 chilometri il giorno. Andava a piazzare la «roba»? Lui, arrestato per detenzione e porto d'arma abusivi, preferisce non aprire bocca, se non per dire inutili ovvietà, come ha constatato il pretore dott. Streri durante un'ora di interrogatorio. Si dovrà forzatamente partire sa zero per ricostruire il giro frequentato dai due e non è detto che ad alzare il velo sulla loro attività, non emergano inquietanti sorprese. Non ne ha riservate invece l'autopsia su Giorgio Della Mora: l'ha fulminato un proiettile alla nuca. Guido J. Paglia I fori dei proiettili - Giorgio Della Mora si era tagliato la barba per sfuggire alle ricerche

Luoghi citati: Borgo San Dalmazzo, Cuneo, India, Pakistan, Robilante, Sud America, Torino