Avanti a tutto carbone (e senza inquinamenti)

Avanti a tutto carbone (e senza inquinamenti) Avanti a tutto carbone (e senza inquinamenti) DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GARDONE RIVIERA — In ogni congresso che si rispetti, dopo le relazioni si apre il dibattito. E in questo su •Centrali termoelettriche, uomo e ambiente., le voci dissenzienti non sono mancate. Ha cominciato di primo mattino l'ecologo Giancarlo Matteotti: «Le grandi concentrazioni di energia sono incompatibili con la sussistenza della biosfera; anche 1000 MW di qualsiasi genere, nucleare, termoelettrico e persino solare, minaccerebbero i parametri dì vita. Bisogna dare il via ad una massiccia azione di risparmio energetico». Andrea Todisco, degli 'Amici della Terra., ha definito «delitto termodinamico» l'uso che si continua a fare di apparecchi elettrici per riscaldamento di aria e acqua che hanno una potenza complessiva di 10 mila MW, cinque centrali nucleari. La sostituzione con scalda-acqua solari porterebbe a un risparmio evidente. Più allarmante sotto il profilo tecnico il rapporto del prof. Siragusa, dell'Università di Pavia, membro della commissione scientifica del Comune di Bastida Pancarana, in Lombardia, dove dovrebbe sorgere una centrale di 1320 MW (due gruppi da 660). «Questa centrale — dice — in America non otterrebbe il permesso di gestione perché le sue emissioni sono: per quanto riguarda l'anidride solforosa 3,34 volte superiori a quelle consentite dagli standard Usa, ossidi di azoto da 2 a 2,8 volte, polveri 5,9 volte. Ne consegue che a terra le concentrazioni sono rispettivamente 2,61, 2,16 e 5 volte più alte di quelle americane». Ma questi dati sono contestati dal prof. Ferraiolo, dell'Università di Genova, enee nata, al di fuori del convegno, una discussione tecnico-scientifica di alto livello. In sostanza Ferraiolo afferma che non si possono paragonare due sistemi diversi tra loro, se non altro per l'altezza dei camini che in America è di 1S0 metri e in Italia di 200 e, per quanto riguarda Bastida Pancarana, 250. Sulle tecniche di rilevazione e di controllo si sono soffermati in molti: tra di essi i professori Benino e Longhetto, della Facoltà di Fisica dell'Università di Tori no. In particolare quest'ultimo ha riferito sui «modelli di circolazione atmosferica su scala regionale, previsione in tempo reale delle concentrazioni intorno alle centrali, pianificazione comprensoriale degli insedia menti urbani e industriali». A questo proposito è emersa da chimici, fisici, igienisti, la necessità che le indagini vengano condotte globalmente almeno su tutto il sistema in cui opera la centrale: città, con la sua circolazione stradale e riscaldamento domestico, fiumi con gli scarichi urbani, rifiuti che si accumulano. La convinzione è che bisogna agire in modo nuovo, con maggiore coordinamento, puntando soprattutto sulla salute; anzi, ci sono già le premesse per questo lavoro almeno secondo quanto afferma l'igienista Petrilli dell'Università di Genova. Ed è anche l'impegno che ha preso ufficialmente il ministro della Sanità, Altissimo, concludendo i lavori: «Ho il dovere di tutelare la salute pubblica e di farlo nella logica della riforma, cioè sotto il profilo delia prevenzione». Secondo il ministro della Sanità, «esistono tecniche e metodi perché il programma di nuo- ! ve centrali a carbone e di riconversione a carbone di centrali oggi funzionanti a olio combustibile — che con il nucleare e il risparmio costituisce uno dei1 punti chiave del piano energetico nazionale — venga realizzato in un quadro certo di accettabilità ambientale, sociale, e so- i prattutto igienico-sanitario». Del resto, commenta, «già oggi 1 nei Paesi dell'Ocse il 58 per cen- { to della produzione elettrica è ! fatto col carbone, nella Cee la percentuale è del 59 e in Inghilterra, dove è stato vinto lo smog, del 75.. Domenico Garbarino |

Persone citate: Altissimo, Andrea Todisco, Domenico Garbarino, Ferraiolo, Giancarlo Matteotti, Longhetto, Petrilli, Siragusa