Bogart terrorista pentito in un film inedito del '37 di Ugo Buzzolan

Bogart terrorista pentito in un film inedito del '37 LA TELEVISIONE di Ugo Buzzolan Bogart terrorista pentito in un film inedito del '37 sono passati ventiquattro anni dalla morte di Humphrey Bogart e si può dire che la sua fama non abbia conosciuto declino. Ogni volta che la Rai ha dato una sua personale, o un film isolato, gli indici di ascolto hanno segnato punte eccezionalmente alte. Anche sulle tv private Bogart «chiama» molto. Ho sentito parecchia gente rammaricarsi perché Canale S ha dato Casablanca lunedì scorso, di mattina, e non poteva vederlo. La regina d'Africa è comparso più volte sul video e ogni volta è stato un successo non logorato dalle repliche. Perché? Difficile rispondere, il discorso sul fenomeno Bogart sarebbe troppo complesso: comunque è chiaro che non sono soltanto i telespettatori di una certa età che si radunano nostalgicamente per rivederlo, ma — le cifre delle statistiche non lasciano dubbi — si tratta di un pubblico assai più vasto che comprende anche le nuove generazioni per cui evidentemente Bogart rappresenta un tipo di attore sempre attraente, «ribelle», non conformista (anche nell'aspetto), meno artefatto e più autentico di altri divi consacrati. Detto questo, assume l'importama di avvenimento per una grossa platea il film con Bogart stasera sulla rete 1, Legione nera (1937), inedito per l'Italia, dove, non si sa se per motivi di censura o per trascuratezza della distribuzione, non è mai entrato. Ora la Rai ha provveduto a recuperarne una copia. E' un film di forte interesse, e come film e come interpretazione. E' noto che Bogart (classe 1899, morto nel '57) ha avuto un inizio di carriera difficile. Per anni è stato un attore minore in parti minori e in pellicole scadenti. D'improvviso, la rivelazione, nel '36, con La foresta pietrificata di Archie Mayo a fianco di Bette Davis e Leslie Howard, nel ruolo dello spietato bandito Duke Mantee. Poi altri film mediocri, e nei primi mesi del '37 questa Legione nera, sempre con la regia di Archie Mayo, in cui Bogart ha la possibilità di affrontare una parte di protagonista e soprattutto di uscire dal cliché del gangster. E' la storia di Frank Taylor, un operaio che, avendo subito un sopruso in fabbrica, per reazione si aggrega ad una organizzazione clandestina, la • Black Legion pro-American» ,(una specie di «Ku-Klux-Klan»formato di fanatici incappucciati che alla metà degli anni Trenta randellavano e assassinavano nel Midwest in nome di un nazionalismo esasperato ■e di un razzismo feroce). Tay- ylor si lascia coinvolgere sino in fondo. Brutalizza la moglie che ha dei sospetti, e arriva al punto di uccidere il suo migliore amico cui, durante una bevuta, aveva confidato i segreti della setta. Arrestato e processato, l'operaio si pente e denuncia l'organizzazione terroristica in blocco. Pare che allora Legione nera abbia suscitato polemiche, proteste e tentativi di boicottaggio, ma che sia anche stato uno dei film più lodati in quel primo semestre del '37 per impegno, coraggio e forza quasi documentaristica di alcune sequenze tra cui quella, impressionante, dell'iniziazione di Taylor tra gli incappucciati. Per Bogart il film ha rappresentato un deciso passo in avanti: le critiche dell'epoca parlano di 'interpretazione esemplare», di scavo psicologico e di grande capacità drammatica nel ritrarre un uomo tranquillo e sprovveduto che corrotto da ideologie aberranti rapidamente si degrada.

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