«Mettiamo un ministro in carrozzella» per fare capire come vive un invalido
«Mettiamo un ministro in carrozzella» per fare capire come vive un invalido I lavori al convegno internazionale di Stresa su «handicap e società» «Mettiamo un ministro in carrozzella» per fare capire come vive un invalido DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE STRESA — Perché non far sedere un pubblico amministratore o un parlamentare in carrozzella per fargli toccare con mano quanto sia difficile vivere senza l'uso delle gambe? «In Inghilterra lo fanno», dice Giorgio Valobra, primario del Centro di riabilitazione dell'ospedale San Camillo di Torino, presidente dell'Odid (Organizzazione per la documentazione e l'informazione al disabile). «Ma non per una sciocca rivalsa. Bensì per far capire a tutti, e anche alia pubblica autorità, quali siano le esigenze derivanti da uno dei tanti handicap che fanno, soffrire circa mezzo miliardo di persone nel mondo». In questo spirito, per giun gere ad uno scambio di informazioni il più completo possibile, si è aperto ieri il convegno promosso dalla Regione Piemonte a Stresa, sul tema •Handicap e società, legista zione ed informazioni». Vi partecipano esperti e studiosi europei ed americani, ai quali il sottosegretario alla Sanità. onorevole Maria Magnani Noya, e l'assesore regionale all'Assistenza, Elettra Cernetti, hanno fornito dati e notizie sulla situazione italiana e piemontese. L'onorevole Magnani Noya ha illustrato le cifre di un'indagine conclusa nel novembre '80, su un campione di 25 mila famiglie, per conoscerne lo stato di salute. Dalle risposte sono emersi numeri che .devono far riflettere*: nel nostro Paese ci sono oltre 180 mila ciechi (il 3,2 per mille della popolazione), 80 mila sordomuti (1,4 per mille), circa 140 mila invalidi mentali (2,6 per mille), quasi 700 mila invalidi motorii (12,1 per mille). Se si valutano queste cifre per classe d'età, si scopre che sino ai tredici anni la cecità' incide solo su due bambini ogni mille, che i sordomuti sono lo 0,5 per mille della popò lazione, che gli Invalidi psichi ci, con il 2 per mille, si avvici nano alla media generale, mentre l'invalidità motoria si riduce all'1,5 per mille. «Con la prevenzione — osserva il sottosegretario alla Sanità — si potrebbero evitare molti futuri guai: le menomazioni per nascita si potrebbero eliminare con indagini genetiche sulle coppie in formazione, con esami sulle gravidanze a rischio, con molti altri sistemi». Prevenzione, una parola che è stata detta e ripetuta un'infinità di volte nella prima giornata del convegno. Tuttavia c'è una dura realtà da affrontare, se è vero (pur mancando statistiche esatte) che in Italia gli handicappati sono alcuni milioni. L'Anffas (Associazione nazionale famiglie fanciulli subnormali), affiancata dagli operatori del «coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base», per esempio, denuncia con vivacità che in Italia «l'handicap più grave è linerzia pubblica». E' un'accusa vera? .Non del tutto», ribatte una signora in carrozzella, e aggiunge: «La legislazione italiana è una tra le più libere d'Europa, più rispettosa della persona». E in altri Paesi che accade? Racconta Vickers (uno dei relatori al convegno), londinese, membro di una équipe di esperti che in alcuni anni di lavoro ha visitato i dieci Paesi della Comunità europea, più Svezia e Svizzera per svolgere uno studio sulla situazione degli handicappati. «Nel Nord è stato costituito un comitato per valutare gli handicap. Coordina e unisce l'attività di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia ». Al di là della Manica il fervore di iniziative per chi soffre — a quanto testimonia il prof. Valobra — è altissimo. Spiega: .Ovunque nascono attività di associazioni private che ottengono facilmente il sostegno delle pubbliche amministrazioni. Basti un esempio: in Gran Bretagna vi sono già alcuni alberghi per gli handicappati. Ma non sono solo per loro, non sono ghetti: la gente "normale" li frequenta, hanno successo, tanto che un gruppo di cittadini sta raccogliendo i fondi per uno di questi hotel anche a Londra». Giuseppe Sangiorgio
Persone citate: Elettra Cernetti, Giorgio Valobra, Giuseppe Sangiorgio, Magnani Noya, Maria Magnani Noya, Valobra, Vickers
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