Sindaco di Sanremo condannalo per omissione di atti di ufficio

Sindaco di Sanremo condannalo per omissione di atti di ufficio Il pretore gli ha inflitto una multa di centocinquantamila lire Sindaco di Sanremo condannalo per omissione di atti di ufficio SANREMO — Il sindaco | Osvaldo Vento è stato condannato dal pretore a 150 mila lire di multa per -omissioni di atti d'ufficio- relativi a due pratiche che riguardano la gestione del Casinò municipale della Riviera. Sul banco degli imputati, accusati dello stesso reato, anche l'assessore al Patrimonio, Enzo Ligato (psdi) e l'ex presidente del Casinò. Egidio Lupi (de). Per Ligato il pretore, dott. Michele Russo, ha rinviato il processo a nuovo ruolo e trasmesso gli atti alla procura della Repubblica perché si indaghi su presunti reati di «falso ideologico e frode processuale-. Il giudice ha chiesto infatti che si accerti l'autenticità di alcune annotazioni, scritte dall'assessore su una pratica della casa da gioco che il Comune doveva trasmettere alla procura e che, invece, misteriosamente è rimasta per mesi in un cassetto. L'ex presidente Lupi è sta¬ to assolto per insufficienza di prove. Se la sentenza di condanna del sindaco Vento dovesse passare in giudicato, per il primo cittadino scatterebbe automaticamente l'interdizione dai pubblici uffici per un anno. Il processo, iniziato alle 9 e conclusosi alle 14,30, ha offer- to un discutibile spaccato della burocrazia amministrativa sanremese. Sono affiorati i mille problemi del Casinò municipale che hanno portato al blitz della polizia, agli arresti in massa di croupiers, controllori, giocatori compiacenti per furto continuato alle roulettes (100 miliardi negli ultimi 10 anni), al processo che si svolgerà il 16 novembre prossimo e che vede alla sbarra 120 imputati. Inefficienza, assunzioni clientelari, combines di ogni genere, manovre politiche per dettare legge tra i tavoli verdi, carenza d'organico e assenteismo cronico. -Spesso — ha dichiarato per esempio Stefano Carabalona. ex direttore dei giochi — mancavano addirittura 30 impiegati di roulette per volta. Ci sono stati numerosi casi in cui ricevevo telefonate di questo o quell'amministratore pubblico perché lasciassi libero un certo dipendente perché doveva fare una corsa ciclistica-. Al Casinò per molto tempo ha regnato l'improvvisazione creando guasti enormi. E in Comune? Vento. Ligato e Lu pi sono finiti davanti al giudice perché anche a Palazzo Bellevue, dove il Consiglio comunale deve ratificare ogni decisione presa dai vertici della casa da gioco, le cose non sarebbero andate come dovevano. Il sindaco è stato condannato per avere «omesso di infliggere sanzione disciplinare opportuna al controllore comunale Mario Tacchi, segnalato per negligenza di servizio al Casinò- e per aver -oinesso di denunciare all'autorità giudiziaria il fatto di furto, o tentato furto, di banconote avvenuto nelle sale delia casa da gioco la notte del 24 luglio 1980-. Vento si è difeso dicendo di avere dato disposizione perché la pratica venisse fatta recapitare in procura. Dal Comune, invece, il dossier non è mai partito. L'assessore Ligai to è finito sul banco degli im! putati perché non avrebbe mandato la stessa pratica all'ufficio legale del Comune. -L'ho vistata — ha dichiarato l'assessore —. Sulla fascetta c'era scritto "all'ufficio legale". Qualcuno l'ha presa dalla mia scrivania ed io ero certo che fosse stata recapitata-; all'avvocato e in procura, invece, non è mai giunta. Disfunzione burocratica? Egidio Lupi doveva rispondere di promozioni poco adamantine all'interno del Casinò. «Ho ereditato da quattro prefetti, nominati dal ministero dell'Interno, una situazione fallimentare della casa da gioco — si è difeso l'ex presidente — e poiché, nonostante i solleciti, il Comune non ha mai provveduto a fare nuove assunzioni, sono stato costretto ad arrangiarmi come potevo nell'interesse dell 'azienda-. Roberto Basso

Luoghi citati: Sanremo