Quella grande epurazione per salvare il suo regime di Alfredo Venturi

Quella grande epurazione per salvare il suo regime 11536 arresti del mese scorso tra gli oppositori Quella grande epurazione per salvare il suo regime Per il decennale regime di Sadat, l'insidia si annidava dunque nei ranghi dell'esercito. L'esercito coccolato e idolatrato, che il Raiss amava definire «pupilla degli occhi miei» anche se l'idillio fra l'ufficiale-Presidente e i suoi soldati ha conosciuto periodiche eclissi. Come nel '77, quando Sadat andò a Gerusalemme e avviò la svolta clamorosa che doveva portare a Camp David, e si trattò di convincere le Forze Armate che «il nemico a Oriente» non era più tale. In quell'occasione i quadri militari conobbero una vistosa epurazione. Ma non è avvenuto nulla di simile più di recente, quando il regime ha affrontato con severe misure di polizia unin- sieme di opposizioni interne che minacciava di saldarsi in un pericoloso fronte di resistema. La grande purga di un mese fa ha colpito un po' da tutte le parti. Fra i 1536 arrestati figuravano centinaia di militanti musulmani e copti, decine di esponenti politici appartenenti a un arco che va dai marxisti ai nasseriani, dalla sinistra moderata ai nazionalisti del partito Wafd. Ma non vi figurava alcun rappresentante delle Forze Armate. Naturalmente il fatto che una decina di soldati abbia aperto il fuoco, durante la parata di ieri, sulla tribuna presidenziale, non significa necessariamente che il Raiss sia stato vittima di una congiura della casta militare in quanto tale. Significa più semplicemente che una delle molte opposizioni, esterne o interne, è riuscita a infiltrarsi nei ranghi fino a realizzare questo attentato di alta e esemplare spettacolarità, evidentemente studiato per colpire l'immaginazione popolare. I nemici del Raiss erano molti, fuori e dentro le frontiere egiziane. Dopo Camp David, l'isolamento del regime nel mondo arabo si è fatto generale, la sola significativa eccezione riducendosi al Sudan di Nimeiry. I rapporti con la Libia di Gheddafi sono da tempo sull'orlo del confronto militare: dei 360 mila soldati egiziani, almeno 70 mila sono schierati lungo la frontiera occidentale. All'interno, ci sono le numerose opposizioni che il Raiss ha colpito un mese fa. Soprattutto l'opposizione religiosa. Erede della tradizione terroristica dei Fratelli Musulmani, incoraggiata dalle ondate di integralismo che attraversano l'intero Islam e che mll'Iran di Khomeini, sia pure affetto dall'.eresia, sciita, hanno raggiunto il potere, questa opposizione non perdona a Sadat l'abbandono della crocia¬ ta antisraeliana, né il distacco, che ne è derivato, dell'Egitto dal resto del mondo arabo e islamico, né infine quella profana 'Occidentalizzazione* del Paese che l'alleama con gli Stati Uniti finisce con lo stimolare. Facendo arrestare centinaia di fanatici, e anche due personalità di grande rilievo come Omar Telmesani, 'guida suprema* dei Fratelli Musulmani, e lo sheikh Abdulhamid Kishk, celebre e ascoltassimo predicatore cieco, Sadat ha parlato di «sedizione», attribuendo così alle manifestazioni esteriori del 'risveglio islamico* una volontà di destabilizzazione politica. Pochi giorni dopo l'annuncio del complotto religioso, Sadat denunciava il «complotto sovietico». Il Raiss aveva appena organizzato il referendum sulle misure repressive, e registrava una vittoria al 99,45 per cento: ora invitava l'ambasciatore di Mosca a fare le valigie, e con lui dovevano lasciare il Paese 1500 tecnici, ciò che restava dell'antica collaborazione russo-egiziana. Appoggiati a un ex vice primo ministro, Abdessalam ez-Zayyat, i russi avrebbero inscenato un '«operazione palude» diretta a rovesciare il regime. Alfredo Venturi

Persone citate: Gheddafi, Khomeini, Kishk, Sadat

Luoghi citati: Egitto, Gerusalemme, Libia, Mosca, Nimeiry, Stati Uniti, Sudan