Lunga marcia diplomatica di Anwar Sadat per ridare la pace all'Egitto e ad Israele

Lunga marcia diplomatica di Anwar Sadat per ridare la pace all'Egitto e ad Israele Le tappe di un negoziato difficile che l'assassinio ha forse compromesso per sempre Lunga marcia diplomatica di Anwar Sadat per ridare la pace all'Egitto e ad Israele L'assassinio di Sadat è destinato a compromettere forse irrimediabilmente il processo di pace in Medio Oriente avviato con l'incontro di Camp David e anticipato dalla storica visita del presidente egiziano a Gerusalemme. Un processo lento e controverso, di cui queste sono le principali tappe. 19 novembre 1977 — Per la prima volta dalla creazione dello Stato ebraico, un leader egiziano visita Gerusalemme. Sadat è accolto da Begin e dai «nemici di ieri»: Golda Meir, Dayan, Rabin, il generale Sharon. In segno di protesta, il ministro degli Esteri egiziano Fahmy si dimette. 20 novembre 1977 — Discorso di Sadat alla Keneset. Il leader egiziano riconosce l'esistenza dello Stato ebraico, ma sottolinea che una pace durevole in Medio Oriente dipende dal ritiro di Israele dai territori occupati, compreso il settore orientale di Gerusalemme, e dal riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Begin e Sadat si impegnano a «non farsi più guerra*. 25 dicembre 1977 — I due leader si incontrano nuovamente, questa volta in Egitto, a Ismailia. I colloqui non segnano alcun sostanziale progresso, nonostante l'ottimismo di facciata. 6 settembre 1978 — Sadat, Begin e il presidente americano Carter si incontrano a Camp David. I colloqui, separati e collegiali, e spesso burrascosi, proseguono per undici giorni. Si concludono il 17 con la firma della bozza di un trattato di pace tra Egitto e Israele. I due Paesi si impegnano a firmare la pace entro tre mesi. Ma la via è ancora difficile. L'accordo di Camp David è approvato dal governo israeliano e da quello egiziano all'unanimità: subito dopo la sua firma, tuttavia, il ministro degli Esteri egiziano Kamel si dimette. Le reazioni nel mondo arabo sono rabbiose. Secondo il leader dell'Olp. Arafat. Camp David è «uno sporco affare*. Siria, Algeria, Sud Yemen, Libia e Olp costituiscono il «Fronte della fermezza»: annunciano l'interruzione dei rapporti con l'Egitto, 27 ottobre 1978 — Begin e Sadat ricevono il premio Nobel per la pace. I colloqui tra i due Paesi tuttavia procedono a rilento; solo l'intervento di Carter fa si che continuino. Verso la fine dell'anno le difficoltà crescenti costringono il segretario di Stato Vance a una estenuante spola tra Gerusalemme e II Cairo. 26 marzo 1979 — Egitto e Israele firmano la pace, quando ormai i colloqui tra i due Paesi sembravano destinati a fallire: il 15 febbraio Sadat aveva detto di non essere disposto a un nuovo incontro con Begin, a Camp David. Ma il 2 marzo il premier israeliano è convinto da Carter ad accettare un compromesso su, numerosi temi in discussione, j L'8 marzo Carter si reca al Cairo, due giorni dopo incontra Begin a.Gerusalemme. Il presidente americano parla alla Keneset ed esorta i due Paesi a non lasciarsi sfuggire l'«occasione della pace». In una breve sosta al Cairo, prima di rientrare a Washington, Carter rivede Sadat al quale presenta un nuovo pacchetto di proposte. Lo sforzo del presidente americano sblocca la situazione. La pace è firmata davanti a 1600 ospiti, alla Casa Bianca. I principali punti dell'accordo riguardano il graduale ritiro delle truppe e degli insediamenti civili israeliani dal Sinai entro tre anni, lo scambio di ambasciatori entro 9 mesi dal momento in cui due terzi del Sinai saranno tornati in mani egiziane, il diritto di passaggio di navi israeliane nel Canale di Suez, la fine del boicottaggio economico di Israele da parte egiziana, il diritto israeliano di acquistare petrolio del Sinai e l'inizio di colloqui sull'autonomia palestinese nella West Bank e nella striscia di Gaza. Per ritorsione, i 18 Paesi della Lega araba decidono l'immediato boicottaggio economico dell'Egitto e l'interruzione dei rapporti diplomatici con II Cairo. 25 maggio 1979 — Si iniziano i colloqui tra Egitto e Israele sulla questione palestinese. Contemporaneamente inizia il ritiro israeliano dal Sinai. 24 loglio 1979 — L'Onu, con l'appoggio degli Stati Uniti, decide l'istituzione di un gruppo di osservatori militari per controllare il ritiro israeliano. La decisione segna l'inizio di un deterioramento delle relazioni israelo-americane. Un accordo in proposito è però raggiunto tra Israele, Egitto e Stati Uniti il 19 settembre. 1 marzo 1980 — Gli Stati Uniti approvano una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'emù che invita Israele a smantellare i suoi insediamenti nella West Bank e a Gaza. Due giorni dopo, Carter sconfessa il voto americano, dichiarando che è stato «il risultato di un errore di comunicazione» tra Vance e la delegazione Usa alle Nazioni Unite. 15 maggio 1980 — Sadat decide di interrompere i colloqui con Israele sulla questione palestinese, irritato per la posizione di Begin su Gerusalemme. 30 loglio 1980 — Il Parlamento israeliano approva una mozione che definisce Gerusalemme «capitale indivisibile di Israele». 3 settembre 1980 — Egitto e Israele decidono di riprendere i colloqui sull'autonomia palestinese. L'annuncio è dato dal negoziatore americano al termine di una serie di incontri con Begin e Sadat. I due leader decidono un nuovo summit con il presidente americano, da tenersi dopo le elezioni in Usa. 1981 — Le elezioni americane prima, con il cambio della guardia alla Casa Bianca, e quelle israeliane poi, lo scorso giugno, interrompono il processo di pace. La situazione si sblocca solo quest'estate, con le visite a Washington di Sadat (4 agosto) e Begin (9 settembre). Con la mediazione di Reagan, i due leaders decidono di riprendere i colloqui. Emanuele Novazio Washington. Carter e Sadat si abbracciano alla Casa Bianca, durante un incontro preliminare per Camp David (Telefoto Ap) l.a situazione attuale in Medio Oriente dopo l'attuazione di una fase degli accordi previsti da Camp David