Ucciso dalla «Nuova Famiglia» il detenuto di Poggioreale

Ucciso dalla «Nuova Famiglia» il detenuto di Poggioreale Napoli: il clan in guerra con i «Cutoliani» Ucciso dalla «Nuova Famiglia» il detenuto di Poggioreale Individuati due killers: uno rimase ferito nell'aggressione NAPOLI — Sono stati individuati 1 presunti killers di Salvatore Varriale, 24 anni, il detenuto protagonista di un'intricata vicenda giudiziaria ucciso lunedi nel carcere di Poggioreale. Nei confronti di Luigi Pino, 37 anni, rimasto ferito nell'aggressione, e Antonio Caiazzo, 19, la procura della Repubblica ha emesso ordine di cattura, accusandoli anche di aver ferito un altro recluso. Pietro Onorato, che era con Varriale al momento dell'agguato. Secondo i carabinieri e il magistrato Pino e Caiazzo appartengono alla «Nuova Famiglia», l'organizzazione criminale che riunisce le bande in guerra contro Raffaele Cutolo, il boss di Ottaviano, capo della camorra, a cui Varriale era legato. Il delitto, dunque, è l'ultimo episodio della guerra fra clan che insanguina da mesi Napoli e il suo hinterland. Il delitto avvenne pochi minuti prima delle 14. Sei detenuti, fra cui Varriale, si stavano dirigendo, scortati da due agenti di custodia, alla sala colloqui quando furono aggrediti da un gruppo di altri sei reclusi. Questi ultimi dopo aver messo fuori combattimento le guardie assalirono Varriale: ci fu uno scambio di coltellate durante 11 quale il giovane, colpito al cuore, mori sul colpo: Luigi Pino, uno degli aggressori, fu raggiunto da sei pugnalate e Pietro Onorato venne sfigurato al volto. Salvatore Varriale era al centro di una clamorosa vicenda giudiziaria. Nel '78, durante una tentata rapina nel ristorante «La taverna del ghiotto», fu assassinato il cameriere Pasquale Polverino. La polizia accusò del delitto due giovani. Arrestati e pro¬ cessati, i due furono condannati a 21 anni di reclusione e sono tuttora in carcere. Ma nell'agosto scorso una donna, Maria Speranza, vedova con 9 figli e parente di Varriale, confessò al sacerdote Ernesto Santusci di conoscere i nomi dei veri assassini, accusò Varriale e disse che si era decisa a parlare per calmare i rimorsi della sua coscienza. Il sacerdote la convinse a raccontare tutto al magistrato e la donna segui il suo consiglio. Il caso fu riaperto. Qualche giorno dopo. Salvatore Varriale si costituì nel carcere di Poggioreale. Mercoledì scorso, al quotidiano Il Mattino, è giunta una cartolina illustrata firmata dai «Nuovi giustizieri campani», che minacciano di uccidere anche Maria Speranza perché favorisce gli affiliati a Cutolo. a |

Luoghi citati: Napoli, Ottaviano