Sui mercati s'è aperta la caccia al marco di Marco Borsa

Sui mercati s'è aperta la caccia al marco La lira debole, anche se i maggiori cambisti sono convinti che la moneta non sarà svalutata Sui mercati s'è aperta la caccia al marco MILANO — Le banche che! operano sul mercato dei cambi si sono precipitate ieri a caccia di marchi da acquistare contro la vendita di tutta la gamma delle monete deboli: lire, franchi belgi, franchi francesi e dollari. Il risultato è stato che al fixing, su circa 100 milioni di dollari di valute trattate, la parte del leone l'ha fatta il marco (48 milioni di marchi) che ha chiuso anche in rialzo di 5 lire rispetto al giorno precedente nonostante l'intervento calmieratore della Banca d'Italia che ha servito un po' di moneta tedesca agli affamati acquirenti. In mancanza di marchi il mercato si è gettato sul fiorino, che con oltre 42 milioni di pezzi ha fatto segnare un volume anormalmente alto di contrattazioni. Nonostante il nervosismo diffuso sulle piazze monetarie da ormai qualche giorno, da quando cioè sono cominciate a filtrare da Washington, dove si sta chiudendo l'assemblea del Fondo Monetario Internazionale, notizie di un imminente riallineamento valutario all'interno dello Sme, le transazioni si sono svolte ieri in una atmosfera ordinata e di relativa calma dal momento che ormai tutti marciano nella medesima direzione. La convinzione diffusa, infatti, è che il marco sarà rivalutato. Sono anche tutti convinti che la rivalutazione del marco sarà nell'ordine del quattro per cento circa portando cioè la parità nuova con la lira a 530/535 rispetto alle 515 lire attuali. I dubbi invece sorgono sulla sorte del franco francese e della lira. Sul Parigi, come chiamano i cambisti la valuta francese, il problema è sapere se svaluterà e di quanto svaluterà anche per trarre le conseguenze nei rapporti con la lira dal momento che il nostro interscambio con la Francia ha raggiunto un disavanzo di 1200 miliardi nei primi sei mesi di quest'anno, il doppio del disavanzo segnato nei primi sei mesi del 1980. Problema tanto più delicato dal momento che i più accorti cambisti sono certi che la lira non svaluterà, ma si limiterà a guadagnare la rivalutazione del marco. Il altre parole il cambio lira/marco non salirà molto oltre la nuova parità centrale di 530-335 lire per non compromettere il cambio lira/dollaro. Se infatti la lira dovesse, come qualcuno sostiene, svalutare di un altro quattro per cento oltre la rivalutazione del marco il cambio con il dollaro, essendo la moneta Usa forte e non debole, dovrebbe spostarsi dalle attuali 1171 lire, chiusura di ieri, a circa 1270 lire con pesanti ripercussioni sia sul costo delle nostre importazioni di petrolio e altre materie prime sia sui programmi antinflazionistici del governo Spadolini. Dal momento poi che la nostra bilancia commerciale è già protetta dal deposito infruttifero del 25 per cento sulle importazioni e che la lira ha già svalutato del 6 per cento in primavera il che farebbe segnare nei confronti del marco un vantaggio complessivo nel corso dell'anno del 10 per cento circa (dalla parità di 480 lire del marzo scorso alle probabili 535 lire del prossimo riallineamento) le autorità monetarie italiane non hanno nessuna fretta di aggiungere una nuova svalutazione con gravi effetti inflazionistici interni. Se però la Francia svaluterà. l'Italia rischia di trovarsi troppo esposta alla concorrenza di Oltralpe. Marco Borsa

Persone citate: Spadolini

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi, Washington